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traduzione di Giuliana Giannessi
San Paolo (Br). Nel bel mezzo di una notizia negativa – corruzione nel settore pubblico e PIL stagnante – i brasiliani sono stati sorpresi, lunedì mattina, 1 dicembre, con una informazione positiva: tra il 1980 e il 2013 l’aspettativa di vita è aumentata di 12,4 anni secondo i dati diffusi oggi (1º) dall’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE).
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traduzione di Giuliana Giannessi
San Paolo (Br). Nel bel mezzo di una notizia negativa – corruzione nel settore pubblico e PIL stagnante – i brasiliani sono stati sorpresi, lunedì mattina, 1 dicembre, con una informazione positiva: tra il 1980 e il 2013 l’aspettativa di vita è aumentata di 12,4 anni secondo i dati diffusi oggi (1º) dall’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE). Se la prospettiva di vita era 62,5 anni, nel 1980, lo scorso anno, è passata ad essere 74,9 anni, secondo la Tabella complessiva di mortalità per il Brasile – 2013 indice rilasciato dall’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE ), un organismo il cui ruolo è simile a quello dell’Istat in Italia.
Durante questo periodo, l’aspettativa di vita per le donne è aumentata più di quella degli uomini, da 65,7 anni nel 1980 a 78,6 anni nel 2013 (12,9 anni). L’aspettativa per gli uomini è salita di 11,7 anni, da 59,6 a 71,3 anni.
Secondo il ricercatore dell’IBGE Fernando Albuquerque, l’aumento della longevità brasiliana può essere spiegato principalmente per la riduzione della mortalità infantile e di morte di anziani con più di 70 anni. Questi due gruppi di età hanno mostrato la maggior parte dei guadagni in questi 33 anni.
La probabilità di un bambino di morire prima di raggiungere un anno di età è scesa dal 69,1 per mille nel 1980 al 15 per mille nel 2013. Il miglioramento dell’indice può essere spiegato dai progressi nel campo delle strutture igieniche, aumento della copertura di immunizzazione, programmi di assistenza prenatale e di allattamento materno e di iniziative, come ‘Bolsa Familia’ programma (di trasferimento di reddito), secondo l’IBGE.
La probabilità di una persona di 70 anni di morire a quell’età, è scesa dal 47,5 per mille al 25,2 per mille. La spiegazione sta nei progressi della medicina e delle tecnologie oltre che in azioni destinate a favore di anziani, come ad esempio la pensione rurale.
Nel 2013, la speranza di vita al momento della nascita in Brasile era di 74,9 anni (74 anni, 10 mesi e 24 giorni), un incremento di 3 mesi e 25 giorni rispetto al 2012 (74,6 anni). Per la popolazione maschile, l’aumento è stato di 3 mesi e 29 giorni, da 71,0 anni nel 2012 a 71,3 anni nel 2013. Per le donne, l’incremento è stato leggermente inferiore (3 mesi e 14 giorni) passando da 78,3 anni a 78,6 anni. Il tasso di mortalità infantile (fino a 1 anno di età) nel 2013 era pari a 15 ogni mille nati vivi e il tasso di mortalità nell’infanzia (fino a 5 anni), il 17,4 per mille.
“La popolazione sta vivendo più a lungo ed invecchia in maniera più salutare. Ora, per quanto riguarda la Previdenza Sociale, l’impatto non è molto buono, perché l’aspettativa di vita aumenta l’influenza sul calcolo del fattore di sicurezza sociale”, afferma il ricercatore dell’IBGE, Fernando Albuquerque.
In realtà, secondo il Ministero della Previdenza Sociale, con le nuove aspettative di sopravvivenza, considerando la parità di età ed i contributi versati, un assicurato con 55 anni di età e 35 anni di contributi necessari per richiedere la pensione a partire da oggi, dovrà contribuire 79 giorni in più per mantenere la stessa quantità di denaro come se aveva fatto la richiesta lo scorso sabato (29). Un assicurato di 60 anni e 35 di contributi dovrà contribuire per oltre 94 giorni per contenerne il valore.
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::autore_::di Eduardo Fiora::/autore_:: ::cck::274::/cck::