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Quando pensiamo al mare e alle sue ricchezza non possiamo non pensare ai suoi abitanti i pesci e tutte quelle forme ittiche e vegetali che sono fonte…
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Quando pensiamo al mare e alle sue ricchezza non possiamo non pensare ai suoi abitanti i pesci e tutte quelle forme ittiche e vegetali che sono fonte di ricchezza alimentare e elemento fondamentale per la famosa catena alimentare che ci permette di sopravvivere, nonostante tutto, in questo meraviglioso pianeta.
L’immagine dei delfini come delle balene e di altri pesci che guizzano nelle acque di tutto il mondo da un senso di gioia alla vita, difficile a descriversi purtroppo, però, dopo queste immagini un po’ di sogno, bisogna svegliarsi alla realtà delle cose.
È previsto, infatti, per il 2050 che a guizzare tra le onde non saranno soltanto i pochi pesci rimasti, ma le tonnellate di plastica scaricata nel mare a qualsiasi latitudine, almeno è quanto afferma il rapporto del Forum dell’economia mondiale (Wef) e della fondazione Mc Arthur segnalando che l’umanità sta facendo un lavoro ragguardevole per distruggere il suo unico habitat.
Si legge nella relazione che: “La ricerca stima che attualmente nell’oceano sono presenti 165 tonnellate di materie plastiche”, facendo una proiezione di probabile scenario tra poco più di 10 anni, entro il 2025, si prevede che per 3 tonnellate di pesci ci sarà anche una tonnellata di plastica e addirittura, proseguendo questo trend, nel 2050 la plastica supererà i pesci.
Tutti sappiamo che la plastica è il materiale più presente nell’economia moderna e questo lo diamo per un fatto ormai, purtroppo, acquisito, ma forse pochi sanno il 95% del valore del materiale d’imballaggio, dopo un breve ciclo, viene perso con una perdita secca tra gli 80 e i 120 mila miliardi di dollari annuali, per intenderci 118 volte il nostro debito pubblico.
Come se ciò non bastasse, lo studio del Wef, segnala che ogni anno almeno otto milioni di tonnellate di materie plastiche si perde in mare, come un camion della spazzatura che dovesse scaricare ogni minuto.
A dare un po’ di ottimismo in questo scenario apocalittico, c’è il rapporto sempre del Wef, dal titolo “New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics“, dimostrando che grazie alla ricerca è possibile in pochi anni sradicare i rifiuti di plastica.
Per l’ottenimento di questo cambiamento, secondo la MacArthur Foundation, è essenziale una più impegnativa cooperazione anche da parte delle aziende che producono beni di consumo. “Questo rapporto mostra l’importanza di innescare una rivoluzione nell’ecosistema industriale della plastica”, ha dichiarato Dominic Waughray del Wef Nonostante tante campagne di comunicazione ancora solo il 14% degli imballaggi di plastica sono indirizzati al riciclaggio”.
Una perdita folle sia per la salute di domani che per l’economia di oggi.
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::autore_::di Michele Sermone::/autore_:: ::cck::1037::/cck::