::cck::538::/cck::
::introtext::
Non è semplice, in alcuni casi è anzi defatigante, cercare di comprendere quel che accade nello scenario politico del nostro paese. Non che in altri paesi democratici non vi siano contraddizioni e mutamenti anche incisivi.
::/introtext::
::fulltext::
Non è semplice, in alcuni casi è anzi defatigante, cercare di comprendere quel che accade nello scenario politico del nostro paese. Non che in altri paesi democratici non vi siano contraddizioni e mutamenti anche incisivi.
Il fatto è che nessuna categoria di analisi sembra più aiutare a percepire e capire che cosa sta esattamente accadendo tra le forze politiche (più esatto sarebbe definirle “debolezze” politiche) che si muovono in Italia. A volte si ha la sensazione che quel che accada abbia più a che fare – si perdoni l’accostamento per rispetto al tema, ma la tentazione è irresistibile – con la sindrome della schizofrenia con tendenze paranoidi, che non con la normale e augurabile dialettica tra diverse posizioni. Un’esagerazione retorica certo, ma si può senza tema di smentita osservare: chi ci capisce è bravo, sicuri che non si troverà alcuno in grado di decifrare il tutto.
L’immagine che viene alla mente, per la sua confusione legata anche alla ricostruzione della vicenda da diversi angoli visuali è la famosa sparatoria all’O.K. Corral, un episodio della storia del Far West che ha ispirato numerosi film western.
Il fatto ebbe luogo il 26 ottobre 1881, poco dopo le 14.30, in una stretta striscia di terreno non ancora assegnata nota come “lotto 2”, nel 17º blocco, non molto distante dall’ingresso posteriore del corral (ricovero per cavalli) di Tombstone, in Arizona. I fratelli Wyatt Earp, Morgan Earp eVirgil Earp con Doc Holliday duellarono contro Billy Claiborne, Frank McLaury, Tom McLaury, Billy Clanton e Ike Clanton. In trenta secondi fu sparata una trentina di colpi di pistola. I due McLaury vennero uccisi, così come Billy Clanton, mentre Billy Claiborne e Ike Clanton fuggirono perché disarmati. Sull’altro fronte, Morgan Earp, Virgil Earp e Doc Holliday rimasero feriti, ma sopravvissero. Agenti federali e banditi, si disse, in qualche caso emersero dubbi sui traffici che vedevano implicati i cosiddetti rappresentanti della legge dunque non così immacolati. Tant’è a distanza di oltre un secolo, nessuno ha posto la parola fine.
Ecco, in questo, la similitudine è perfetta, come anche la complessità e nebulosità delle motivazioni che vedono sempre schierati su parti opposte e sovente pretestuose i politici di casa nostra, tutti accomunati dall’affermazione di avere a cuore “il bene del paese”. Solo che le risposte che ognuno intende dare sono sempre parziali, non inclusive e dunque di parte. Di qui la confusione per il cittadino che non avverte assolutamente quel “bene” al quale si fa riferimento e che sarebbe poi il suo, nel senso di certezze giuridiche, chiarezze amministrative, efficienza amministrativa e via dicendo.
Quello che vediamo svolgersi quotidianamente, infatti, potrebbe benissimo essere trasferito nell’assolata e polverosa spinata del Corral di Tombstone. E quel che impressiona di più è l’assoluta confusione che regna in ogni ambito.
Il Partito democratico, l’unico ancora definibile tale, appare sempre più una rissosa “federazione” di personaggi e posizioni divergenti dove la spaccatura riguarda tutte le “fu” anime originarie. Terreno di scontro ora la legge elettorale che torna centrale per le fasi parlamentari. Ancora una volta assistiamo all’arroccarsi della minoranza contro la linea dettata dal segretario/premier in nome del diritto dei cittadini ad esprimere liberamente il proprio consenso. Come se nel corso dei decenni trascorsi questo sia stato realizzato e adesso si voglia impedire. Con buona pace dei causidici analizzatori dei flussi e riflussi, quasi mai i cittadini hanno potuto scegliere esattamente quel che avrebbero voluto. Ma l’importante è continuare la sfida interna con ogni mezzo, spesso non riuscendo a far comprendere il perché. Stessa confusione regna nel sindacato che fu vicino al Pd, la Cgil, percorsa da pulsioni politiche come quelle del leader della Fiom che vorrebbe creare un partito non partito, per una sinistra non sinistra ma a sinistra del Pd renziano e che accomuni gli eterni perdenti ma ortodossi del passato comunista raccolti in parte attorno a Sel. Quel che accadrà per l’Italicum sarà la cartina di tornasole dei possibili sviluppi, al di là della eventuale disciplina di “partito”.
Se ci volgiamo altrove, constatiamo che il Movimento Cinquestelle continua ad esistere solamente in un senso non politico: quello del movimento, appunto. Nessuno riesce a capire quale sia la linea, quali siano i punti di forza dell’azione parlamentare. In più resta il silenzio dei guru assordante dopo essere stati ricevuti al Quirinale. Anche qui, quasi ogni giorno è sfida all’Ok Corral, con i fuoriusciti, e gli espulsi, i colpiti da ostracismi di rete vari.
Per quel che riguarda il centrodestra, oltre alla scissione dei neutrini che cercano di riassociarsi, spaventa il livello di caos di Forza Italia, ormai ombra di quella che fu la corazzata personale dell’ex cavaliere. Non c’è più alcun centro di gravità permanente “che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente”, come recitava il testo della canzone di Franco Battiato. Piccoli e grandi potentati, capi e capetti, sono alla deriva e alla ricerca di un approdo e in lotta gli uni contro gli altri. E questo avviene nel silenzio pesante, imbarazzante e altamente significativo di Berlusconi che uscito assolto dal suo stato giudiziario, sembra aver perduto la spinta personale a dare un senso all’area politica da lui stesso messa in piedi e sostenuta per decenni. Accanto la Lega di Salvini che continua a cannibalizzare l’elettorato forzista “forzandolo”, sia consentita la ripetizione, in territori che nulla hanno a che vedere con la rivoluzione liberale annunciata oltre vent’anni fa.
E’ dunque un quadro sconfortante quello che appare, soprattutto perché nell’arida cornice di Tombstone, anche se con i propri scheletri nell’armadio, si sapeva chi era contro chi. Oggi in Italia, tutti sono contro tutti apparentemente e il rischio è che il fischiare delle pallottole divenga tale da non capirne l’origine, soprattutto se capita di essere colpiti!
Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente… over and over again…!!!
::/fulltext::
::autore_::di Roberto Mostarda::/autore_:: ::cck::538::/cck::