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Cagli (Cale o Caj in dialetto gallico-italico) è un comune marchigiano, tra Pesaro ed Urbino, di circa novemila abitanti. Situata su di un altipiano tra i fiumi Bosso e Burano, ha delle origini forse risalenti al periodo giurassico.
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Cagli (Cale o Caj in dialetto gallico-italico) è un comune marchigiano, tra Pesaro ed Urbino, di circa novemila abitanti. Situata su di un altipiano tra i fiumi Bosso e Burano, ha delle origini forse risalenti al periodo giurassico.
Sul suo territorio è stato infatti rinvenuto il Corno di Cagli (ammonite cagliceras), un fossile di roccia calcarea marina, risalente a circa 175 milioni di anni fa. La città risulta menzionata sia nell’Itinerarium Gaditanum (epoca traianea) che nell’Itinerarium Antonini, che elencava le “stationes” lungo le più importanti vie dell’impero. Più tardi figurava anche nell’Itinerarium Burdigalense, percorso effettuato dai pellegrini che si recavano da Bordeaux in Terra Santa.
Distrutta con il fuoco dai Ghibellini, che la volevano sottrarre ai Guelfi, nel 1289 fu ricostruita ex novo sul pianoro, inglobando tutti gli edifici civili e religiosi ivi esistenti. Nemica della vicina Gubbio, spesso si poté difendere dalle mire espansionistiche di questa, alleandosi con Perugia. Si dice che la ricostruzione del 1289 fu realizzata con uno straordinario progetto urbanistico, tale da farle meritare il titolo di Città ideale, anche se questa affermazione rimane ancora aperta ad approfondimenti, poiché non è certo che tutte le coincidenze riscontrate sui testi si riferiscano proprio a Cagli. Con la nascita dello “Stato di Urbino”, (derivato dall’alleanza tra Cagli e Urbino) e la successiva annessione di Gubbio, la città ebbe un grande sviluppo. La lavorazione della lana, della seta e la concia delle pelli, dettero un forte impulso all’economia, tanto da allargare gli interessi sociali anche alla cultura. Grandi artisti furono ospitati alla corte urbinate.
La successiva annessione al Piemonte portò un arretramento economico sempre più consistente, poiché la strategia dell’epoca tendeva a riportare il popolo verso l’agricoltura che, essendo poco remunerante, determinava un graduale, ma inevitabile impoverimento della società. La politica della monarchia sabauda, al contrario di quella pontificia, tendeva a limitare sempre di più l’autonomia dei comuni, provvedendo poi alla spoliazione dei beni dei monasteri e delle confraternite per l’ammodernamento del Regno.
Il territorio intorno a Cagli ha tutte le caratteristiche del cuore verde dell’Umbria. Ha scritto Vittorio Sgarbi. “Per me Cagli è diventata una città inevitabile. E’ bellissima con grandi palazzi dalle soluzioni architettoniche sorprendenti”. Prima di lui, nel 1913, lo scrittore inglese Edward Hutton affermava: “Cagli è una città deliziosa tra Fabriano e Urbino. Un luogo tranquillo, ombroso, pieno di edifici interessanti, di belle pitture e di gente veramente cortese…”
Molti sono i monumenti religiosi e civili di grande interesse, soprattutto per i dipinti di noti pittori come Giovanni Santi, padre di Raffaello. Tra le architetture religiose da evidenziare, troviamo la Basilica Concattedrale di Cagli; la Cappella delle Suore del Preziosissimo Sangue; la Chiesa di Sant’Andrea; la Chiesa di San Pier Damiani e la Chiesa di San Pietro con relativo Monastero. Tra le civili spicca la Rocca e Torrione, una costruzione romboidale sorta per fronteggiare l’impiego delle armi, sempre più diffuso tra gli eserciti. Il Torrione ancora oggi è collegato con ciò che resta della Rocca attraverso il soccorso coverto (camminamento sotterraneo un tempo segreto) che portava al Convento dei Cappuccini. Dal Torrione è visibile anche l’antico Monastero domenicano delle Suore di Clausura, con la Chiesa di San Nicolò.
Palazzo Berardi Mochi-Zamparoli; Palazzo Felici; Palazzo Pubblico (sede della magistratura cittadina); palazzo Preziosi-Brancaleoni, Musei, Teatri e reperti archeologici distribuiti sul territorio, completano la monumentalità delle strutture architettoniche cittadine.
Con la tradizionale “Distinti salumi”, la cucina locale festeggia, alla fine di aprile, la maturazione delle carni di maiale che, con quelle equine e bovine di razza marchigiana, costituiscono un mercato nazionale di alta qualità. A maggio, la festa della pipa raccoglie tutti gli artigiani e mastri pipai in una interessante rassegna dei migliori prodotti nazionali ed internazionali del settore.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::978::/cck::