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Perché il 17 porta sfortuna?

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Italian television author and archaelogist Umberto Broccoli. Author: Elena TorreAvvicinandosi l’inizio dell’anno tutti cerchiamo negli oroscopi notizie sul nostro futuro. 

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Avvicinandosi l’inizio dell’anno tutti cerchiamo negli oroscopi notizie sul nostro futuro. Raramente però ci dedichiamo allo studio della “numerologia” ed alla provenienza dei numeri che spesso ricorrono nella nostra quotidianità. Molto interessante è stato l’intervento in TV di qualche giorno fa, del Prof. Umberto Broccoli, autore televisivo e scrittore che ha spiegato il significato di alcune cifre. Ad esempio, da dove proviene l'”avversione” della gente verso il povero 17 che, in realtà, non arreca alcun nocumento a chicchessia.
“Il 17” dice Broccoli “è l’anagramma del numero romano XVII, dal quale, mescolando le cifre, si ottiene VIXI. Il che lascia supporre che stiamo parlando di qualcuno che non c’è più, da cui è stata tratta la conclusione, immotivata, che il numero porta sfortuna”.
“Ed il 13?” chiedo al professore in un’intervista telefonica.
“Il tredici è di tradizione anglosassone, che dedica molta attenzione a Santa Lucia, legata al 13 dicembre, data di festa, allegria e manifestazioni ludiche. Noi lo abbiamo importato senza una vera motivazione. Invece da noi, ad esempio, il 13^ a tavola non viene tollerato. Probabilmente ciò nasce dalla supposizione che si riproponga l’ultima cena, alla quale parteciparono i 12 Apostoli e Gesù, quindi 13. Ma uno tradì, il 13^, che viene quindi identificato come il traditore e per questo contestato. Dubito però che molti si pongano la domanda: perché si tende ad escludere il 13^ a tavola? E’ entrato nell’uso comune e come tale prosegue la tradizione” – aggiunge il prof. Broccoli – “Così come si dice che il viola porta sfortuna in teatro o in uno studio televisivo. Il viola è il colore dei paramenti ecclesiastici della Quaresima, periodo in cui una volta si sospendevano gli spettacoli per rispetto ai riti cattolici pasquali. Quindi quel periodo era considerato dagli attori molto negativo poiché non lavoravano ed erano senza denari. Per cui viola = sfortuna, negatività. Anche rompere una bottiglia d’olio nella credenza comune è considerata una jattura. In realtà l’olio ha sempre avuto dei costi elevati ed è quindi una vera sfortuna sprecarne una, seppur minima, quantità. Così come rompere uno specchio: è solo una questione economica.”
“Professore perché nell’augurare il buon esito di una manifestazione si usa dire, mi consenta la libertà, ‘merda, merda’?”
“Innanzi tutto mi lasci dire che la parola “TEATRO” altro non è che l’anagramma di “ATTORE”. Un tempo si andava a teatro in carrozza, quindi cavalli. In genere il produttore dello spettacolo si affacciava all’entrata e dalla quantità dei rifiuti depositati dai cavalli intuiva il numero delle carrozze arrivate e quindi degli spettatori. Grandi quantità, tanti paganti…!”
“Certo professore potremmo andare ancora avanti, ma limitiamoci qui per oggi e rimandiamo ad un prossimo appuntamento racconti e spiegazioni. Grazie e… a presto!”.

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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::306::/cck::

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