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Locuste fritte con pastella

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La ricetta è squisita, certamente una di quelle da leccarsi i baffi.
Prendete 100 grammi di farina, impastate con un bicchiere di birra e due uova, il tutto aggiustato con il sale e avrete la pastella pronta per friggere una buona porzione, almeno 200 grammi di saporite locuste freschissime.

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La ricetta è squisita, certamente una di quelle da leccarsi i baffi.
Prendete 100 grammi di farina, impastate con un bicchiere di birra e due uova, il tutto aggiustato con il sale e avrete la pastella pronta per friggere una buona porzione, almeno 200 grammi di saporite locuste freschissime.
Scaldate l’olio e immergete il composto uno per volta affinché in pochi istanti si formi una bella croccante crosta di colore marrone.
Scolate il tutto e mettetelo su una carta da cucina per assorbire l’olio, e poi aggiungete un po’ di peperoncino e il piatto è pronto.
Se qualcuno dovesse storcere la bocca, consigliamo di abituarsi subito a questo tipo d’ingredienti, perché fra qualche tempo anche da noi mangiare insetti non sarà più una curiosità, ma una necessità.
Intanto in Danimarca, a Copenaghen, presso il Noma, uno dei più prestigiosi ristoranti a livello internazionale, sono state inserite nel menù alcune ricette di questo tipo, non sappiamo però quale sia la reale soddisfazione dei clienti.
Ma perché mangiare insetti? Tra poco meno di trent’anni saremo 9 miliardi di persone sulla Terra e la disponibilità di cibo diventerà sempre più problematica: scarsità di terra coltivabile, acqua, foreste, pesca e biodiversità nelle risorse agricole, insomma un futuro abbastanza critico.
A questo punto entrano in scena o, meglio, sulla nostra tavola gli insetti. Ne abbiamo a disposizione una quantità praticamente infinita, con un apporto calorico e proteico degno di una dieta sana e bilanciata non indifferente.
Ricordiamo, inoltre, che gli insetti hanno un possibilità di rinnovamento alimentare assai elevato, facciamo un esempio con i grilli. Questi animaletti hanno, ovviamente in proporzione, bisogno sei volte meno alimentazione di bovini, quattro volte meno di pecore e due volte meno di maiali e polli per produrre la stessa quantità di proteine, non solo, ma sono un aiuto all’ambiente emettendo molto meno gas serra e ammoniaca, come invece capita per il classico bestiame.
Se ancora pensate che tutto questo sia pura fantasia, sappiate che dal 2003, la Fao, l’Organizzazione del Nazioni Unite per l’alimentazione e agricoltura, ha avviato una serie di ricerche sulla commestibilità degli insetti coinvolgendo molte nazione nel mondo, attraverso pubblicazioni, riunioni di esperti per sensibilizzare il ruolo degli insetti nell’alimentazione. Insomma, bisogna proprio che ci abituiamo all’idea di un buon piatto di scarafaggi conditi con ragni e locuste per contorno.
In questi giorni sta andando a ruba in Europa, un libro di 200 ricette su come cucinare gli insetti scritto da Arnold van Huis che non è un cuoco, ma uno stimato e apprezzato entomologo olandese che si è posto come missione di cambiare le nostre abitudini occidentali, in cucina. La sua passione per questo tipo di cucina è cominciata nel 1995 quando studiava la dieta di numerose persone che in Nord Africa si cibavano proprio di insetti e valutò che questi avevano nella loro dieta un apporto nutritivo di proteine e carboidrati assai completo con un’incidenza sull’ambiente veramente minimo.
Il problema ora sarà convincere alcune miliardi di persone sulla bontà di questo tipo di alimentazione, facendo notare i benefici perché i normali cibi animali commestibili sulle nostre tavole non arrivano a un centinaio, mentre solo con gli insetti abbiamo oltre mille volte più specie da poter utilizzare sulla nostra tavola con una ricchezza nutrizionale quasi infinita.
Insomma cominciamo a pensare ad una bella pizza capricciosa con locuste e scarafaggi o ad un piatto di spaghetti con vermi veraci, il successo è garantito, sempre se avete uno stomaco forte.

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::autore_::di Michele Sermone::/autore_:: ::cck::189::/cck::

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