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Nel nostro girovagare tra i borghi più belli d’Italia, ci siamo imbattuti in Corinaldo, paese natale di Santa Maria Goretti della quale custodisce gelosamente la povera casa, da cui la famiglia dovette emigrare per l’eccessiva povertà.
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Nel nostro girovagare tra i borghi più belli d’Italia, ci siamo imbattuti in Corinaldo, paese natale di Santa Maria Goretti della quale custodisce gelosamente la povera casa, da cui la famiglia dovette emigrare per l’eccessiva povertà. I Goretti, mezzadri di una terra di soli 3 ettari, non avevano di che sfamare i propri figli e si trasferirono quindi a Nettuno dove poi la giovane Maria fu martirizzata.
Il borgo, in provincia di Ancona, conta circa 5mila abitanti. E’ circondato da mura medievali molto ben conservate, imponenti e fortificate, lunghe 912 metri, risalenti al XIV secolo. Percorrendo i suoi vicoli ci imbattiamo nel “Pozzo della polenta”, così chiamato perché si racconta che un povero contadino saliva i gradini portando sulle spalle un pesante sacco di farina e, giunto vicino al pozzo, perse l’equilibrio ed il sacco cadde giù. Il contadino si gettò, per recuperarlo ma non risalì più. Alcune donne che avevano osservato la scena, pensando che il contadino stesse facendo la polenta, si gettarono anch’esse nel pozzo e nessuno si salvò. Nella terza settimana di luglio si festeggia appunto la festa della “Contesa del pozzo della polenta” e tutte le signore del paese durante l’anno sono impegnate a cucire abiti sontuosi per rievocare l’assedio che nel 1517 i cittadini, per venti giorni, sostennero contro Francesco Maria I della Rovere, spodestato Duca di Urbino, che tentava la conquista di Corinaldo e delle zone limitrofe.
In questo periodo, dame, cavalieri, arcieri, danzatrici, giocolieri, sbandieratori, tamburini si aggirano per la città, sostenendo il proprio rione nella sfida per aggiudicarsi il Palio che verrà assegnato a chi vincerà i vari giochi come la campana, la gara degli arcieri, la giostra dei cavalieri.
La nostra curiosità è attratta da una casa che presenta la sola facciata, costruita perfettamente, ma senza stanze. Si dice che un giovane, non trovando lavoro in paese, emigrò in America, mandando di continuo soldi al padre, Gaetano il ciabattino, detto Scuretto, affinché costruisse una casa per la famiglia. Questo andò avanti per lungo tempo, finché un giorno il ragazzo chiese al padre di mandargli una foto dell’abitazione. L’uomo però aveva consumato tutte le sostanze nelle varie osterie del borgo e, non sapendo cosa fare, costruì una facciata e spedì la foto al figlio. Nacque così la casa di Scuretto che ancora oggi si può ammirare esattamente come venne edificata allora.
Eleganti dimore furono costruite nel tempo dai nobili locali, arricchendo il territorio di un notevole patrimonio architettonico, di cui fa parte anche il “Teatro Goldoni”, piccolo gioiello di 156 posti in platea e 13 palchetti per ogni ordine, edificato tra il 1861 ed il 1869, in sostituzione del vecchio Teatro del Sole Nascente, ormai inadeguato per quei tempi.
Cucina casareccia, innaffiata dal prezioso verdicchio completa la visita, offrendo gustosi gnocchi conditi con sugo di ciauscolo, fave, pecorino e primo sale a tutti coloro che vorranno recarsi a curiosare in questo interessante borgo, la cui gente, gentile ed ospitale saprà certamente accoglierli adeguatamente.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::774::/cck::