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L’Italia è certamente, fra le altre cose, il Paese del Diritto.
E non da ora, ma da sempre e non il Paese, ma la Patria del Diritto.
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L’Italia è certamente, fra le altre cose, il Paese del Diritto.
E non da ora, ma da sempre e non il Paese, ma la Patria del Diritto.
Fin dal tempo dei Romani, anche nell’epoca imperiale, il Diritto è stato enunciato, celebrato e attuato, con le dovute eccezioni, quale un patrimonio della società.
È arrivato ai nostri giorni, sia pur attraversando varie epoche e vari regimi e varie difficoltà, quale il viatico di tutte le persone di ogni censo e cultura.
Insomma il baluardo dei diritti dell’Uomo.
Ferdinand aveva appena letto distrattamente della sentenza della Corte Costituzionale che dichiarava inapplicabile, perché appunto incostituzionale, il decreto Monti di anni addietro che bloccava per alcune pensioni l’adeguamento automatico al costo della vita.
Questa sentenza apriva una falla enorme nel già disastrato debito pubblico che rischiava di sforare, anzi certamente lo faceva, il parametro del 3% del rapporto debito/Pil.
Ferdinand veniva anche da una discussione, un po’ filosofica, ma condotta con leggerezza fra un bicchiere e l’altro con amici, della dualità delle cose. Cioè per esempio non esiste solo il bello ma anche il brutto, non solo il bene ma anche il male, il giovane e il vecchio e così via….
Non solo uno giustifica la presenza dell’altro senza il quale appunto, non potrebbe esistere.
E nel caso del Diritto cosa c’era quale l’opposto?
Lo Storto, forse, si disse Ferdinand.
E cosa era lo Storto in questa sentenza della Corte?
E iniziò a pensare, documentandosi un po’.
E venne a sapere che tutto era partito da un ricorso effettuato da un siciliano, su sollecitazione di qualche organizzazione di categoria, nato nel 1945 e pensionato dal 1999.
Quindi pensionato a circa 54-55 anni.
Quasi baby pensionato, ma tutto secondo il Diritto, per l’amore del cielo.
E naturalmente secondo il calcolo retributivo, naturalmente che veniva applicato all’epoca, anche qualvolta aumentando i salari negli ultimi anni, in modo da far avere al povero sciagurato che andava in pensione, un trattamento di quiescenza più vantaggioso.
Tanto chi pagava non era la ditta ma l’INPS.
Che si sa è un organo astratto che stampa moneta a volontà, secondo i Dirigenti di turno e non riguarda per niente gli Italiani, secondo molti altri.
Ma qui siamo alle stranezze, si disse Ferdinand pensando ad un altro rapporto quello fra Il Diritto e Lo Storto.
In genere il primo è preponderante e trova la sua conferma nell’esistenza del secondo, che così ne giustifica l’esistenza.
Ma in questo caso era esattamente il contrario.
Il secondo sovrastava, e di gran lunga, il primo.
Perché difendeva non un diritto acquisito ma un trattamento di grande favore elargito all’epoca con la complicità di tutti, nessuno escluso, politici, imprenditori, sindacati etc. etc. allargando a dismisura la platea delle persone che ne usufruivano.
Ed in nome del Diritto lo Storto ingigantiva.
Allora Ferdinand comprò una pagina sul Corriere della Sera e pubblicò le sue considerazioni sullo Stato di Diritto e sullo Stato delle Finanze chiedendo a tutta la società civile di fare qualcosa, prima di tutto alla Politica e alla Corte Costituzionale, soprattutto chiedendo a tutti di rinunciare ai Diritti Privilegiati fin qui ottenuti.
Ma stranamente fu proclamato uno sciopero generale di una settimana degli organi di informazione nazionali e naturalmente le televisioni erano occupate in altre faccende e non potevano trasmettere quella richiesta.
Ferdinand era un tipo, in una certa misura, intelligente.
Per cui capì.
Capì che non c’era niente da fare, se non una: quella di dichiarare l’Italia non la patria del Diritto, ma quella dello Storto, con buona pace di tutte le nostre coscienze; almeno diamo ai fatti la loro giusta denominazione.
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::autore_::di Michael Barons::/autore_:: ::cck::736::/cck::