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Diviso, il Brasile va alle urne

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Aécio e Djlma in campagna elettorale. Foto dei siti ufficiali dei candidatiTraduzione Giuliana Giannessi
San Paolo (Brasile). Due partiti che dominano la scena politica negli ultimi 20 anni. Uno che ha preso posizione dal centro a destra. Un altro, con il profilo di sinistra che, per governare, ha dovuto fare concessioni alla destra.

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Traduzione Giuliana Giannessi
San Paolo (Brasile). Due partiti che dominano la scena politica negli ultimi 20 anni. Uno che ha preso posizione dal centro a destra. Un altro, con il profilo di sinistra che, per governare, ha dovuto fare concessioni alla destra. Due decenni di grandi battaglie parlamentari per bloccare, approvare o respingere i progetti del governo. Economia in crisi, con il prodotto interno lordo in calo. In definitiva, un paese praticamente diviso quando le urne chiamano i cittadini comuni per decidere il futuro politico della Nazione.
Ma di che paese stiamo parlando? Dell’Italia del duello tra berlusconismo e Partito Democratico? O del Brasile della lotta di potere tra la democrazia sociale del PSDB e il PT del lavoro, di ispirazione marxista-leninista, ma trasfigurato attraverso l’adozione di paradigmi economici del suo principale avversario?
Come si è visto, ci sono grandi somiglianze tra gli scenari della politica italiana e brasiliana, quest’ultima che sta vivendo momenti decisivi alla vigilia del ballottaggio decisivo per l’elezione del Presidente della Repubblica, con il presidente Dilma Rousseff (PT) in cerca di altri quattro anni di governo – significherebbe 12 anni consecutivi di PT al potere – e Aécio Neves che cerca di tornare a Brasilia (Capitale Federale) con il progetto socialdemocratico , con il suo partito che governava il Brasile tra il 1995 e il 2002.
Aécio e Dilma, secondo i sondaggi elettorali arrivano sulla retta finale della campagna nel secondo turno in situazione di pareggio tecnico. Aécio, in un primo momento, è apparso davanti con il 51%, contro il 49% della presidente candidata. Nei giorni scorsi, “La Rousseff” è emersa in testa (52% al 48%). Le indagini non tengono conto delle schede bianche e nulle che per la Corte Elettorale non sono voti validi.
Non sarà facile tanto per Dilma quanto per Aécio, governare nel bel mezzo di questo dualismo, a causa del momento critico dell’economia nazionale – PIL in calo, perdita di posti di lavoro nell’industria, le finanze pubbliche in disordine, inflazione che fa dei salti preoccupanti – richiederà, secondo famosi economisti, l’adozione di misure amare, iniziando con forti aumenti delle tariffe elettriche e del combustibile.
Se, contati i voti, questo scenario elettorale indicato dalle ricerche dovesse essere confermato, il prossimo presidente del Brasile dovrà fare i conti con una situazione delicata e molte volte una bellicosa divisione di menti e spiriti.
Chi sarà in carica il 1 ° gennaio 2015 sarà in una posizione di controllo e dovrà essere estremamente qualificato e competente per non essere rovesciato con uno scacco matto delle congiunture economiche e sociali che sfidano il Gigante Tropicale.

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::autore_::di Eduardo Fiora::/autore_:: ::cck::181::/cck::

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