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L’intervento del premier Matteo Renzi al meeting di Comunione e Liberazione è stato anche l’occasione per “comunicare” sulle questioni economiche che saranno in ballo nella prossima legge di stabilità, su cui la stampa formula anche previsioni e dipinge scenari.
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L’intervento del premier Matteo Renzi al meeting di Comunione e Liberazione è stato anche l’occasione per “comunicare” sulle questioni economiche che saranno in ballo nella prossima legge di stabilità, su cui la stampa formula anche previsioni e dipinge scenari.
Tra gli argomenti più gettonati quelli sulle risorse da reperire per fare fronte agli annunci sulla riduzione della tassazione.
E’ noto, infatti, che il minore gettito fiscale derivante dalla abolizione di alcune tasse, come ad esempio IMU e TASI, per alcune categorie di cittadini deve trovare delle coperture da risorse economiche tali da mantenere invariato, o meglio, ridotto l’enorme importo del debito pubblico. In caso contrario, sarebbe meglio rinunciare a parziali benefici di riduzione del carico fiscale.
E’ convinzione diffusa, inoltre che l’organizzazione del sistema fiscale, così come è oggi, costituisce una delle prime fonti di ingiustizia fiscale. Tra queste, vi è certamente la riforma del catasto.
«L’abolizione di Imu e Tasi sulla prima casa annunciata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non può riguardare tutti i cittadini indistintamente: la tassazione va necessariamente parametrata al reddito di ciascuno. Lo impone un criterio di equità sociale da cui non si può prescindere».
Lo dichiara l’ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università La Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA.
«Una drastica riduzione della fiscalità sul bene rifugio per eccellenza degli italiani, l’abitazione, è non solo auspicabile ma necessaria per le fasce di reddito medio-basse –prosegue Simoncini -. Favorirebbe una sostanziale ripresa dei consumi da parte dei cittadini maggiormente colpiti dalla crisi e darebbe un impulso prezioso al mercato immobiliare, fiaccato da anni di stagnazione. Al contempo, però, va studiata una forma di tassazione progressiva, in modo che l’esenzione non riguardi chi gode di uno status economico-finanziario agiato: per gli appartenenti a fasce di reddito alte, infatti, pagare Imu e Tasi non costituisce un problema. Mentre, ad esempio, potrebbe esserlo per chi si trovasse a ereditare una prima abitazione di lusso pur non avendo un reddito equivalente. Non bisogna poi dimenticare quanto sia opportuno portare finalmente a compimento la revisione del catasto: ciò consentirebbe di sanare una situazione anomala che si trascina da decenni, con case di lusso sottoposte a tassazioni inferiori rispetto a normalissime abitazioni di periferia. La riforma era stata a lungo sbandierata, mentre ora sembra definitivamente messa da parte: l’auspicio è che il Governo torni sui propri passi».
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