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Finalmente i nostri giovani sono i primi in qualche classifica europea, peccato che non sia proprio un dato di cui vantarsene.
Si tratta dell’uso di psicofarmaci non prescritti.
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Finalmente i nostri giovani sono i primi in qualche classifica europea, peccato che non sia proprio un dato di cui vantarsene.
Si tratta dell’uso di psicofarmaci non prescritti.
Più di duecentomila li hanno utilizzati lo scorso anno e 395 mila dei ragazzi sotto i vent’anni li hanno assunti anche in passato, inoltre cresce il numero di coloro che diventano consumatori abituali con un uso di almeno dieci volte solo nell’ultimo mese. Oggi sono 43mila, nel 2007erano 27mila.
Ricordiamo che se circa il 10% dei nostri teenagers usa psicofarmaci, la media europea è appena del 6.
I dati del Cnr riportano che il 17% degli studenti italiani, tra i 15 e 19 anni, hanno utilizzato psicofarmaci non prescritti almeno una volta nella vita e il 9% di loro ne ha fatto uso nell’ultimo anno.
Solitamente sono medicinali per dormire, utilizzati durante l’anno dal 6% degli alunni, soprattutto ragazze, 8% contro il 4% dei maschi, per reggere lo stress scolastico.
A questi farmaci dobbiamo aggiungere i farmaci per studiare meglio e che spesso aiutano a poter anche prolungare le notti in discoteca, oltre quelli per l’attenzione e l’iperattività consumati dai ragazzi per il 3%.
Il campionario è ancora vasto: dalle prestazioni sessuali alla regolarizzazione dell’umore, ne fanno uso circa il 2,4% o come aiuto alle solite diete sempre più dannose per l’organismo.
Ma quali sono le motivazioni per un uso così esponenziale di questi prodotti?
Sono tante, ma il motivo predominante tra questi giovani rimane l’immaturità.
Inizialmente erano consumati per migliorare i risultati a scuola, in seguito soprattutto per rimanere svegli nelle lunghe notti in discoteca e sballare “legalmente” per poi cercare di dormire, dopo tanti eccitanti.
Tutto sempre senza alcuna ricetta medica, ma gestito con il classico fai da te usando i medicinali dei genitori o, peggio, acquistando su internet prodotti senza alcuna sicurezza farmacologica che promettono concentrazione, attenzione, un buon sonno o, come abbiamo già sottolineato, l’aiuto alla dieta che si trasforma in molti casi in anoressia.
A lanciare l’allarme su questo incremento dell’uso sregolato di farmaci è lo studio Espad italia (european school survey project on alchol and other drugs) portato avanti dal reparto di epidemiologia e ricerca dell’istituto di fisiologia clinica del consiglio nazionale delle ricerca di Pisa, (Ifc-Cnr).”Li prendono soprattutto mischiati con l’alcol, per loro è droga legale e a buon mercato, che trovano in casa o facilmente in rete”, denuncia la ricercatrice del Cnr, Sabrina Molinaro, che da anni si occupa del fenomeno e che ben conosce il panorama dei consumi di droghe in Italia, un mercato sempre in crescita.
Solo nel 2014 i consumatori di cannabis sono saliti a 600mila, mentre è diminuito a 27mila giovani quello di eroina, più o meno stabili invece gli altri stupefacenti con 90mila consumatori di allucinogeni, 60mila di cocaina, 20mila di stimolanti, dieci o più volte nell’ultimo anno e poi 40mila i compratori affezionati delle smart drugs, preparati di origine naturale o sintetica, che contengono principi attivi di estratti vegetali e sostanze psicotrope come efedrina, caffeina, mescalina, ecc.
Purtroppo, i giovani con la loro incoscienza dovuta all’età spesso non sanno nemmeno quello che assumono, sono 54mila gli studenti che dichiarano di non sapere neanche cosa sono e cosa contengono queste sostanze e né tanto meno gli effetti spesso gravi collaterali.
È un problema grave, non solo perché in crescita, ma perché avvia nei prossimi anni un’intera generazione a malattie cerebrali assai gravi con gravi costi sanitari ed economici per il Paese, ma ciò che amareggia ancora di più, è che tutto questo per uno sballo in più in discoteca.
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::autore_::di Sergio Brizzi::/autore_:: ::cck::563::/cck::