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La confusione… regna sovrana

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Con il trascorrere delle settimane e dei mesi nutriamo sempre la speranza di intravedere nella scena politica e sociale del Paese, qualche segno che indichi un’evoluzione positiva o almeno chiara, definita, percepibile

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Con il trascorrere delle settimane e dei mesi nutriamo sempre la speranza di intravedere nella scena politica e sociale del Paese, qualche segno che indichi un’evoluzione positiva o almeno chiara, definita, percepibile, dove gli elementi per una volta si fermino in una posizione e permettano di distinguere posizioni, scelte, programmi, obiettivi.
L’impressione che si ricava resta invece defatigante. Se ogni cittadino potesse dedicare – mentre si affanna a conservare il lavoro, a mantenere la famiglia e un discreto benessere – un po’ di tempo a capire che cosa ha davanti, si allontanerebbe con orrore e raccapriccio. Se la situazione politica è quella che ci appare, siamo fritti, sarebbe il commento immediato e non qualunquista.
Non c’è dubbio, poi, che l’inventiva, l’autoreferenzialità, la facciano da padrone. Prima di analizzare l’intero desolante panorama che gli italiani si apprestano a discernere nelle prossime tornate elettorali, ci dedichiamo per un momento all’ultima novità: la “discesa in campo” del leader della Fiom, Landini.
Tanto tuonò che piovve potrebbe essere l’incipit della sua avventura. Sindacalista duro e puro, duro sicuramente, puro non possiamo certificarlo come per nessun altro, il nostro ha rotto gli indugi e dopo aver attaccato padroni e imprenditori accusandoli di ogni nefandezza, poi i sindacati che non sono il suo (compresa la casa madre Cgil), ora ha finalmente scoperto le carte, anche se non del tutto, lanciando qualcosa che dovrebbe essere un incubatore politico verso un futuro a sinistra: coalizione sociale.
Che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa, recitava l’adagio riferito all’araba fenice, mitologico animale propiziatore. Ecco, secondo Landini il nuovo soggetto, non è o non vuole essere un partito nel senso tradizionale come se in Italia oggi potessimo stabilire che cosa sia un partito tradizionale, ma un riferimento di un’area che inevitabilmente si situa a sinistra, molto a sinistra, del Pd o meglio della minoranza di sinistra del Pd! Non stiamo farneticando, è proprio questo lo stato degli atti. La reazione istituzionale è stata cauta, quella della Cgil della Camusso gelida, quella della sinistra del Pd terrorizzata: qualcuno cerca di toglierli la terra sotto i piedi!
In più, sembra inevitabile, il nuovo soggetto dovrebbe costituire una posizione politica simile a Syriza greca e a Podemos in Spagna. Come a dire un insieme di certezze granitiche fondate non si sa dove, su quello che non si deve fare, e un’assoluta confusione su quello che si deve fare per ricostruire società e paesi! Il tutto chiedendo fiducia totale senza pensare a coalizioni con altre forze politiche e quindi una cambiale in bianco! Bah!
Quello che abbiamo appena descritto è, potremmo dire, “uno dei corni della fiamma antica” come direbbe l’Alighieri, dove l’antichità sta nella stantia incapacità di risposte vere a problemi veri e nel tentativo di dare risposte ideologiche e settarie a problemi di tutti. Dunque capacità divisiva a go gò dove “sociale” è solo un accattivante aggettivo per creare fumus all’orizzonte.
Gli altri “corni” ci riportano verso il resto dello scenario. Quello che più agita e sconcerta, è lo stato del centro destra. L’ex cavaliere ha visibilmente perduto il suo carisma (che viene evocato in diversi sensi da amici e nemici ad uso proprio) ma si illude o viene pericolosamente illuso di avere ancora chanches ad esso legate. Intanto la sua Forza Italia oscilla come un pendolo impazzito, un po’ di qua, un po’ di là. Da una parte cerca di ritessere un percorso comune con Ncd e area popolare ad esso connessa, dall’altro alimenta il flirt con la Lega movimentista di Salvini ormai lepenizzata nelle parole e nei fatti, dunque difficilmente recuperabile a un’area di governo necessariamente moderata. Risultato, le prossime elezioni ci diranno qualcosa in proposito, una gigantesca confusione nella quale non si vedono con chiarezza finalità e certezze!
Su fronte penta stellato non si riesce più a comprendere quale sia il cammino di una truppa sempre più sfilacciata e scomposta quanto arrogante e settaria, ma senza una linea costruttiva. L’Italia diversa che i guru indicavano si è ridotta a una sequela di no, di insulti, di invettive continue. Alla domanda su quale sia il progetto su questo o quel tema, la risposta di donne e uomini “cittadini” è “abbiamo un nostro progetto e lo discuteremo in rete e poi in Parlamento”. In pratica fuffa al quadrato e una grande tristezza per quanti avevano immaginato di cambiare il paese contro la casta.
E veniamo al terzo corno (esistono anche cornetti ma sostanzialmente ininfluenti): quello costituito dal premier e dal suo Pd (strana evoluzione per la forza erede delle tradizioni di popolare e comunista almeno nelle intenzioni divenire un partito comunque personale). Qui siamo in uno status diverso in apparenza. La mano sul governo e sul potere economico, per il momento esercita una forte attrazione “interclassista” assicurando una dignitosa autonomia parlamentare, quel che manca però è il senso complessivo che si vuole dare a questo processo in atto. Anche qui sinora abbiamo sentito soprattutto quello che non si deve essere e su quel che si deve essere, in pratica slogan e proiezioni al futuro. Ancora poco per parlare di netto cambiamento e di passo in avanti, mentre tutto intorno si gioca al massacro per impedire che le riforme vadano avanti e che la ripresa si affacci e si confermi! Poco consola che attualmente sia l’unica realtà sulla quale provare a sfidare la sorte!
Dunque, la confusione regna sovrana!

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::autore_::di Roberto Mostarda::/autore_:: ::cck::491::/cck::

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