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Quando ti ho conosciuto in RAI mi raccontavi di aver lasciato la Olivetti, (dove avevi diretto il personale per un periodo), perché “non era il lavoro per me” dicevi ridendo.
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Quando ti ho conosciuto in RAI mi raccontavi di aver lasciato la Olivetti, (dove avevi diretto il personale per un periodo), perché “non era il lavoro per me” dicevi ridendo. Ed era vero. Il tempo ti ha dato ragione. Le tue opere saranno immortali, i tuoi allievi del DAMS non dimenticheranno mai le tue lezioni. Anche a me davi lezioni di politica e cercavi, con estrema chiarezza e grande semplicità, di farmi capire le origini storiche di tante cose che la mia giovane età non mi permetteva di comprendere. Dietro quell’aspetto un po’ severo, eri talmente ironico che già a guardarti, chi ti conosceva, immaginava le battute che avresti tirato fuori di lì a poco. La descrizione delle facce di persone stipate in un ascensore bloccato, rimarrà sempre nella mia mente, talmente era incredibilmente veritiera, avendola io veramente vissuta qualche tempo prima. E l’imitazione di Enzo (Jannacci) nella parodia del “suonatore di nacchere stanco”? Con quale dovizia di particolari raccontavi aneddoti di vita reale, cercando di estrapolarne sempre il lato buffo, anche quando parlavi di funerali.
Eri un ottimista?? Non lo so, perché in fondo alla tua ironia c’era sempre un velo melanconico. Il tuo grande amore finito, la tua avventura verso il mondo della letteratura: di quante cose parlavi, quanti progetti!! Eri così affascinante che sarei stata ore ad ascoltarti. E quando raccontavi il tuo modo di scrivere un libro… “Inserisci delle parole a caso nel computer, e lui ti compone la frase” mi dicevi. Ed io incredula, ti guardavo, ma quasi, quasi mi convincevi, tanta era la tua sicurezza nel descrivermi la cosa. Eri grande, di fisico e di mente. Quando entravi in una stanza la riempivi di te. Com’era beffardo e provocatorio il tuo sorriso quando prendevi in giro me e Furio (Colombo): “che coppia!!”, dicevi. E non sai quale è stata la mia gioia, quando, alcuni anni fa, telefonandoti per sapere, non rammento cosa, ti chiesi “ti ricordi di me??” Mi rispondesti “Certamente, eri così bella che non ci si può dimenticare…” Adulatore!! Forse non ti ricordavi neanche il mio volto, ma può darsi che quelle ore trascorse a ridere su tutto e tutti fossero davvero rimaste nella tua memoria. La tua enorme cultura: non c’era argomento che ti cogliesse impreparato. Politica mondiale, storia (il Medioevo per te era privo di segreti), letteratura, filosofia, geografia: ma come facevi a conoscere tutto questo??
Che vuoto incolmabile lasci nel nostro Paese e nel mondo intero, ma le tue opere rimarranno immortali, come indelebile sarà il ricordo di chi ti ha conosciuto, letto ed amato.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::1091::/cck::