Cultura

I fallimenti della Chiesa

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Sono molti anni, anzi decenni, che nel mio piccolo mi impegno per riaffermare i principi della Chiesa di sempre…

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Sono molti anni, anzi decenni, che nel mio piccolo mi impegno per riaffermare i principi della Chiesa di sempre, tolti frettolosamente e senza una valida logica né tanto meno utilità, per i quali oggi ne paghiamo le conseguenze con le chiese sempre meno affollate e vocazioni religiose ridotte al lumicino con edifici ecclesiali che chiudono per mancanza di personale dati rafforzati dopo gli ultimi sconfortanti numeri della Santa sede.
Una situazione desolante, proprio sembra che il mondo, quello per Cristo proibiva di pregare o scendere a compromessi, trascini invece la Chiesa verso una meta, io direi il baratro, a tappe forzate, di cui non si conoscono gli esiti finali.
Per queste mie critiche sono stato accusato di essere un conservatore retrogrado, uomo del buio medioevo fino al più benevolo il catto – tradizionalista.
Ciò nondimeno, come recita un vecchio adagio, “Dio non paga il sabato, ma la domenica” ho avuto anch’io la mia rivincita leggendo un documento di qualche anno fa scritto da uno dei massimi consulenti marketing di livello mondiale, Alex Perissinotto, per conto niente meno che della Conferenza episcopale Brasiliana.
La richiesta era nata dalla necessità, da parte del clero Brasiliano, di trovare una soluzione per affrontare la mancanza di vocazione nelle diocesi, il calo esponenziale dei fedeli e la loro fuga verso le chiese evangeliche che, nonostante la tanto acclamata visita di papa Francesco in Brasile, la situazione continua ad avere una drammatica emorragia.
Fin qui la notizia, ma ciò che ho trovato sbalorditivo è ciò che un uomo, abituato alla logica dei fatti e senza alcun coinvolgimento di carattere spirituale, abbia potuto esprimere dei concetti oggi assolutamente controcorrente.
Chi si aspettava tra il clero di idee rivoluzionarie e anticonformiste ha avuto una grande delusione. Ci si aspettava probabilmente di rinnovare l’arredo nelle chiese, gli abiti liturgici o trasformare il tutto in una specie di Talent televisivo, usare maggiormente internet, twitter, social, blog e quant’altro, ma il consulente ha subito esordito tra l’incredulità dei molti in maniera molto chiara e decisa:
Il primo strumento di marketing della storia del mondo è stato la campana ed era il migliore. Quando suonava, non solo raggiungeva il 90% degli abitanti, ma ne modificava il comportamento personale. Voi avete poi inventato uno strumento che è ancora utilizzato nel marketing commerciale. Si chiama “display”. Il display è qualcosa che utilizziamo per enfatizzare, per proporre con forza qualcosa al pubblico. Quando tutte le case erano basse, voi costruivate chiese con torri e con campanili sei volte più alti. Questo permetteva l’immediato riconoscimento della chiesa: eccola!”, un ricordo medievale che nonostante i tempi mantiene la sua attualità.
Da uomo marketing, pur abituato a guardare le cose per la loro utilità non ha esitato a lodare la Chiesa di un tempo per aver anticipato ciò che gli uomini di comunicazione fanno oggi a suon di milioni di dollari.
Voi – afferma ancora – avete poi inventato il primo logotipo della storia. Il logo è un simbolo utilizzato per far sì che il marchio sia facilmente riconoscibile. Il vostro era il migliore: la Croce. Questo logotipo era collocato sempre sopra il punto più alto e visibile del display. Nessuno poteva sbagliarsi: quella era la chiesa cattolica! ” ed inoltre “Voi avete inventato anche la campagna promozionale. Cos’è una processione religiosa? Per un paese di campagna, oppure per un quartiere di una grande città, niente è più promozionale di una processione, per esempio, in onore della Madonna. Quando noi, esperti in marketing, organizziamo un evento promozionale, utilizziamo molto di ciò che la Chiesa ha inventato. Ma la nostra mistica non sarà mai così ricca come la vostra“.
Se da un lato ha lodato l’intelligenza della Chiesa di un tempo, non ha potuto fare a meno di criticare i vari cambiamenti non certo perché sia un tradizionalista, ma semplicemente perché non portano frutti, anzi, deteriorano quelli conquistati a fatica nei secoli dai predecessori andando a colpire proprio quelli che, secondo una certa vulgata modernista, sono dei capisaldi irrinunciabili.
“Oggi la Messa non è più in latino e non si volgono più le spalle ai fedeli. Pensavate forse di far qualcosa gradita. Invece, ho una brutta notizia da darvi” e qui prende ad esempio proprio la madre come simbolo di una fede che non conosceva crisi. “Mia mamma- prosegue Perissinotto – mai pensò che il sacerdote le volgeva le spalle. Lei pensava invece che tutti, fedeli e celebrante, guardassero Dio. A lei piaceva il latino, anche quando non ci capiva un granché. Per lei, il latino era un linguaggio mistico col quale i ministri della Chiesa parlavano con Dio. Lei si riteneva privilegiata e ricompensata per aver assistito, in ginocchio, a una cerimonia così importante – e aggiunge senza mezzi termini –Secondo me, il cambiamento che voi avete fatto nella liturgia della Messa, è stato un tremendo errore. Posso sbagliare. Io non sono un teologo. Io analizzo il problema dal punto di vista del marketing. E da questo punto di vista, è stato un disastro“.
Parole che neanche io avrei avuto il coraggio pur essendo verità, di pronunciare.
Voi avete tolto l’abito particolare, la talare, che contraddistingueva i vostri rappresentati commerciali, i preti. Avete così buttato via un marchio“.
Poi incalzando ancora l’uditorio:“Avete snaturato le chiese sempre più simili ai palazzi civili” e conclude:“Voi, però, parlate più di politica che di Fede. Potete, dunque, lamentarvi se le vostre chiese sono sempre più vuote, mentre i saloni dei gruppi evangelici sono sempre più pieni?”.
Non credo che bisogna aggiungere commenti.

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::autore_::di Antonello Cannarozzo::/autore_:: ::cck::1069::/cck::

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