La parola

Legge

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La legge è eguale per tutti, le leggi vanno rispettate. O, ancora, questa è la legge!!!

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La legge è eguale per tutti, le leggi vanno rispettate. O, ancora, questa è la legge!!!
La parola che abbiamo scelto questa settimana è certamente una finestra su un mare magnum che riguarda la stessa vita associata dell’uomo, la sua posizione sociale, religiosa, di lavoro, e persino di svago! L’ottica alla quale vogliamo avvicinarci di più è quella nella quale da anni si dibatte il nostro paese, tra i più prolifici in testi di legge e tra i più riottosi a vedere queste leggi applicate nel concreto.
Vale la pena di partire da un assunto inconfutabile, ma nei fatti assolutamente confutato.
L’art. 11 delle Disposizioni sulla legge in generale, che apre il Codice Civile, stabilisce “La legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo”, facendo riferimento all’art. 25 della Costituzione e all’art. 2 del Codice penale.
Si potrebbe dire, dunque, che siamo di fronte a un principio di certezza e di correttezza nel rapporto cittadino-legge! Si potrebbe, perché ormai da decenni assistiamo ad un uso disinvolto dello strumento legge prevedendone l’efficacia anche retroattiva! Si dirà ma questo è per colpire eventuali reati e sanzionare illeciti in modo da risolvere problemi alla radice. In realtà, siamo di fronte ad uno dei tanti esempi per i quali la “culla del diritto”, quel primato che il diritto romano e le sue successive declinazioni avevano riservato al nostro paese, sia ormai degenerato a “tomba del diritto” dove ogni diritto e dovere sono relativi a qualche cosa, aggredibili sulla base di legislazioni random e fatte per vessare e non porre il cittadino dinanzi al rispetto di norme certe e condivise. E’ il peccato originale di un sistema che nonostante tutti i mutamenti e tutti i progressi, ancora vede il cittadino come suddito e non soggetto di diritto, da accompagnare e controllare nel suo rapporto con la legge! Al di là di ovvie considerazioni quando ci si trova davanti a comportamenti illeciti, è un’aberrazione ormai conclamata.
Ma cosa significa legge che deriva da un antico termine greco che significa in sostanza “dire”. In generale, è ogni principio con cui si enunci o si riconosca l’ordine che si riscontra nella realtà naturale o umana, e che nello stesso tempo si ponga come guida di comportamenti in armonia con tale realtà.
In senso più strettamente giuridico, ogni prescrizione che costituisce elemento dell’ordinamento giuridico e ancora, con significato collettivo, il complesso di tutte le leggi di uno stato. Per estensione indica poi ogni sistema di regole relative a settori del comportamento umano associato. Infine nel linguaggio scientifico, è l’enunciato che individua e descrive un ordine, una regolarità, una tendenza in fenomeni più o meno complessi, e che si suppone essere valido senza eccezioni per tutti i casi particolari in cui tali fenomeni possono verificarsi.
Per tornare al nostro assunto, eventi come quello delle leggi sulla casa e sui servizi comunali che hanno allietato la nostra estate o la rincorsa a sapere dove, come e quando e quanto pagare, sono stati dimostrazione eclatante della deriva alla quale è arrivato un sistema ingessato, incapace di cogliere e accompagnare i mutamenti, ancorché fermamente convinto di non cambiare nulla per convenienza e opportunismo! Di qui molte delle degenerazioni alle quali assistiamo, la supplenza giudiziaria di vuoti normativi (frutto della pienezza eccessiva di leggi incomprensibili) e l'”interpretazione disinvolta del cittadino dedito a trovare vie d’uscita agli “intoppi” provocati dalla superfetazione legislativa e regolamentare!
Il cittadino, novello Laocoonte avvinghiato da lacci e lacciuoli, non ne può più! Un po’ di intelligenza prospettica non guasterebbe in chi ci governa e in chi legifera ed applica poi le norme!

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::autore_::di Roberto Mostarda::/autore_:: ::cck::183::/cck::

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