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La Musica, il Parlamento e i vecchi Tromboni

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È stata eclatante due settimana fa la decisione del sindaco di Roma di licenziare l’orchestra ed il coro dell’Opera di Roma per comportamenti lesivi della sua immagine nel mondo e, cosa non secondaria, del suo già incerto bilancio.

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È stata eclatante due settimana fa la decisione del sindaco di Roma di licenziare l’orchestra ed il coro dell’Opera di Roma per comportamenti lesivi della sua immagine nel mondo e, cosa non secondaria, del suo già incerto bilancio.
È vero però che questa forte risoluzione è stata presa solo perché il maestro Muti aveva rassegnato le sue dimissioni motivandole con la impossibilità a proseguire nel suo lavoro per le continue, reiterate e, direi io dall’esterno, immotivate proteste sindacali delle suddette organizzazioni.
Vivaddio che qualche volta in Italia ci sono dei colpi di reni.
Pochi, molto pochi, a dir la verità.
Ma almeno si vede un lumicino, una speranza in fondo al tunnel.
Meno male che abbiamo la Musica in Italia.
Siamo famosi nel mondo anche per questo, siamo la Patria dove è nato il Bel Canto.
Siamo pieni per questo di orchestre con viole, violini, oboi, flauti, tamburi e tanti altri strumenti musicali che realizzano melodie ineguagliabili che rapiscono l’anima con la loro perfezione.
Abbiamo però nelle nostre orchestre anche i Tromboni.
Si dirà che i tromboni ci vogliono, sono indispensabili per la coralità del suono.
Ed io sono assolutamente d’accordo.
Vi sono però secondo me, i tromboni e i Tromboni.
Quelli cioè con la minuscola e quelli con la maiuscola.
Un esempio esplicativo di questa strana ipotesi l’abbiamo nel nostro nobile Parlamento e nelle segreterie dei nostri partiti.
I primi, quelli con la t piccola, ancora ancora fanno musica nell’ambito della produzione artistica.
Quelli invece con la T grande, i veri Tromboni, danno solo aria allo strumento che usano per produrre, nella migliore delle ipotesi, solo vento.
Nella peggiore però, ed è secondo me la maggioranza delle volte, provocano danni, e notevoli.
Risulta evidente da quello che succede nel Parlamento e nel partito democratico in questi ultimi tempi, quando c’è un direttore d’orchestra come Renzi che cerca disperatamente, anche spesso sbagliando, di realizzare un’opera che risollevi l’Italia dal baratro nel quale l’hanno portata tutte, e dico tutte, le amministrazioni precedenti, e contro tale impegno si danno fiato i Tromboni.
E sentiamo, oltre agli esponenti dei partiti di opposizione, anche i soliti Fassina, Bersani, D’Alema e altri a criticare Renzi su questioni di lana caprina in difesa di posizioni di retroguardia che non hanno portato in passato a nessuno, dico nessuno, miglioramento della nostra posizione, sia politica che economica.
Nel caso di Roma, dove il sindaco ha mandato a casa tutta l’orchestra, inclusi i Tromboni, c’è stata la svolta.
Ma nel caso del nostro Parlamento e dei nostri partiti come ce la caviamo?
Chi ha una soluzione per cortesia ce la comunichi.
Prima che sia veramente troppo tardi.

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::autore_::di Michael Barons::/autore_:: ::cck::172::/cck::

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