Società

La partenza di Ferdinand per Cuba

• Bookmarks: 4


::cck::1114::/cck::
::introtext::

Foto di Iva Castro [(pixabay.com/it/cielo-cielo-blu-nuvole-aereo-960089/)] attraverso Pixabay
Il racconto di una partenza alla volta di Cuba e la descrizione di uno strampalato compagno di viaggio.

::/introtext::
::fulltext::

Ferdinand non era mai stato molto convinto su questo viaggio. Una crociera ai Caraibi su uno yacht molto bello ed in compagnia di amici. Tutto sembrava ovvio, gli amici cari ed interessanti, la zona mai visitata prima, la barca bellissima con tanto di equipaggio; niente sembrava mancare affinché questa occasione si rivelasse unica e speciale.
Però lui aveva problemi sul lavoro, nel senso che non gli era facile lasciare per dieci giorni dopo le festività. Tutto quell’esercito di disperati dei quali si occupava: depressi, anoressici, maniaci di tutti i tipi, tendenti al suicidio o all’omicidio di massa. Insomma tutta la categoria di malati di mente di cui, purtroppo, il mondo di oggi è strapieno.
E poi c’era un’altra cosa, certamente la più importante, ed era che  avrebbe dovuto saltare le vacanze sulla neve che per lui costituivano una cosa sacra. Però Anita, ormai la sua fidanzata, ci teneva molto e lui, pazzo di lei, non le sapeva resistere e così aveva accettato.
Uno degli amici,  John, che aveva fra l’altro una agenzia di viaggio, fu incaricato di prenotare i voli per tutti, cosa complicata perché non tutti abitavano nella stessa città, e naturalmente avevano esigenze diverse. Ferdinand aveva accettato tutto a scatola chiusa, perché non era minimamente in grado di prenotare neanche una carrozzella. E questo non poté obbiettare nulla quando gli comunicarono che il volo di sola andata, fra Roma e Cuba costava la bellezze di 5800 Euro. Glielo aveva comunicato con uno strano sorriso, Omissam un amico e compagno di viaggio. Questi si trovava ad avere quello strano nome perché alla sua nascita l’ufficiale dell’anagrafe, un tipo schizofrenico che aveva un tic nervoso che lo portava a leggere all’incontrario ogni parola scritta, gli aveva invertito le lettere e fu così che Massimo si trovava ad essere un Omissam con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Quando i genitori si accorsero dell’errore era ormai troppo tardi perché ogni documento era ormai già definitivo e a nulla valsero le loro cause in tribunale perché, fra le altre cose, incapparono nel giudice Tolomei, nipote del vecchio gerarca fascista che aveva già fatto, in anni addietro, e nello stesso campo dei nomi, tanti danni in Alto Adige. Infatti aveva messo a tutto il possibile, i doppi nomi in italiane e tedesco, anche agli incroci stradali con la conseguenza che gli incidenti aumentarono del cento per cento perché l’ignaro guidatore per interpretare le indicazioni stradali in due lingue perdeva tempo ed andava a sbattere contro l’automobile che si trovava allo stesso incrocio. Grande fu la polemica che ne seguì perché i morti in quegli incidenti erano più di lingua tedesca che italiana. Sembra che fu questo il pretesto ad Eva Klotz di mettere le bombe sotto i tralicci dell’alta tensione, ma non si sa se questo sia vero. Ma questo non era il maggior problema, anzi era ben poca cosa rispetto ai cambiamenti fisici che si erano verificate in seguito all’inversione delle lettere. Perché, incredibilmente, gli si invertirono anche gli emisferi cerebrali. Quello di destra a sinistra e viceversa. Con tutte le conseguenze immaginabili. Voleva andare avanti e invece andava indietro, voleva salire e invece scendeva è così via. Ovviamente i genitori avevano tentato tutte le cure ma senza risultato. Si erano rivolti alla fine, perché disperati, ad uno Sciamano, il quale ci era quasi riuscito, ma si era verificato che l’emisfero cerebrale che veniva spostato si portava dietro anche l’occhio, e fin qui andava bene,  ma questo gli si capovolgeva anche in modo che la palpebra superiore, completa di ciglia e sopracciglia, si veniva a trovare sotto e quella inferiore sopra. Potete ben immaginare il risultato estetico. Per cui i genitori, rassegnati, lo crebbero così e gli fecero fare continuamente degli esercizi per imparare a gestire il suo cervello invertito. A dire il vero ci era riuscito abbastanza bene fino ad arrivare alla laurea in psicologia. Avrebbe voluto fare lo psichiatra, ma non ci arrivava con quel difetto degli emisferi invertiti che però gli tornavano molto utili nel suo lavoro di sessuologo. Infatti si era specializzato nel trattamento degli invertiti di tutti i tipi, di gay e lesbiche, ed era diventato così bravo da riconoscerli anche quando questi non sapevano di esserlo. E non solo. Li guariva anche con una strana terapia psico-dissociativa in ipnosi.
Comunque lui, che era il portavoce del gruppo, disse che quel prezzo alto era dovuto al fatto che il volo era altamente speciale. “E va bene” si disse, rassegnato, Ferdinand. Ed arrivò il giorno della partenza.
A Fiumicino avevano bloccati tutti i voli in attesa che il loro aereo partisse. Un 1747 al cui confronto l’Air One sfigurava di brutto. Tre piani di aereo con salottini privè  di tutti i tipi.
E poi che personale! Ragazze e ragazze, non in divisa ma in short e magliette aderenti che lasciavano vedere tutte le forme. Forme cubane ovviamente, vista la destinazione. Al decollo, di cui non si resero neanche conto, una musica dolcissima aleggiava nelle cabine. Il servizio iniziò subito con caviale e champagne. “E va bene” si diceva Ferdinand, sarà costato un po’, ma forse ne valeva la pena, e poi Anita era tutta contenta. Ma il meglio doveva ancora arrivare, e fu quando, dopo parecchie bottiglie di champagne e ore di volo, le hostess e gli stewards cominciarono a sfilare e a spogliarsi! Tutto incluso nel biglietto! E si trattava della migliore selezione della gioventù cubana. Sauftina, la moglie celtica di Omissam, che non credeva ai propri occhi, non sapeva cosa fare. Non così la sorella Ronda che, si buttò a capofitto su tutto quel ben di Dio non facendo alcuna distinzione di genere. Lei era molto democratica e non voleva far nessun torto a nessuno, per cui non se ne face scappare neanche uno/a. A dire il vero anche Anita, solo per essere di buona compagnia, diceva lei, si dava il suo daffare. Omissan  era interdetto perché i suoi emisferi cominciavano a ballargli in testa e volevano ritornare ai loro posti, ma soprattutto non sapeva decidersi se ad unirsi al gioco. Potete ben immaginare la trasformazione del suo volto. Gli emisferi si erano sì spostati ognuno al proprio lato, ma gli occhi anche si erano invertiti e capovolti e le palpebre sembravano ormai due fontane che si gonfiavano sempre più. Per cui si rintanò nella sua poltrona e chiuse completamente occhi e orecchie per non vedere né sentire quello che succedeva in aereo. Ferdinand non poteva ovviamente trovarsi indietro e si impegnava anche lui a scoprire tutte le bellezze che Cuba iniziava a dare loro, e a dire il vero, la fama di queste donne cubane si rivelava del tutto giustificata. Ma tutto avveniva con allegria e naturalezza senza la minima sensazione di sbagliare o di peccare. Se questo è solo il volo, immaginati cosa succederà sull’isola, pensava fra sé e sé Ferdinand. Mentre pensava questo, anche perché abbastanza provato, cadde – come quasi tutti gli altri – in un sonno così profondo che sembrava quasi in coma.
“Signore! Signore! Sveglia siamo arrivati!”
“Arrivati dove?”
“Ma a Cuba!”
La hostess cercava di svegliarlo, parlandogli sottovoce. Lui aprì lentamente gli occhi e si ritrovò fra i suoi amici che già svegli da tempo, si preparavano a scendere preparando i bagagli a mano. Tu non hai fatto altro che dormire e gridare nel sonno per tutto il volo, gli disse Anita, dai sbrigati che dobbiamo scendere, la barca ci aspetta in porto.
“Madonna mia… quindi?”
“Quindi cosa? Dai cretino, muoviti!”
Anita quando era arrabbiata non ammetteva repliche. E fu così che iniziò la speciale vacanza di Ferdinand a Cuba.

::/fulltext::
::autore_::di Mario Attanasio::/autore_:: ::cck::1114::/cck::

4 recommended
comments icon0 comments
bookmark icon

Write a comment...