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Rotte migratorie e politiche di accoglienza

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Nell’articolo di Roberto Savio, “Le quattro rotte dell’Unione Europea”, pubblicato su questo stesso numero si fa riferimento, tra l’altro, ai flussi migratori ed alle politiche dei paesi della UE che vorrebbero governare tale fenomeno.

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Nell’articolo di Roberto Savio, “Le quattro rotte dell’Unione Europea”, pubblicato su questo stesso numero si fa riferimento, tra l’altro, ai flussi migratori ed alle politiche dei paesi della UE che vorrebbero governare tale fenomeno.
La stampa segue le vicende che colpiscono di più il lettore, alcune immagini diffuse dalle reti divengono emblematiche ed appaiono esse stesse il titolo di un articolo che ciascuno riempie dei propri contenuti.
I fatti, però, sono molto complessi nelle dimensioni e, soprattutto nelle cause.
Allo scopo di comprendere meglio dimensioni e cause di questo fenomeno riteniamo utile segnalare ai nostri lettori un interessante e stimolante paper di Fabio Alfredo Fontana (*) su “Rotte migratorie e politiche di accoglienza”, pubblicato recentemente dall’Istituto di ricerche internazionale Archivio Disarmo.
Scorrendo lo studio di Fontana, che affronta gli avvenimenti a partire dal 2011, anno in cui è cominciata la guerra in Siria, si scopre, ad esempio, che tra il 2010 ed il 2014 hanno avuto inizio ben 15 conflitti, 8 in Africa, 3 in Medio Oriente, 3 in Asia ed 1 in Europa.
Il bilancio della situazione di sfollati nel 2014 ha registrato un totale di 59,5 milioni, di cui 38,2 milioni erano gli sfollati interni, cioè coloro che erano rimasti entro i confini nazionali, 1,8 milioni i richiedenti asilo, cioè che si trovavano fuori dei confini del proprio paese, e 19,5 milioni i rifugiati in paesi diversi da quelli di origine.
Contrariamente a ciò che ci si aspettava, si scopre che la Turchia risulta essere la nazione con il numero maggiore di rifugiati ospitati nel 2014 (1,59 milioni), seguita, in ordine decrescente da Pakistan, Libano, Repubblica islamica dell’Iran, Etiopia e Giordania, quest’ultima con 654mila.
Il lavoro di ricerca di Fontana prosegue avvicinandosi all’Europa e quindi all’Italia, con i riferimenti che individuano le rotte seguite dagli sfollati.
Una situazione aggiornata più recentemente (fino a metà 2015) fotografa gli arrivi in Europa via mare e non sembrano trascurati temi come l’individuazione delle imbarcazioni destinate al traffico dei migranti (con riferimento alle politiche di contrasto della UE), né l’impatto del fenomeno con le popolazioni riceventi i flussi che genera la “paura dello straniero”.
“E’ opportuno riflettere su come la questione immigrazione non può essere affrontata separatamente da un concreto impegno nel far cessare tensioni e guerre, nonché considerare quanto ogni singolo Stato sia impegnato nel mercato globale degli armamenti prima di condannare chi fugge da morte e devastazione in cerca di un domani migliore”.
Questa la conclusione del paper che ci porta la mente a quanto ha detto Papa Francesco nel suo discorso al Congresso USA il 24 settembre scorso.

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(*) Fabio Alfredo Fontana
Laureato nel corso magistrale in Diritti dell’uomo ed etica della cooperazione internazionale, cattedra UNESCO dell’Università degli Studi di Bergamo. Ha frequentato insegnamenti di diritto internazionale presso la Facoltà di Legge e Scienze Politiche dell’Università di Liegi (Belgio) e seguito corsi di perfezionamento in Studi dell’Africa e dell’Asia a Pavia.
Concentra i suoi studi sulle scienze sociali, l’educazione interculturale e la tutela dei diritti umani.
Dal 2014 collabora con l’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD), approfondendo le tematiche relative alla difesa e alla sicurezza.

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