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Il viaggio di Natale di Ferdinand

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Immagine di ClkerFreeVectorImages, Pikabay, CC0 Public Domain
Il Natale ormai si avvicinava e Ferdinand, in qualità di presidente di tutti i mercatini natalizi europei, doveva fare il suo solito giro.

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Il Natale ormai si avvicinava e Ferdinand, in qualità di presidente di tutti i mercatini natalizi europei, doveva fare il suo solito giro. Ormai il volume di affari era grosso. Si era partiti da Bolzano una quindicina di anni prima e poi, anno dopo anno, altre città si erano adeguate, ed ora erano una ventina in Europa.
Il lavoro di Ferdinand non era proprio operativo ma piuttosto rappresentativo-pubblicitario.
Per questo aveva sempre fatto un viaggio nelle città ospitanti vestito da Babbo Natale con tanto di slitta al seguito. Quest’anno però aveva in mente un viaggio assolutamente straordinario. Voleva stupire tutti i bambini del mondo e, soprattutto, fare un viaggio speciale con Anita, di cui era sempre di più innamorato, anzi perdutamente innamorato.
Per questo aveva pensato ad un viaggio in slitta come sempre, ma questa volta un viaggio aereo. Un aereo che trainava la slitta di Babbo Natale nei cieli d’Europa. Già immaginava lo stupore dei bambini alla vista di quel prodigio.
C’erano però, come ben immaginabile dei problemi tecnici. Per questi aveva individuato però la persona adatta a risolverli : il professor Balduzzi della Accademia Aeronautica di Bolzano. Era questi la massima autorità in campo aeronautico del volo a bassa velocità. Riusciva cioè a far volare un aereo anche a 40-50 km all’ora con una forte capacità di traino.
Ferdinand però voleva ancora di più. Voleva un aereo che non si vedesse proprio, in modo tale che la slitta al seguito sembrasse di volare da sola. Aveva seguito per questo la tecnologia dello Stealth, l’aereo da combattimento americano invisibile ai radar.
Ma non bastava ci voleva un aereo invisibile, o quasi, agli occhi dei bambini. E c’era, come sapevano tutti, una sola persona che potesse fare questo: King Laurin del Rosengarten. Ma si sapeva anche che era una persona leggendaria e inarrivabile. Non c’era persona al mondo che lo avessero mai visto, e tutti quelli che ci avevano provato erano scomparsi nel nulla.
Il compito era difficile, ma l’amore di Ferdinand per Anita era così grande che lo spinse a provarci anche lui. Le prove da superare erano essenzialmente due: riuscire a passare indenne, senza alcun graffio, il giardino fitto di rose nel Gartl davanti alla sua reggia, e indovinare quale fosse la sua grappa preferita quel giorno.
Ferdinand che, fra le altre cose, faceva immersione con le bombole nei laghi di alta montagna per fotografarne i pesci, ebbe una idea favolosa. Si fece confezionare un vestito rivestito da squame di carpe. Questi erano dei pesci di fondale che avevano delle squame resistentissime e praticamente trasparenti, quasi invisibili.
E fu così che si avviò sul Rosengarten e, dopo una lunga salita, arrivato al Gartl si addentrò nel roseto di King Laurin. Mai aveva visto delle rose così belle, dai colori incredibili e con corolle straordinarie. Ma anche non aveva mai visto tante spine e così aguzze. Quasi queste sembrava si muovessero alla ricerca della carne dell’intruso. Ma trovarono solo le squame di carpe che fecero scivolare le spine una dopo l’altra fino a quando Ferdinand non superò il roseto.
E qui trovò King Laurin in vestaglia, aveva appena finito il pranzo e, un po’ seccato da quella intrusione che veniva a disturbare la sua quiete, sicuro che il nuovo arrivato non avrebbe superato la seconda prova, gli disse : bravo, e ora fammi vedere cosa hai portato. Ferdinand, forte della sua esperienza a Istanbul, tirò fuori la bottiglia di Zirmtchutchensnaps e la pose sotto il naso di King Laurin. Questi non poteva credere ai suoi sensi, l’odore era irresistibile, sapeva di montagna, delle sue montagne, il gusto era di quelli mai provati prima, arrivava diritto al cuore, ed il colore assolutamente stupendo.
Vinto, King Laurin chiese: «Cosa vuoi da me?»
«Mi devi rendere un aereo invisibile.» «Tutto qui?» «Si. »
«Ecco questa vernice, prendila e spalmala sull’aereo, resterà invisibile per tre giorni, poi esaurisce il suo effetto.»
A lui tre giorni bastarono per il viaggio più fantastico del mondo. La slitta sembrava volare da sola, piena di pacchi, sacchi e cartoni. Si fermarono su tante case, piazze, chiese, campanili, distribuirono regali e fecero felici tante famiglie e tanti bambini che affollavano i mercatini natalizi.
E soprattutto Ferdinand fece felice la sua Anita, che non esitò a manifestargli a suo modo la sua felicità ad ogni piccola occasione…

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::autore_::di Mario Attanasio::/autore_:: ::cck::993::/cck::

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