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In Italia nel 2012, ultima data delle statistiche, si sono avuti meno divorzi e meno separazioni. Abbiamo così, rispetto all’anno precedente, un meno 0,6 per 88.288 divorzi e un meno 4,6 per 51.319 separazioni.
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In Italia nel 2012, ultima data delle statistiche, si sono avuti meno divorzi e meno separazioni. Abbiamo così, rispetto all’anno precedente, un meno 0,6 per 88.288 divorzi e un meno 4,6 per 51.319 separazioni.
Le cifre, come si sa, sono aride, ma sapendole interpretare svelano un malessere sociale non indifferente.
L’età media alla separazione è di circa 47 anni per i mariti e di 44 per le mogli; ma nelle cause di divorzio l’età raggiunge, rispettivamente, una media di 49 e 46 anni.
Questi dati sull’età sono aumentati attraverso gli anni specialmente, secondo molti analisti, per la posticipazione delle nozze in età più matura, ci si sposa in media intorno ai 30/35 anni, e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne.
Lasciare il proprio partner, la famiglia, i figli, le proprie abitudini per non parlare del proprio patrimonio economico, non è certo come mandare giù una pillola con un bicchiere d’acqua. Spesso le cause in tribunale, si protraggono all’infinito, tra carte bollate, avvocati, ingiurie da ambo le parti, insomma uno stress che non lascia scampo per la salute personale dei contraenti.
Purtroppo, non è solo un modo di dire, la separazione tra i coniugi fa male ed anche in maniera seria.
A dichiararlo è un attento studio dell’Università dell’Arizona che ha esaminato 138 persone separate o divorziate per circa otto mesi, individuando il pericolo principale nelle difficoltà di addormentamento.
Non solo aumenta in maniera esorbitante lo stress, l’ipertensione e la depressione, ma prima, durante e dopo tutte le fasi di separazione ne risente gravemente il sistema immunitario e in questo modo, facendo i dovuti scongiuri, il rischio di una morte anticipata è da tenere da conto.
La causa più stressante è quando si arriva al fatidico passo: “Torno da mia madre” magari solo dopo pochi mesi dal matrimonio e questo è il primo trauma che il soggetto deve subire. Cadono tutte le certezze, i sogni, si comprende subito di aver fallito e questo genera malessere, solitudine e quant’altro pone in grave stress il divorziante.
A chiarire meglio la situazione è un altro studio americano, sempre della stessa università, che ha esaminato 158 sposate nel 1981, trentaquattro anni fa, ma che già dopo il primo anno di entusiasmo sono passate alla routine quotidiana che da tutti è visto come il primo campanello d’allarme per una crisi incipiente.
Stando sempre ai dati dei ricercatori, dopo tredici anni 56 degli intervistati avevano divorziato, 32 coppie dichiaravano di essere unite in maniera infelice e solo 68 coppie erano ancora felicemente sposate.
La tesi conclusiva dei ricercatori quindi che “le chance di divorzio dipendono da quanto il matrimonio cambia rispetto all’ideale romantico nei primi due anni” e, aggiungiamo noi, probabilmente per contro un buon matrimonio ti allunga la vita.
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::autore_::di Amedeo Feliciani::/autore_:: ::cck::456::/cck::