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In Bolivia, si è chiuso il vertice mondiale in Difesa della Madre Terra. Organizzazioni sociali di tutto il mondo hanno concordato un pacchetto di comandamenti da portare alla Conferenza sui cambiamenti climatici a Parigi.
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Col permesso dell’Autore e dell’Editore pubblichiamo questo articolo, già pubblicato su OtherNews http://www.other-net.info/
In Bolivia, si è chiuso il vertice mondiale in Difesa della Madre Terra. Organizzazioni sociali di tutto il mondo hanno concordato un pacchetto di comandamenti da portare alla Conferenza sui cambiamenti climatici a Parigi. Una proposta è quella di creare un Tribunale di Giustizia Climatica internazionale, qualcosa di simile a L’Aia.
Da Tiquipaya, Bolivia. Il secondo vertice mondiale in difesa della Madre Terra si è concluso con un pacchetto di comandamenti che le organizzazioni sociali dovrebbero portare alla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (COP 21) che si terrà nel mese di dicembre in Francia. Alla tre giorni di riunione tenutasi a Cochabamba hanno partecipato il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon; i presidenti del Venezuela, Nicolas Maduro, dell’Ecuador, Rafael Correa ed anche Evo Morales, tra gli altri. Che vi abbia attinenza o no, questo incontro è stato attraversato dall’esigenza della Bolivia di recuperare il suo accesso al mare, espresso dai partecipanti provenienti da tutto il mondo, così come dalle autorità della regione.
“Prendersi cura di Madre Terra è una questione morale, soprattutto per quanto riguarda la sfida del cambiamento climatico. Non possiamo più permetterci di cercare la prosperità, dobbiamo trasformare le nostre economie ed approfittare delle opportunità di un futuro a basse emissioni di carbonio. Non esiste un piano B, perché non c’è nessun pianeta B”, ha detto il segretario generale del Summit delle Nazioni Unite.
Il presidente venezuelano ha parlato con i giornalisti all’aeroporto Jorge Wilstermann. “Solo la creazione di capacità di azione unitaria, con una proposta dei movimenti sociali, ci potrà portare a realizzare una opinione pubblica mondiale più consapevole delle minacce che stiamo vivendo”. “Abbiamo impiegato 523 anni scambiando specchietti colorati rinvenuti per terra, con la sovranità. Basta. Andiamo a Parigi per combattere e cercare un buon risultato per i popoli”, ha detto Maduro.
A questo proposito, il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha detto che “le decisioni prese a Tiquipaya saranno trasmesse in occasione della COP 21 e i partecipanti ne prenderanno conoscenza.”
“I latinoamericani, di qualsiasi ceto sociale, dovrebbero essere anti-imperialisti. Vediamo che i guerriglieri di una volta ora sono presidenti, vice presidenti. E quindi non erano in errore. Questo processo continuerà nonostante la politica di intimidazione. Per ora, soltanto discutiamo di una questione ereditata dal capitalismo: la crisi climatica, il riscaldamento globale. Perché da dove viene? Dal capitalismo”, ha detto Evo Morales in chiusura del vertice.
Un’altra proposta che si porterà alla COP 21 è quella di creare un Tribunale di Giustizia Climatica internazionale, simile a L’Aia. “E’ nostra volontà politica è che l’Onu adotti la Dichiarazione Universale dei Diritti della Natura. Il suo compito principale dovrebbe essere che la natura possa continuare ad esistere, anche offrendo mezzi di sussistenza necessari perché la società possa vivere con Sumaj Kausay (vivere bene). Per il capitalismo mercantile, ciò che non ha prezzo non esiste. Il capitalismo tradizionale non può risolvere questo problema con la propria logica. Ma noi crediamo che si possa risolvere dalla nostra proposta, presa in prestito dai popoli ancestrali”, ha detto Correa.
“Sumaj Kausay non significa ‘vivere meglio ogni giorno’, ma significa vivere in armonia con se stesso, con la natura, con le altre culture. Per questo, la logica capitalista ortodossa, non è in grado di risolvere il problema del cambiamento climatico. Ci deve essere la giustizia ambientale. Quando si avrà la giustizia ambientale a livello planetario, i grandi inquinatori sono responsabilizzati per i danni causati al pianeta. Essi compenseranno coloro che soffrono. A quel tempo, quando sono costretti a pagare, questa aggressione alla natura sarà limitata”, ha detto il presidente dell’Ecuador.
In questo secondo vertice, tenutosi alla Universidad del Valle, 7000 persone hanno partecipato, secondo i dati del governo. Molti di loro hanno inviato le loro proposte via Internet. La dichiarazione completa è sul sito jallalla.bo
“La colonizzazione atmosferica con l’emissione dei gas serra nell’atmosfera, prodotto dalla eccessiva e irrazionale industrializzazione dei paesi sviluppati, ha rotto l’equilibrio sulla Madre Terra. Se la temperatura aumenterà oltre 1,5 gradi centigradi vivremo una catastrofe planetaria”, dice uno dei punti del documento finale di 30 pagine. “La gente, attraverso le proprie organizzazioni sociali e comunitarie, deve prendere il potere politico, economico e militare, costruendo nuove forme statali plurinazionali di governo di noi stessi, creando i nostri strumenti di cambiamento e trasformazione”, afferma il testo finale. In questa dichiarazione è presente anche “il tema del mare”, espresso in proposte come questa: “Promuovere l’accesso sovrano al mare del popolo boliviano, sostenendone la richiesta presso la Corte internazionale dell’Aia per generare lo spazio di dialogo per risolvere i temi pendenti tra i paesi fratelli confinanti di Bolivia e Cile”. 13/10/15
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::autore_::di Sebastián Ochoa::/autore_:: ::cck::836::/cck::