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Il 9 giugno 2009, l’Unione Europea ha conferito al pistacchio di Bronte la Denominazione di Origine Protetta (DOP) premiando così i circa 1000 produttori che da generazioni operano, con passione e dedizione, nel settore del prezioso “Oro verde”.
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Il 9 giugno 2009, l’Unione Europea ha conferito al pistacchio di Bronte la Denominazione di Origine Protetta (DOP) premiando così i circa 1000 produttori che da generazioni operano, con passione e dedizione, nel settore del prezioso “Oro verde”.
Bronte è una cittadina alle pendici occidentali dell’Etna e conta circa 20mila abitanti. Nel 1651 fu parzialmente distrutta dall’eruzione del vulcano che però la risparmiò nel 1832 e nel 1843.
Praticamente tutta la popolazione di Bronte è impegnata nella produzione e lavorazione del pistacchio, poiché la maggior parte dei coltivatori possiede un appezzamento non più grande di un ettaro, in modo che il frutto (frastuca) possa essere raccolto, smallato ed asciugato dal produttore stesso. L’80% del raccolto viene esportato in tutti i Paesi del mondo ed il 20% resta nell’industria italiana. Le aziende tecnicamente più avanzate si occupano anche della lavorazione e della commercializzazione di questo oro verde che produce una ricchezza annua di circa 20milioni di euro. Sembra che il sapore ed il colore del pistacchio qui coltivato sia dato proprio dal terreno lavico, ricco di minerali e sali che conferiscono particolari caratteristiche al prodotto: verde intenso e sapore aromatico forte.
La pianta del pistacchio era già conosciuta dagli Assiri, dai Persiani e dai Greci che la usavano come medicinale. Secondo una leggenda, la regina di Saba era così ghiotta di pistacchi da ordinare che tutto il raccolto fosse conservato per lei e per la sua corte.
L’albero (frastucara) è talmente bello da essere consigliato anche come pianta ornamentale. I suoi rami lunghi e fini, si intrecciano a formare dei larghi ombrelli, quasi sculture lignee, che d’estate ombreggiano terrazze e giardini rendendo l’ambiente fresco e gradevole. La pianta resiste anche a lunghi periodi di siccità ed è capace di crescere persino in anguste fessure di pareti rocciose.
Ovviamente infinita è la varietà di impiego del pistacchio e molte sono le ricette consigliate dagli esperti: pasta al pesto di pistacchio; cioccolata al pistacchio; gelato di pistacchio; crema di pistacchio; biscotti di pistacchio; dolci vari di pistacchio, per concludere con il consumo del frutto, anche da sgusciare, offerto come salatino in un gustoso aperitivo.
Bronte però non è solo “pistacchio”, ma è anche una cittadina da visitare per i suoi aspetti culturali e paesaggistici, tra i più interessanti della provincia catanese. I suoi dintorni, ricchi di boschi, consentono lunghe passeggiate dove poter ammirare la suggestiva conservazione dell’ambiente e dei valori paesaggistici di cui la città giustamente si vanta. Il Parco dell’Etna ed il Parco dei Nebrodi ne sono la dimostrazione più efficace. Anche il fiume ha concorso a rendere unico il territorio con le sue forre del Simeto, gole scavate dall’acqua nel basalto formato dalle colate laviche dell’Etna. Una gita alla Ducea (sui Monti Nebrodi) porta i visitatori all’Obelisco Nelson, dedicato all’ammiraglio Horatio Nelson che nel 1799, da Ferdinando I^ delle Due Sicilie, fu insignito del titolo di “Duca di Bronte”, che gli donò anche un castello e vari ettari di terra. Con una visita alla Chiesa dell’Annunziata e dopo aver gustato una meravigliosa fetta di torta al pistacchio, possiamo dichiarare conclusa questa interessante escursione nella terra dell’Oro verde.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::798::/cck::