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Qual è oggi in Italia il settore che crea ricchezza e immissione di denaro sul mercato? Se pensate al manifatturiero, al turismo o ai servizi siete lontani dalla realtà. La vera ricchezza del Paese è l’anziano con la sua pensione, un introito fisso a tempo indeterminato e la possibilità di contribuire al reddito con il resto della famiglia.
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Qual è oggi in Italia il settore che crea ricchezza e immissione di denaro sul mercato? Se pensate al manifatturiero, al turismo o ai servizi siete lontani dalla realtà. La vera ricchezza del Paese è l’anziano con la sua pensione, un introito fisso a tempo indeterminato e la possibilità di contribuire al reddito con il resto della famiglia.
È proprio il caso di dire evviva i nonni, sono essi la vera spina dorsale del welfare “fai da te”, che insieme alla famiglia, tiene la società in questo momento di crisi economica che stiamo attraversando.
Leggendo le cifre pubblicate dal rapporto del Censis, troviamo che 9 milioni di anziani si prendono cura dei nipoti, di cui 3,2 milioni in modo regolare, e 7 milioni contribuiscono a sostenere i figli e spesso le loro famiglie, attivando un flusso redistributivo di risorse che si aggira intorno ai 5,4 miliardi di euro ogni anno.
Un dato sorprendente è anche la vitalità degli anziani, sono ben 4,7 milioni, di cui 972mila regolarmente, che si adoperano nel volontariato dando assistenza, tra l’altro, anche ai loro coetanei meno fortunati.
Insomma, persone con la voglia di fare che potrebbero fare scuola a tanti ragazzi di oggi che vivono in una perenne attesa. Altro dato da non sottovalutare è l’aumento in appena dieci anni degli over 80, un milione e 100 mila, in pratica una città come Napoli.
Ma gli anziani hanno come scopo solo quello di aiutare i propri famigliari? Anche, ma non solo. 7 milioni di loro guidano ancora l’auto, oltre 5 milioni sono assidui frequentatori di negozi dove fanno acquisti, cenano, ballano, ascoltano musica dal vivo, 3,7 milioni si recano regolarmente in palestra o in piscina, 3 milioni vanno nelle sale e scuole da ballo e quasi 2 milioni fanno regolarmente gite fuori porta che legano il piacere della tavola alla bellezza del paesaggio, infine più di 4 milioni puntano sul gioco del lotto e sul superenalotto.
Ma non è solo questo che fa di molti anziani una popolazione attiva.
Sono in forte aumento i cosiddetti tecno-anziani: 1,5 milioni di persone tra i 65 e gli 80 anni che navigano abitualmente sul internet, ed è proprio l’anziano che ha più fiducia nel futuro.
Nella ricerca l’84,5% degli anziani valuta positivamente la propria vita con ancora sogni nel cassetto tutti da fare come il 58,6% di loro desidera fare un viaggio esotico, il 27,9% imparare una lingua straniera ed ex aequo con il 18% vuole dedicarsi alla pittura e l’altro il 18% pubblicare addirittura un romanzo.
Purtroppo, insieme a questa bella vecchiaia, c’è ancora una folla di anziani che soffrono la povertà, la malattia e ciò che è peggio la solitudine infatti la vera vecchiaia è per il 55,8% degli intervistati quando non si è più autosufficienti o la morte del coniuge.
La vecchiaia non è una malattia, come sembra considerarla la società moderna, ma uno stato d’essere che a volte non c’entra niente con l’età, ma con lo spirito che si ha nel proprio cuore.
Quasi un milione di famiglie italiane si sono dovute auto-tassare per l’assistenza ad un famigliare anziano per pagare la badante o per coprire la retta della residenza protetta.
Un problema non da poco in un periodo così precario per la nostra economia e nonostante tutto 330mila le famiglie che hanno dovuto impiegare i loro risparmi per l’assistenza, 190mila hanno venduto l’abitazione come nuda proprietà, e 152mila si sono dovute indebitare.
Nel vuoto del sistema di supporto pubblico ai non autosufficienti, dovere e volere aiutare un parente non autosufficiente può trascinare a fondo l’economia di intere famiglie. Un problema grave che diventa tragico ogni anno che passa, con una crisi economica che non accenna a finire.
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::autore_::di Fabrizio Cerami::/autore_:: ::cck::151::/cck::