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“Signora, assaggi questi ciliegini, sono i veri Pachino… mi raccomando Pachino, non Pechino…!” Così mi invitava il verduraio del mercato ad assaporare quei pomodorini piccoli, ovali, messi in bell’evidenza
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“Signora, assaggi questi ciliegini, sono i veri Pachino… mi raccomando Pachino, non Pechino…!” Così mi invitava il verduraio del mercato ad assaporare quei pomodorini piccoli, ovali, messi in bell’evidenza dentro contenitori, separati dagli altri disposti sul banco un po’ alla rinfusa. Io, all’apparenza, non avvertivo alcuna differenza, ma, dietro le sue insistenze assaggiavo l’uno e l’altro.
E’ stato allora che ho capito: un sapore di mare, un giusto dosaggio di salinità naturale che si avverte fin dal primo morso, un colore corallo scuro che solo un’adeguata esposizione al sole può infondere.Crescono sulla sabbia, innaffiati dalla spuma delle onde che deposita la salsedine sulle foglie e sul terreno, dando loro quella salinità che nessun condimento potrebbe raggiungere. “Ma dov’è Pachino?” – ho domandato curiosa -. “Nell’estrema punta Sud della Sicilia” mi ha risposto stupito ed anche un po’ seccato il venditore.
Dispiaciuta per la cattiva figura, appena a casa mi sono documentata per collocare geograficamente quella delizia sugosa e profumata.
Pachino è un comune di circa 20mila abitanti in provincia di Siracusa, da cui dista circa 50chilometri. E’ a cavallo tra la costa jonica e la mediterranea. Otto chilometri di finissima sabbia bianca, con un mare limpido e azzurro sullo Jonio e color smeraldo nella parte del Mediterraneo. In entrambi i casi, molto ricco di fauna ittica. Infatti la ristorazione a base di pesce rende Pachino un luogo turistico assai apprezzato. C’è anche da considerare l’interesse dei surfisti che trovano la zona adatta alla pratica del windsurf per le correnti ventose che tutto l’anno “battono” la costa, rendendola molto appetibile.La testimonianza di insediamenti umani già 10mila anni fa sul territorio è data dai reperti archeologici di epoche preistoriche, rinvenuti nella grotta di Carruggi, sul promontorio di Pachino e ora conservati presso il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.
Il primo, grande impulso all’agricoltura (viti e frumento) fu dato durante la dominazione romana (200-400 d.C.), alla quale si aggiunse la coltivazione degli agrumi che i bizantini – arrivati dopo i romani – e gli arabi e i normanni, approdati in seguito, incrementarono, bonificando le campagne e creando pozzi per l’irrigazione dei campi e della saline.
Il tratto di costa che va da Licata a Pachino è ricordato anche per lo storico sbarco della seconda guerra mondiale che, il 10 luglio 1943, consentì agli eserciti, britannico ed americano, di entrare nel territorio italiano, attaccando in forma massiccia la potenza militare dell’Asse, già abbastanza fiaccata. Pachino fu la prima cittadina ad essere liberata dagli alleati.
Numerosi siti archeologici di varie epoche, monumenti e Chiese rendono la città interessante anche dal punto di vista culturale oltreché turistico.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::741::/cck::