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Tra pochi giorni celebreremo un mese dal “grande ricatto” nei confronti dei cittadini di Roma e di tutti coloro che ritenevano di essere ammessi al privilegio di poter usufruire dei pubblici servizi di trasporto nella “città eterna”
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Tra pochi giorni celebreremo un mese dal “grande ricatto” nei confronti dei cittadini di Roma e di tutti coloro che ritenevano di essere ammessi al privilegio di poter usufruire dei pubblici servizi di trasporto nella “città eterna”: era il 3 luglio, quel venerdì, quando, invece, fu dichiarata “guerra alla civiltà!”
Ma non si trattava di terroristi. Erano mesi, anzi anni, che dico, erano decenni che aveva luogo una indecorosa vicenda e non era certamente l’unica. Protagonisti sono stati tanti e diversi, non tutti identificati al momento. Cominciamo dai buoni, coloro che per i motivi più vari decidono di lavorare e che quotidianamente devono recarsi al lavoro o in ospedale, o dovunque abbiano necessità, senza, tuttavia, dover investire somme astronomiche acquistando passaggi con la propria autovettura, un taxi o il jet privato.
Dall’altro lato della barricata un esercito molto agguerrito, scaltro, dotato di sofisticate armi a cominciare dal ricatto, talvolta deciso per convinzione, talaltra defilato o protetto dall’omertà.
Come in tutte le guerre, non c’è uno che ha ragione al 100% e l’altro torto marcio. E come in tutte le guerre non c’è uno che vince al 100% e l’altro che perde tutto.
Ma il bello è che la guerra, quella vera, non è finita, anzi, forse non è neanche cominciata, anche se sul terreno giacciono già resti disumani. Si riconoscono tra i caduti brandelli di politica, resti di onestà, pezzi di amor proprio, ma i veri responsabili si sono mimetizzati ed hanno salvato la pelle, quella propria, naturalmente, perché quella degli altri era troppo consumata e non valeva la pena salvarla.
Tra i feriti possiamo comunque incontrare già l’onore, il decoro, il senso del dovere, sentimenti come la vergogna, chiedo scusa per il refuso, l’onore non esiste più, c’è stato un errore.
Il dramma, però, è che l’esercito che ha subíto la ferocia degli aguzzini avversari deteneva già un salvacondotto che gli avrebbe consentito di attraversare le linee nemiche mimetizzato, senza farsi riconoscere. In verità non è stato così per tutti, perché ad un certo punto sono dovute intervenire le truppe della N.U. che hanno ramazzato gli ostili pretendenti della vittoria a tutti i costi, salvando, così, chi non lo meritava.
Titoli di coda.
In attesa di continuare nel prossimo articolo con la cronaca della stupidità umana dobbiamo un doveroso ringraziamento agli interpreti di questa puntata, tra i quali:
– il Sindaco Ignazio Marino, che malgrado la fatica, ha trovato anche la forza di chiedere scusa per …il disagio patito dalla comunità nella disonorevole vicenda;
– il PD romano, apparentemente intento a specchiarsi mentre il treno dell’onestà, almeno quella intellettuale, è già passato;
– la filiera del trasporto con amore, assente: purtroppo si gira da un’altra parte
– la filiera del trasporto con disonore, ancora tutta intatta, mentre i suoi avversari pretendono di conoscere nomi e cognomi dei colpevoli domandandosi ingenuamente se, prima o poi, qualcuno effettivamente pagherà.
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::autore_::di Anderson Ribeiro::/autore_:: ::cck::704::/cck::