In breve

Recensione Il codice dei Wooster

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Il codice dei Wooster 
P. G. Wodehouse
Romanzo
Traduzione e cura di Beatrice Masini
Nota introduttiva di Jonathan Coe (“Il Mozart della scrittura comica”, 2025)
Sellerio Palermo
2025 (1° ed. The code of the Woosters, 1938, varie edizioni e traduzioni italiane, la prima già nel 1939 di Alberto Tedeschi, Mondadori)
Pag. 385 euro 16

Quasi un secolo fa. Londra e dintorni. Il romanzo “Il codice dei Wooster” è l’ennesima perla del prolifico scrittore Pelham Grenville Wodehouse (Guildford, 15 ottobre 1881 – New York, 14 febbraio 1975), terzo romanzo della celeberrima serie, narrata in prima al presente dal ricco e vanitoso Bertram Wilberforce Bertie Wooster, sempre ben assistito dal mitico ingegnoso impareggiabile consigliere valletto tuttofare, Jeeves. Tutto inizia con un nebbioso risveglio di Bertie dopo una festa di addio al celibato: un telegramma dell’amico promesso sposo (allevatore di tritoni) lo getta nel panico, vuole rompere la relazione, ma la promessa sposa è Madeleine, sua attraente ex della quale non vuole più sapere. Che fare, visto che risuona il codice etico familiare (per cui “Mai piantare in asso un amico”)? Fortuna che esiste Jeeves! Battute continue e colpi di scena, zia Dahlia che vuole una lattiera a forma di mucca, rischi di arresto e nascondigli nel bagno turco, magnifico humour britannico. 

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