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Un weekend alla scoperta dei tesori della Lombardia, guidando lentamente fra strade provinciali che costeggiano fiumi e cascine, con i timidi raggi di sole invernale che rischiarano di luce velata i paesaggi.
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Un weekend alla scoperta dei tesori della Lombardia, guidando lentamente fra strade provinciali che costeggiano fiumi e cascine, con i timidi raggi di sole invernale che rischiarano di luce velata i paesaggi. A poco più di un’ora di auto da Milano si raggiunge Bergamo Alta, che si staglia in tutta la sua maestosa imponenza contro il cielo. Posta al limite meridionale dei primi colli delle Prealpi bergamasche, allo sbocco delle valli Seriana e Brembana, Bergamo si trova nel territorio compreso fra i fiumi Adda e Oglio. Divisa in Bergamo bassa (de hota) e alta (de hura), quest’ultima è circondata da una cinta muraria veneziana cinquecentesca (è uno dei pochi centri storici d’Italia ad essere circondato dalle mura, che sono state da poco candidate a diventare patrimonio UNESCO) che abbracciano il nucleo più antico della città. Emozionante passeggiare per i vicoli medievali di Berghem de Hura e sentirsi piccoli di fronte a tanta austera bellezza: una vertigine attraversare la Piazza Vecchia, spazio rinascimentale con al centro la fontana donata nel 1780 dal podestà Contarini e passare sotto il Palazzo della Ragione per trovarsi in un luogo metafisico dove si ergono uno a pochi metri dall’altro il Duomo, la Cappella Colleoni, il Battistero e la basilica di Santa Maria Maggiore. “Rimasi lì incantato: era un lembo dell’Italia più bella, una delle molte piccole sorprese di godimento per cui vale la pena viaggiare” scrive Herman Hesse a proposito di Bergamo. Spicca sulla piazza l’imponente Torre medievale del Comune che ancora oggi, alle 10 di sera, suona i 100 rintocchi per ricordare quando venivano chiuse le porte della città. Prosegue l’itinerario cittadino a piedi, per le vie del centro, che hanno mantenuto integro il loro aspetto medievale e che fanno di Bergamo un angolo di Toscana in Lombardia. L’arteria principale che attraversa la città è via Gombito, dove merita una sosta l’Antica Pasticceria Cavour, e che passata la Piazza Vecchia prosegue e diventa Via Colleoni. Se percorsa fino in fondo si arriva alle mura della città, dove comincia la strada panoramica che costeggia via Torni e via Borgo Canale, con scorci sui colli, la cinta muraria e la Bergamo bassa.
Prosegue alla volta di Mantova il viaggio, gioiello Rinascimentale e città dei Gonzaga, che l’hanno resa tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 2008 ed eletta “Capitale della cultura italiana 2016”. Fu nel XII secolo che l’architetto ed ingegnere idraulico Alberto Pitentino, su incarico del Comune di Mantova, organizzò un sistema di difesa della città curando la sistemazione del fiume Mincio in modo da circondare completamente il centro abitato con quattro specchi d’acqua. Oggi, dopo varie vicissitudini, Mantova è bagnata dall’acqua solo su tre lati,come una penisola. Gli specchi d’acqua ricavati nell’ansa del fiume Mincio le danno una caratteristica del tutto particolare, quasi magica, in quanto appare sospesa sull’acqua quando ammirata dalle sponde dei laghi. Quando i Gonzaga diventarono Signori di Mantova nel 1328, ebbe inizio la renovatio urbis. Tanti i nomi illustri degli artisti del tempo che arrivarono per impreziosire la città: da Mantegna a Leon Battista Alberti a Giulio Romano. Ricchissima di monumenti, palazzi, chiese, l’itinerario nel centro storico è denso di storia dell’arte. Si parte dal Palazzo Ducale, la reggia dei Gonzaga, la più antica e complessa delle residenze Gonzaghesche. Trentaquattro mila metri quadrati di sale, cortili, giardini e piazze che la rendono una delle Regge più estese d’Europa. Ospita il capolavoro di Andrea Mantegna, la Camera degli Sposi, le sale col ciclo cavalleresco del Pisanello, l’Appartamento di Troia realizzato da Giulio Romano. Dal Palazzo Ducale si attraversa la bellissima Piazza Sordello e si arriva in Piazza Erbe, dove ammirare la chiesa più antica della città, la Rotonda di San Lorenzo. Eretta alla fine del secolo XI in ricordo della Resurrezione di Gerusalemme, i pochi affreschi ancora leggibili sono un raro esempio di pittura romanico lombarda. A pochi passi dalla Rotonda si trova anche la Basilica di Sant’Andrea, progettata da Leon Battista Alberti. Non può mancare una visita a Palazzo Te, sede delle ex scuderie dei Gonzaga, trasformata in villa delle delizie da Giulio Romano su commissione di Federico II Gonzaga. La funzione dell’edificio è chiaramente espressa in un’iscrizione che si trova nella sala di Psiche: un palazzo per il tempo libero e lo svago, per l’honesto ocio del principe e della famiglia. Meravigliose le stanze affrescate su cui spicca per beltà, dramma ed effetti sia acustici che visivi, La Camera dei Giganti, realizzata in onore di Carlo V che aveva concesso a Federico il titolo di Duca.
Un capitolo a parte andrebbe dedicato solo alla gastronomia Mantovana ed ai fantastici tortelli di zucca, che oltre ad essere mangiati tutto l’anno, vengono soprattutto preparati per la Vigilia di Natale. Ma sono tante le leccornie della città e della regione, come gli agnoli in brodo, il risotto alla pilota (condito con pesto di salamella) e il cotechino da servire con la famosa mostarda mantovana fatta con mele campanine. Questi e altri piatti li potete trovare “Da Bice La Gallina Felice”, piccola osteria tradizionale e casalinga. Tutta la pasta è fatta in casa, dai cappelletti agli squisiti tortelli di zucca con burro e salvia. Ottimi anche i secondi, principalmente di carni, fra cui spicca il delizioso stracotto con polenta.
Per dormire, il luogo ideale è Palazzo Arrivabene (www.palazzoarrivabene.net), dimora nobile del 1500 nel pieno centro cittadino, già riportata nel Catasto Teresiano definita come “Casa e Corte con giardino annesso’, costruita dai fratelli Arrivabene alla fine del secolo XV. Il palazzo ha tre bellissime camere matrimoniali, a cui si arriva dopo esseri saliti per lo scalone seicentesco ed aver attraversato a ben tre saloni affrescati. Raffinato ed accogliente, al B&B passato e presente si mescolano in maniera sofisticata. A disposizione degli ospiti ci sono due saloni, dove coccolarsi con tisane e libri d’arte. Si fa colazione su un lungo tavolo accanto al camino scoppiettante, con deliziose torte e marmellate fatte in casa. In questo luogo ricco di storia e fascino, i proprietari vi accoglieranno con consigli, storie e curiosità sul Palazzo e la città.
Galleria fotografica
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::autore_::di Clio Morichini::/autore_:: ::cck::1062::/cck::