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Speciale Valle D’Aosta

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Copertina. La Valle d'Aosta. Se non diversamente specificato, le foto a corredo dell’articolo sono di Clio Morichini.
Alla scoperta di castelli, rovine Romane, vigne, soste gastronomiche e natura incontaminata.

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Alla scoperta di castelli, rovine Romane, vigne, soste gastronomiche e natura incontaminata.
Come tutte le regioni di confine, la Valle D’Aosta è venata di influssi dei territori vicini che rendono questa regione-scrigno ancora più speciale.
Terra dall’antica cultura di influenza franco-provenzale, ricca di una natura ancora incontaminata e luogo dai panorami maestosi ed imponenti, racchiude, in appena 3.263 km quadrati (è la regione più piccola d’Italia), dei monumenti paesaggistici come il Monte Bianco, il Cervino, il Monte Rosa e il Gran Paradiso. Un weekend in Valle d’Aosta è un piccolo viaggio per immergersi nella storia e nella cultura, alla scoperta della gastronomia e viticoltura d’eccellenza, un itinerario montano tra i più suggestivi del Paese.
Il tour comincia dai castelli medievali che punteggiano le cime di questa regione e che sorgono in posizione strategica, perché vicini alle poche vie di attraversamento delle Alpi. Appena superato il confine con il Piemonte, si arriva al castello di Issogne, che sorge sulla riva destra della Dora Baltea. Inizialmente dominio dei vescovi di Aosta, la proprietà passò successivamente nelle mani della famiglia Challant. Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati ed uniti, fino alla trasformazione radicale avvenuta tra il 1490 circa e il 1510 ad opera di Giorgio di Challant, priore di Sant’Orso. Oggi ha l’aspetto di una dimora rinascimentale, e sebbene da fuori appaia spoglio, al suo interno il castello è decorato da rari affreschi alpini. Dal castello di Issogne è visibile in linea d’aria l’austero castello di Verrès, che si trova ad una manciata di chilometri sulla riva opposta del fiume, appollaiato su una cima rocciosa. ll castello, a differenza degli altri esempi valdostani costituiti da diversi edifici chiusi in una cinta di mura, si presenta come un blocco compatto,dal carattere fortemente militare, abbellito all’interno dagli affreschi. Prosegue il viaggio per raggiungere il castello più famoso della Valle, quello di Fénis, magnificamente restaurato. Anche questo fu una residenza della potente famiglia Challant fino al 1716 e il suo corpo centrale ha la forma di un pentagono irregolare, circondato da torri e torrette. Al suo interno le stanze sono ben conservate, ed oltre agli affreschi, sono molte le riproduzioni fedeli di letti, armadi e cassettoni che decorano le stanze.
Da Fénis si prosegue lungo la lingua d’asfalto che taglia in due la vallata e si raggiunge Aosta, cittadina su cui troneggiano frastagliate le vette alpine. Fondata dai Romani nel 25 a.C., nel punto in cui la Dora Baltea incontra il torrente Buthier, Aosta sorge alla confluenza delle strade che conducono in Francia e in Svizzera attraverso i trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo.
Da non perdere le splendide testimonianze di epoca Romana, fra cui l’Arco di Augusto, la Porta Praetoria (una delle poche porte romane ancora perfettamente conservate), il meraviglioso Teatro Romano, d’estate location per i concerti, e la cinta muraria. All’interno della piccola chiesa di Sant’Orso invece, sono conservati nel sottotetto dei bellissimi affreschi Ottoniani. Evento da segnare in agenda è la millenaria Fiera di Sant’Orso, che si tiene ogni anno il 30 e 31 Gennaio. In occasione della fiera, gli artigiani di tutta la Valle d’Aosta espongono le loro opere in legno, e la tradizione vuole che i Valdostani ne comprino una ogni anno, come buon auspicio. Per una sosta gastronomica, su via di Porta Pretoria si trova l’Antica Bottega dei Sapori (www.labottegadegliantichisapori.it). Nasce 25 anni fa come boutique di eccellenze gastronomiche e vitivinicole locali e nazionali e da qualche anno ha aperto, accanto alla bottega, un Bar à Vin, dove potersi fermare per un pasto informale all’insegna delle migliori specialità regionali. Altissima la qualità dei prodotti, nel menu potrete trovare selezioni di salumi tipici Valdostani, la famosa Motsetta (carne essiccata, che può essere bovina, di cervo o di camoscio), la ottima Tometta di montagna fusa al profumo di timo e miele, i delicati gnocchi con bleu d’Aosta, le tagliatelle con speck e castagne, i croque monsieur con fontina e lardo d’Arnad, sono solo alcune fra le tante proposte. Per gli amanti del buon bere c’è un’ampia carta dei vini con molte etichette locali, nazionali e d’oltralpe.
Prosegue il tour gastronomico che ha come filo conduttore le migliori espressioni del territorio: merita una sosta la Crotta di Vegneron (www.lacrotta.it), cooperativa di viticoltori che nasce nel 1980 con circa 25 soci e che oggi ne conta più di 70, arrivando a produrre 200.000 bottiglie annue. La Cooperativa raccoglie le uve di due importanti zone di produzione che danno il nome alle denominazioni di origine Chambave (che comprende anche i comuni di Châtillon, Saint Vincent, Saint Denis e Verrayes) e Nus (che comprende anche i comuni di Quart e Fénis). Dei vitigni autoctoni e del forte legame con il territorio, La Crotta fa il suo punto di forza. Vivamente consigliata la degustazione in cantina, per un viaggio sensoriale e culturale attraverso i profumi e sapori delle vigne valdostane. 
Immancabile tappa gourmet del viaggio è la Valdôtaine (www.lavaldotaine.it). Fondata nel 1947 a Verrés, la distilleria La Valdôtaine iniziò a produrre grappa, genepy e amaricon con alambicchi in puro rame e il tradizionale sistema della distillazione a vapore. Poi nel 1985 il lungimirante proprietario ha voluto riprendere l’antica tradizione della produzione di prosciutto nella zona di Saint Marcel (www.prosciuttosaintmarcel.it), rivalorizzando l’antica ricetta dei paesi alpini (che consisteva nel conservare le carni sotto sale aromi e, in alcune famiglie, conservare il prosciutto con le erbe di montagna) avviando così la produzione del prosciutto crudo. Oggi, grazie all’azienda ed alle persone che ci lavorano, vi è una vera e propria Via del Prosciutto (www.laviadelprosciutto.it), il cui campo base è il prosciuttificio la Valdôtaine, dove ha sede la prima Merenderia. Altra trovata lungimirante quella delle Merenderie, che nascono come luoghi dove gustare il Saint Marcel su territorio nazionale ed internazionale (www.lemerenderie.it), assieme ad altri prodotti locali di nicchia. Oltre al prosciutto e le grappe, l’azienda ha iniziato produzioni di marmellate, confetture e lievitati, questi ultimi in collaborazione con un mastro pasticcere. Questa è una tappa obbligatoria del tour per assaggiare il meraviglioso prosciutto Saint Marcel, vera eccellenza gastronomica della regione.
Dalla valle, l’itinerario prosegue alla volta di Cogne e del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Primo parco istituito in Italia, era in origine una riserva di caccia Reale, dichiarato in seguito parco nazionale nel 1922 da Vittorio Emanuele III al fine di proteggere flora e fauna, fra cui lo stambecco, che era a rischio estinzione. Punto di accesso principale del parco è Cogne, incastonata ai piedi del massiccio del Gran Paradiso, montagna che raggiunge i 4.061 m. s.l.m., la cima italiana più alta interamente in territorio italiano. Nel parco sono molte le passeggiate facili, come il percorso di 3 km fino al borgo di Lillaz, da cui ammirare le omonime cascate. Impossibile passare per Cogne e non fermarsi a mangiare da Lou Ressignon: gentilezza, cordialità, grandi sorrisi, si viene accolti calorosamente in questo ristorante che si trova qui dal 1966. Divanetti rossi e soffitto in legno, i piatti sono quelli della tradizione Valdostana con incursioni piemontesi e sono talmente buoni, che sarà difficile scegliere. Da segnalare gli straordinari gnocchetti di castagne al burro e timo su fonduta valdostana e tartufo nero ed i ravioli fatti in casa con farina di canapa, ripieni di lardo, castagne e porri su fonduta; la seupetta Cogneintse (risotto tipico con fontina e crostini di pane), la fonduta valdostana e la strepitosa sella d’Agnello al forno in crosta di pane con salsa al vino rosso. Ottimi anche i dolci della casa, fra cui la Crema di Cogne. Anche qui la carta dei vini è ampia, con i giusti rincari.
Per dormire, non c’è luogo migliore di Le Coffret (www.lecoffret.it), chambre d’hôtes che si trova a Saint Marcel. Fuori la casa è un esempio tipico di architettura valdostana, dentro è il meglio del design contemporaneo. Dopo anni di restauri, questa casa del 1779 è tornata a risplendere, conservando un’atmosfera d’altri tempi con un carattere tipicamente montano. Il progetto è stato frutto della volontà di preservare uno stile autentico e in linea con l’architettura locale. Le stanze, una più bella dell’altra, hanno così le pareti in pietra, le travi in legno sui soffitti e arredi contemporanei per un soggiorno all’insegna dello charme e del lusso sofisticato. Al piano terra si trova la Spa, con letto ad acqua, idromassaggio e cromoterapia. La colazione è tutta con prodotti a km zero: muffin, madeleins, biscotti, torte e passati di mela fatti in casa, formaggi, burro e latte di un’azienda agricola che si trova nei dintorni. Su richiesta è possibile fare degli aperitivi con prodotti della regione fra cui il prosciutto di Saint Marcel. Le gentilezza dei proprietari e la bellezza del luogo rendono Le Coffret la sosta perfetta per ricaricare le batterie dopo le scorribande per la regione.

Per pianificare il vostro viaggio al meglio, ecco il sito ufficiale del dipartimento del turismo Valdostano: www.lovevda.it/it

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