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27 anni di potere assoluto sono troppi. Anche per un paese dell’Africa profonda, quasi misconosciuto dall’opinione pubblica internazionale, il Burkina Faso.
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27 anni di potere assoluto sono troppi. Anche per un paese dell’Africa profonda, quasi misconosciuto dall’opinione pubblica internazionale, il Burkina Faso. Quando il Presidente Blaise Compaore’ ha annunciato la scorsa primavera un progetto di riforma costituzionale che gli avrebbe consentito di presentarsi nuovamente alle elezioni e correre per un quinto mandato, gli stremati abitanti di questa piccola e fiera nazione hanno detto basta. Era l’ultima settimana di ottobre, da allora oltre un milione di persone hanno occupato le principali piazze della capitale Ouagadougou, creando le condizioni per estromettere il Presidente. Il blitz decisivo e’ stato effettuato dagli uomini della guardia presidenziale che hanno annunciato una tornata di elezioni generali da tenersi entro 90 giorni. Per ora un auspicio che non convince le opposizioni guidate soprattutto dai sindacati dei lavoratori. La storia del Burkina Faso e’ infatti costellata da continui golpi militari, che a partire dall’indipendenza dalla Francia nel 1960, hanno scandito la storia di questa nazione dell’Africa subsaariana. Nella memoria della gente spicca ancora la figura del predecessore di Compaore’, il vero padre della patria, il rivoluzionario Thomas Sankara, destituito ed ucciso nel 1987 da un colpo di stato organizzato con il supporto di Francia e Stati Uniti. Sankara e’ stato il vero riformatore della nazione, a cominciare dalla nuova denominazione dello stato che prima si chiamava Repubblica democratica dell’Alto Volta e poi Burkina Faso, il paese degli uomini integri. Le riforme sociali introdotte da Sankara erano pero’ indigeste alle principali potenze occidentali che ancora controllano questo spicchio dell’Africa, a partire dalla gestione delle risorse del sottosuolo. Per questo dopo soli 4 anni di potere, Sankara venne eliminato da Blaise Campaore’ e dalla sua combriccola, inaugurando così la stagione del potere assoluto durata 27 anni. Un periodo di tempo nel quale si e’ assistito ad un vero e proprio esodo della popolazione che, in mancanza di lavoro e costretta ad una vita di stenti, e’ emigrata nei paesi vicini ed in Europa. Il Burkina Faso al momento e’ un paese popolato da giovanissimi senza speranza, una miscela che ha innescato che proteste che hanno costretto alla fuga in Costa d’Avorio Compaore’ ed i suoi fedelissimi. I prossimi giorni ci diranno se la sollevazione popolare verra’ sedata dall’instaurazione di una nuova giunta militare oppure si darà effettivamente la possibilità al popolo di scegliersi la sua guida. Secondo gli esperti si rischia addirittura una guerra civile, vista la difficoltà di riconciliare la piazza con una classe militare collusa fino al midollo con il precedente regime. Inoltre, la mancanza di grandi ricchezze naturali fa si che le potenze occidentali non abbiano alcun interesse ad entrare nell’agone della lotta per il potere, lasciando il paese in una situazione d’instabilità dall’esito incerto.
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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::211::/cck::