::cck::991::/cck::
::introtext::
Chi non ha mai sentito parlare del grande umanista, importante figura della pedagogia moderna, Vittorino da Feltre?
::/introtext::
::fulltext::
Chi non ha mai sentito parlare del grande umanista, importante figura della pedagogia moderna, Vittorino da Feltre? Pochi però conoscono l’importanza storica della cittadina che, nel 1944, un ufficiale delle SS così descrisse: “Feltre è la città che ci dà da fare più di tutto il resto della provincia, per l’opposizione all’autorità e l’attività partigiana, molto salde e decise…”. Purtroppo la forte opposizione al fascismo, il 19 giugno 1944 fu pagata con l’uccisione di tanti eroici combattenti, tra i quali il colonnello Angelo Giuseppe Zancanaro, il figlio Luciano, Roberto Colonna e Oldino De Paoli, mentre, nel seminario, molti sacerdoti venivano duramente malmenati. Il 19 luglio 1943 (pochi giorni prima dell’armistizio del 25 luglio) proprio a Feltre avvenne il famoso incontro tra Mussolini ed Hitler che si presentarono molto uniti sul balcone del Caffè Grande, in seguito smantellato.
Oggi Feltre è una tranquilla cittadina, in provincia di Belluno, alle pendici delle Dolomiti (Vette Feltrine).
Intorno alla parte più antica, arroccata su di un colle, chiamato “Colle delle capre”, si sviluppano moderni quartieri, lungo la Val Belluna, sulle rive occidentali del Piave.
Assoggettata dai Romani nel II secolo a.C., la città ebbe un notevole sviluppo urbanistico ed economico. Sorsero associazioni di artigiani (fabbri, falegnami, boscaioli); di centonari (addetti al riciclo di vesti usate e scarti della lavorazione della lana, centones, tradotto “feltro”, che sembra sia l’origine del nome “feltre). L’invasione degli Unni e dei Goti segnarono la fine della dominazione romana e, sotto i Longobardi, Feltre fu annessa al Ducato di Ceneda. Il “Castello di Alboino”, ancora esistente, è proprio una testimonianza di quell’epoca. Nel 1404, dopo molte dominazioni e varie vicissitudini, Feltre scelse di annettersi alla Repubblica di Venezia, che consentì alla città di vivere un periodo di pace e prosperità. Nel 1509, al termine del conflitto contro Venezia, l’Imperatore Massimiliano I volle distruggere Feltre (Eccidio di Feltre) che fu in seguito ricostruita con un esemplare piano urbanistico architettonico rinascimentale.
Il seicento fu senza dubbio un momento di decadimento per la città e le produzioni di lana, ferro e legno cessarono per far posto ad un’agricoltura troppo povera per sostenere un reddito economico sufficiente al fabbisogno della popolazione. Dopo il Congresso di Vienna, Feltre entrò a far parte del Regno Lombardo-Veneto fino al 1866, anno di annessione al Regno d’Italia. Purtroppo con la vittoria di Caporetto (9 luglio 1917), gli austriaci tornarono a governare la città fino alla fine della guerra.
Una curiosa annotazione del 1729 colloca Carlo Goldoni nella cancelleria carceraria feltrina, dove lavorava come impiegato amministrativo. Già all’epoca, quello che sarebbe diventato un grande maestro, manifestava il suo interesse verso il Teatro, tanto che, nel 1730, al “Teatro de la Sena”, andarono in scena alcuni suoi lavori (Il buon padre e la Cantatrice).
Tra le architetture religiose che impreziosiscono la città, ne segnaliamo alcune come la Cattedrale di S. Pietro Apostolo, il Battistero, la Basilica dei Santi Vittore e Corona, i Vescovadi vecchio e nuovo. Nelle civili, troviamo interessanti edifici come il Palazzo della Regione, il Palazzo Pretorio, il Palazzo Villabruna (sede del Museo Civico), il Teatro della Sena, il Castello Alboino, la Porta Imperiale e il Castel Lusa.
Considerata la vicinanza alle Dolomiti, l’economia feltrina è basata molto sul turismo e le attività ad esso connesso, ma anche sull’agricoltura (alpeggio) e l’allevamento del bestiame, con conseguente produzione casearia. Sul territorio bellunese molto sviluppato è anche il settore industriale (occhiali, refrigerazione, sanitari). Il reddito pro-capite locale è da sempre considerato di notevole levatura, con un’occupazione pari ad una media del 40% rispetto al 27% di quella europea.
::/fulltext::
::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::991::/cck::