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Il Cilento, culla della Dieta Mediterranea, che dal 2010 è diventata patrimonio culturale intangibile dell’umanità. Basta lasciarsi la costiera amalfitana alle spalle, cugina più blasonata e mondana
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Il Cilento, culla della Dieta Mediterranea, che dal 2010 è diventata patrimonio culturale intangibile dell’umanità. Basta lasciarsi la costiera amalfitana alle spalle, cugina più blasonata e mondana, e dirigersi verso sud, oltre Salerno, per trovare una terra ancora più fertile e rigogliosa, selvaggia, incontaminata. Da Paestum a Palinuro, e poi ancora giù fino a Marina di Camerota, quasi a toccare con un dito la Basilicata. Un viaggio slow, da vivere con i ritmi lenti della natura, tra borghi di pescatori e paesi arrampicati sulle montagne, affacciati sul blu cobalto del mediterraneo. Vigne, ulivi, mirti, pini, la macchia mediterranea in tutto il suo splendore che con le sue mille sfumature di verde, si tuffa nel mare. Un mare sfolgorante sulla costa e il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano nell’entroterra, anch’esso patrimonio Unesco. Montagne, gole, boschi fitti come muschio, cascate, torrenti, sentieri per il trekking. Una porzione di Campania di una bellezza struggente tutta da scoprire, a costi contenuti.
Si parte da Paestum, antica città di Poseidonia al tempo della Magna Grecia, oggi una piana fertile, incastonata fra monti che le sorgono dietro e il mare che si estende davanti. A sinistra il golfo di Salerno e la Costiera Amalfitana. A destra il promontorio di Agropoli, da cui parte tortuosa la strada costiera cilentana. Qui il luogo ideale dove soggiornare è il Casale Giancesare, nel comune di Capaccio. Un bed and breakfast di charme, affacciato sulle vigne (di loro proprietà), sulla piana e, in lontananza, anche sul mare. Un grande prato all’inglese con ulivi centenari, le amache e una piscina. Un luogo ameno, chic, romantico. Si fa colazione sotto il pergolato e davanti al prato, con le marmellate biologiche del casale, prodotte con la loro frutta di stagione. E poi crostate, torte, muffin alle mele. Oltre alle confetture, la famiglia Voza produce anche dell’ottimo fiano e olio d’oliva. Tutto rigorosamente biologico. I proprietari vi faranno sentire come a casa vostra, con la loro accoglienza calda e i loro preziosi consigli sul territorio. Dal Casale all’area archeologica sono 10 minuti di macchina. Questa è una tappa imperdibile, con i tre templi di ordine dorico, meravigliosamente conservati e quasi esempi unici di architettura magno-greca. Goethe, nel suo Grand Tour, scrive “finalmente, incerti se camminavamo su rocce o maceria, potemmo riconoscere alcuni massi oblunghi e squadrati, che avevamo già notato da distante, come templi sopravvissuti e memorie di una città una volta magnifica”. Per rifocillarvi dopo la visita ai templi, troverete a pochi metri dall’ingresso la Bottega del Gusto. Ottimi prodotti del territorio, fra cui il tagliere di formaggi di bufala e l’insalata con friselle, pomodorini e carciofini sott’olio del Cilento. Buona la lista di etichette locali e squisiti i liquori al finocchietto selvatico e ai fichi. Dal sito archeologico, in pochi minuti di macchina vi troverete da Vannulo, storica tenuta che produce una mozzarella di bufala a dir poco sublime. Anche qui, tutto rigorosamente biologico. 600 bufale che vengono curate come figlie e che producono una materia prima eccellente. L’azienda Vannulo produce mozzarelle, yogurt e gelati preparati con il latte di bufala, cioccolato, creme spalmabili e da poco anche il pane, con il lievito madre. Km 0 e grandissima attenzione e rispetto per il territorio. I loro prodotti sono acquistabili unicamente in loco, in modo che la qualità sia sempre garantita. È anche possibile prenotarsi per fare una visita all’azienda e degustare i loro prodotti. Ma le eccellenze del territorio sono tante, fra cui l’azienda agricola Maida che produce ortaggi sott’olio, pomodori, confetture e creme, riproponendo sapori quasi scomparsi attraverso vecchi metodi di lavorazione artigianale, valorizzando antiche colture di cui si sarebbero altrimenti perse le tracce e l’azienda Vitivinicola di Giuseppe Verrone, che sulle morbide colline dietro Paestum produce un Aglianico in purezza DOP di straordinaria finezza, “Attimi d’Amore”.
A dieci minuti di macchina da Capaccio, percorrendo una strada sinuosa che si inerpica fra ulivi e campi di grano, si raggiunge Trentinara, il balcone del Cilento, da cui vedere un tramonto indimenticabile. Nei vicoli in pietra del vecchio paese si trova la locanda Lu Vottaro. Un salto indietro nel tempo, pochi tavoli, un pozzo al centro della sala e in estate si può godere di un gradevole giardinetto interno, in cui mangiare sotto un pergolato che protegge dal caldo. Lanterne e molta intimità, il menu è fisso e costruito sui prodotti che offrono i contadini locali, di giorno in giorno. Ottimi ravioli fatti in casa e la parmigiana. Da Trentinara si prosegue verso Agropoli, da cui parte la strada costiera cilentana. Agropoli, Castellabate, Agnone, San Mauro Cilento, Acciarioli, Pioppi, Pollica. Un fazzoletto di terra della lunga vita, come lo aveva soprannominato Ancel Keys, il fisiologo Statunitense pioniere degli studi sull’alimentazione, colui che scoprì, negli anni 50, che la Dieta Mediterranea (dal greco diatia, stile di vita) proteggeva dalle malattie cardiovascolari. Perché come scrive Elisabetta Moro, antropologa ed autrice del libro La Dieta Mediterrnaea, Mito e Storia di uno stile di vita, «se appare tautologico affermare che nel bacino del mare nostrum si è sempre mangiato alla maniera mediterranea, è pur vero che fino a quando qualcuno non ha accostato per la prima volta questi due termini, innescando una scintilla nell’immaginario occidentale, nessuno paradossalmente se n’era accorto».
La strada costiera, una lingua di asfalto sinuosa che attraversa una macchia folta e lussureggiante, fra rocce scoscese a picco sul mare e borghi marini adagiati sulle colline. Bellissima e pittoresca Agropoli, col suo centro storico sospeso sul mare. Con qualche curva si raggiunge Santa Maria di Castellabate, bella anche lei, con la sua lunga spiaggia sabbiosa. Meravigliosa Punta Licosa, un paradiso per i bagnanti alla ricerca del Cilento più selvaggio. Si arriva unicamente a piedi o in bicicletta, attraversando i sentieri naturali del Parco Forestale tra la macchia mediterranea e si spunta su tante spiagge, bagnate da un mare screziato di azzurri e turchesi. Superando Ogliastro Marina si arriva ad Agnone, piccolo paese di pescatori sull’acqua. Qui si mangia pesce fresco a pochi passi dal lungomare dal ristorante Paisà. Qualche tavolo in legno, un menu che varia a seconda del pescato del giorno, gentilissimi i proprietari. Notevoli le alici imbottite e ripassate nel pomodoro, il tonnetto del mediterraneo sott’olio (prodotto da loro) con la cipolla e gli spaghetti cozze e fiori di zucca. Si prosegue sulla strada costiera Cilentana e si arriva ad Acciaroli, con la sua spiaggia lunga e sabbiosa e il mare azzurro. Qualche altra curva a picco sul mare e si arriva a Pioppi, borgo di pescatori e luogo che i coniugi Keys avevano eletto come buen retiro. Qui, davanti alla spiaggia di sassi e all’interno dell’aristocratico Palazzo Vinciprova si trova il Museo Vivente della Dieta Mediterranea “Ancel Keys”, testimonianza dei luoghi della dieta e del valore che ha avuto ed ha tutt’ora per i Cilentani, non solo intesa come nutrizione ma come forma di vita. A pochi chilometri e vertiginosamente in alto si trova Pollica, adagiata sulle montagne, affacciata sul mare e sul promontorio di Palinuro. Lasciando la strada tortuosa e proseguendo verso Sud, si raggiunge la meravigliosa spiaggia di Marina di Ascea, chilometri di sabbia bianca e acque turchesi. A pochi chilometri Palinuro e poi Marina di Camerota. I più temerari non devono perdersi la Cala degli Infreschi, all’interno dell’Area Marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta. Una strada scenografica che passa sotto archi di roccia naturale, montagne da una parte e una distesa di mare blu dall’altra. Lasciata la via principale, una strada sterrata vi porterà, quando avete oramai quasi perso ogni speranza, in un luogo paradisiaco, il Porto degli Infreschi, eletta nel 2014 la spiaggia più bella d’Italia. Un mare da fare invidia ai caraibi, cristallino, circondato da una vegetazione foltissima e una natura incontaminata. La spiaggia è anche raggiungibile via mare. Al ritorno dalla spiaggia potrete fermarvi nell’unico punto di ristoro disponibile, una piccola trattoria con tavoli all’aperto, protetti da una pergola coperta di vite e grandi alberi di gelsi neri, per mangiare friselle con pomodorini, cipolle, acciughe e tonno.
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::autore_::di Clio Morichini::/autore_:: ::cck::694::/cck::