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Ai tempi di papa Wojtyla, quando le piazze di tutto il mondo cominciarono a riempirsi di migliaia, se non di milioni di persone, davanti a lui, qualcuno maliziosamente coniò una frase assai profetica:”Piazze piene e chiese vuote“.
Oggi la profezia si sta attuando ed anche in maniera assai rapida.
La crisi della Chiesa è evidente, al di la del successo personale di papa Francesco, lasciando purtroppo indifferenti chi dovrebbe correre ai ripari e correggerne la rotta che, da cinquant’anni dalla fine del Concilio, ha visto, più che la primavera annunciata da papa Giovanni, l’autunno inoltrato, anzi, l’inverno per la cristianità.
Più la Chiesa attuale vuole andare verso la gente e la cosiddetta modernità, abbandonando come zavorra la sua tradizione, e più questi ultimi si allontano.
Qualcuno, sommessamente, all’interno dei Palazzi apostolici, chiede di riprendere almeno in parte il ricco tesoro dottrinario, ma sono per ora voci che gridano nel deserto.
La maggioranza, o almeno quelli che hanno il potere, come se nulla fosse, continuano nella loro corsa andando incontro al precipizio contenti e giulivi.
Insomma una specie di crociera del Titanic tra gli iceberg.
Sono troppo allarmista? Non credo.
In questi cinquant’anni non c’è un solo dato confortante, anzi ogni anno la situazione peggiora, impressionante è il calo delle vocazioni e dei fedeli un po’ dovunque nel mondo.
Non c’è una regione, anche quelle che un tempo erano i nuovi bacini del cristianesimo come Africa e America Latina, dove la Chiesa è ridotta al lumicino a causa del crollo sia delle vocazioni e sia per la fuga dei fedeli che cominciano a sentire il richiamo verso la concorrenza delle sette protestanti o, addirittura, dell’ateismo.
In Europa, poi, la situazione è a dir poco drammatica da questo punto di vista.
Prendiamo l’esempio della Germania, dove la Chiesa, con i protestanti, è sempre stata una realtà molto incisiva, un pilastro sociale, anche perché è il secondo più grande datore di lavoro per i tedeschi, con più di un milione di posti di lavoro e, insieme alle altre Chiese raccoglie ancora una montagna di offerte.
Tutto bene sembrerebbe almeno in superficie, ma a far tornare alla realtà bisogna leggere un recente sondaggio dello scorso dicembre, condotto dall’Istituto Allensbach proprio per conto la Chiesa cattolica, che ha impietosamente rivelato il declino della fede tra i tedeschi, si va da un 10% ad un 15% di cattolici osservanti.
Secondo molti analisti, questo sondaggio segnala una Chiesa che sembra assomigliare più ad un club socio-culturale e nulla più.
A rendere ancora più drammatica la situazione tra i cosiddetti fedeli, il 60% di loro non crede in una vita dopo la morte e appena un terzo crede nella Resurrezione di Cristo, il fondamento del Credo cattolico. Come risponde la Chiesa locale a questa crisi? Invece di fare un salutare “mea culpa“, spinge l’acceleratore delle riforme in avanti, verso il progresso per alcuni e verso il baratro per altri.
La Chiesa cattolica tedesca, quella ufficiale, viene da tempo accusata di aver messo in atto un percorso di “protestantizzazione” della fede e, come si legge dalle ultime esternazioni del cardinale Rehinard Marx, mai il detto latino “Nomen omen” fu più azzeccato, riportate dal Die Welt, confermano questa situazione.
“Dopo 50 anni di dialogo ecumenico congiunto – ha scritto entusiasta il cardinale di Monaco e Frisinga – è possibile per un cristiano cattolico leggere i testi di Lutero con apprezzamento e imparare dai suoi pensieri“.
Si avvicina l’anniversario della Riforma nel 2017, e il bravo cardinale ci ricorda ancora che “Lutero non ha lo scopo di dividere la Chiesa, ma con i suoi richiami ha voluto portare l’attenzione su ciò che “oscurava il messaggio del Vangelo“.
Leggere tante sciocchezze insieme a tanta eresia fa star male ogni sincero cattolico.
Il presule, dimentica che Lutero, solo per citare le tesi più note, alle quali non credo che un sincero cattolico possa sorvolare definiva la celebrazione della Messa una blasfemia, era contro il culto dei santi e della Vergine Maria, contro il papato e la gerarchia ecclesiale, i sacramenti ridotti come elemento simbolico, inoltre, sempre il buon Lutero, riteneva che nell’Eucarestia non vi era la reale presenza di Cristo e per ricevere la grazia divina non occorre la mediazione di un clero istituzionalizzato: tra l’uomo e Dio, diceva, c’è un contatto diretto, abolendo di fatto la trasmissione apostolica, infine, senza citare le persecuzioni fino ad epoche recentissime contro i cattolici.
Tutto questo, secondo il “buon” cardinale sono solo quisquiglie su cui tranquillamente si può passare sopra, l’importante è l’unità, si, ma su quali basi comuni? Come si fa a trovare un contatto con i protestanti?
Un tempo questo cardinale sarebbe stato considerato scismatico ed eretico, ma oggi una Chiesa così dottrinalmente debole, aperta solo a riempire le piazze, ma non le chiese, lascia la Barca di Pietro alla deriva, verso la tempesta.Per fortuna Cristo, fondando la sua Chiesa, ci ha lasciato la promessa che, nonostante le tante crisi, anche le più drammatiche attraverso i secoli, alla fine i suoi nemici “non praevalebunt” e su questa promessa, nonostante tutto, riusciamo a vedere per essa ancora un futuro luminoso.
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::autore_::di Antonello Cannarozzo::/autore_:: ::cck::420::/cck::