Economia

L’era del bail-in

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Aggiornamento al 5 ottobre 2015 Rating Standard&Poor's. Autore Simone Volpicelli. Fonti proprie.
Dalle profezie di Nostradamus al Millenium Bug del 2000, la superstizione umana ha creato da sempre delle date storiche che rappresentavano uno spartiacque tra il bene ed il male, tra il futuro e il passato.

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Dalle profezie di Nostradamus al Millenium Bug del 2000, la superstizione umana ha creato da sempre delle date storiche che rappresentavano uno spartiacque tra il bene ed il male, tra il futuro e il passato.
Il prossimo Capodanno ci porterà in dono il nuovo istituto del BAIL-IN, ovvero la compartecipazione anche dei correntisti alle perdite della banca.
La nuova direttiva europea BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) stabilisce che in caso di insolvenza, e conseguente salvataggio di un istituto bancario, dovranno provvedere i soggetti che hanno rapporti con quella banca, ossia azionisti, obbligazionisti e correntisti.
E’ bene chiarire che l’insolvenza della banca provoca una lista di creditori che sono chiamati ad intervenire e, solo dopo, i correntisti con depositi superiori a 100.000 euro metteranno a disposizione i loro averi.
Nel nostro paese è in vigore il fondo di garanzia interbancaria, istituito nel 1987, che tutela tutti i correntisti e depositanti sino a 100.000 euro ed è obbligatorio per tutte le banche italiane.
Il ricorso al bail-in segna un passaggio rispetto all’intervento diretto che gli stati hanno eseguito in passato: basti pensare che in seguito alla crisi del 2008, in Europa, la Germania ha impiegato 250 miliardi di euro per salvare le proprie banche, la Spagna 60, Irlanda e Paesi Bassi quasi 50, facendo lievitare il debito pubblico dei vari paesi a livelli mai visti prima.
Le regole europee hanno da tempo identificato il debito pubblico come nemico da combattere e ogni intervento statale sarà regolato nel rispetto dei parametri concordati nei trattati di Lisbona.
La conseguenza naturale è l’attribuzione di responsabilità al sistema bancario che, nella realtà, comporterà per il cittadino risparmiatore il doversi districare nei meandri delle filiali delle banche e difendersi dalla pubblicità ingannevole.
Per un popolo come il nostro, abituato storicamente all’utilizzo della banca come rifugio sicuro per i propri risparmi, il cambiamento troverà spiazzati coloro che non saranno in grado di cogliere le informazioni necessarie per valutare bene l’affidabilità dei vari Istituti di Credito, in un paese dove ci sono attualmente 16 banche commissariate.
Le tabelle di Rating, valutazioni di affidabilità stilate da società specializzate, sono la fonte istituzionale più attendibile, a meno di spulciare personalmente i bilanci degli istituti e le varie esposizioni.
Se in campo medico il motto recita “prevenire è meglio di curare”, nel settore delle banche e del risparmio reciterà “uomo informato, mezzo salvato”.

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::autore_::di Gianluca Di Russo::/autore_:: ::cck::853::/cck::

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