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Montagne innevate, ghiacciai eterni, prati verdi, fiori multicolori: è questo il contrasto paesaggistico che troviamo d’estate sulle nostre Alpi, meravigliose, incontrastate guardiane dei confini nordici italiani.
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Montagne innevate, ghiacciai eterni, prati verdi, fiori multicolori: è questo il contrasto paesaggistico che troviamo d’estate sulle nostre Alpi, meravigliose, incontrastate guardiane dei confini nordici italiani.
Dalle statistiche risulta che quest’anno gli italiani, per vari, noti motivi, hanno deciso di trascorre le vacanze all’interno nel nostro Paese. Di questi vacanzieri, pochi hanno privilegiato i monti. Probabilmente la causa scatenante di questa scelta è il caldo eccessivo che ha risvegliato nella gente la voglia di spogliarsi, di immergersi nelle azzurre acque mediterranee, liberandosi delle vesti e dei pensieri. E la tiepida calura estiva delle nostre valli, le più incontaminate e suggestive del mondo? Tra le pieghe delle Dolomiti si nascondono paesaggi capaci di trasmettere enormi emozioni, attraverso i colori, i profumi, i sapori. Dalle molteplici sfumature di verde che vanno da quello brillante dei prati, allo smeraldo dei boschi arrampicati lungo le pendici; dagli azzurri sfumati dei profondi laghetti disseminati qua e là, al bianco delle casette che sembrano raccogliersi a chiacchierare pigramente ai bordi dei sentieri dove passeggiano turisti stanchi, desiderosi di calma e di silenzio, mentre le cime dei campanili che svettano sui tetti rossi sembrano piccoli fari che indicano ai viandanti la strada del ritorno, tutto sembra scenograficamente costruito per un mondo di fiaba. Qua e là uno scampanio avverte della presenza di una mandria di buoi al pascolo o di un gregge, tenuto sapientemente raccolto da abili cani pastori che poco concedono a qualche indisciplinato avventuriero che si permette un tentativo di libertà. Dal vento che batte la brughiera, arriva un profumo di fieno tagliato che sarà il nutrimento degli animali nel lungo, duro inverno, al quale i valligiani sono da sempre abituati, affrontandolo con rassegnata determinazione nel tepore delle case riscaldate da scoppiettanti camini.
Questi sono i nostri monti e tra queste valli ne descriveremo una a caso, la più settentrionale del territorio italiano, ai confini con l’Austria: la Valle Aurina.Da qui, nel 1947, passarono 5000 persone, soprattutto ebrei sopravvissuti all’Olocausto. Arrivavano dall’Europa centro-orientale e, attraverso il Passo dei Tauri, giungevano in Italia. Circondata da 80 montagne, la valle confina a nord con Campo Tures, dove si erge il castello di Brunico e finisce con il comune di Predoi. Proprio qui, nel XVI secolo fu scoperta una vena di rame e la miniera restò in funzione fino agli inizi del ‘900, epoca in cui fu chiusa dopo varie vicissitudini. Oggi, per incrementare l’economia locale, le donne si dedicano alla creazione di manufatti di pizzo a tombolo e, per trasmettere questa preziosa arte alle nuove generazioni, hanno fondato anche una scuola.
La Chiesa parrocchiale di San Giovanni è il centro spirituale della Valle, ma la Chiesetta del Santo Spirito a Casere, in stile tardogotico, una delle più antiche dell’Alto Adige ed è, senza dubbio, considerata il simbolo della valle.
Tra le montagne principali che circondano la Valle Aurina troviamo il Picco dei Tre Signori, il Pizzo Rosso, il Monte Lavello, il Monte Fumo e la Vetta d’Italia.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::692::/cck::