
Il convegno, organizzato dal Senatore Maie (Movimento Associativo Italiani all’Estero) Mario Borghese, ha riunito politici, vertici del CGIE ed esperti per discutere le recenti modifiche alla legge sulla cittadinanza e il futuro dell’identità italiana all’estero.
Il Senatore Borghese ha espresso frustrazione per la scarsa comprensione del ruolo degli Italiani nel mondo da parte dei legislatori, criticando la nuova legge che penalizza gli oriundi, ma si è detto fiducioso di estendere la platea a nipoti e bisnipoti.
Al convegno sono intervenuti il deputato Toni Ricciardi che ha duramente criticato il metodo del decreto legge, definito un “abuso” e un “impazzimento generale” e la retroattività della norma, chiedendo un fronte compatto per modificarla.
Maria Chiara Prodi della CGIE ha evidenziato l’assenza di dibattito denunciando che la nuova legge introduce una “cittadinanza esclusiva” mentre Mariano Gazzola (CGIE) ha parlato di uno “Ius Soli mascherato” e della creazione di “diverse categorie di cittadini”, definendo la legge fallimentare. Dello stesso parere, Ricardo Merlo, ex Sottosegretario al MAE, che ha definito questa norma “inopportuna, inutile, ingiusta e anticostituzionale,” per non riconoscere la storia dell’emigrazione.
Sul tema è intervenuta anche la rappresentante della Fondazione Migrantes, Delfina Licata ricordando che l’emigrazione “non è mai finita” e che non si tratta “solo cervelli in fuga”), ribadendo che la cittadinanza è un “patto civico”.
In conclusione, Benedetto Della Vedova, del Gruppo Misto ha sottolineato che si tratta di una legge irrazionale in un momento di crisi demografica italiana.
