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Mala e buona sanità

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Diagram of a normal brain di derivative work: Garrondo (talk)SEVERESLICE_HIGH.JPG: ADEAR: "Alzheimer's Disease Education and Referral Center, a service of the National Institute on Aging."PRECLINICALSLICE_HIGH.JPG: ADEAR: "Alzheimer's Disease Education and Referral Center, a service of the National Institute on Aging." - SEVERESLICE_HIGH.JPGPRECLINICALSLICE_HIGH.JPG, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4471173
La notizia potrebbe essere relegata tra le centinaia che purtroppo invadono le redazioni dei giornali sui dissesti della nostra sanità pubblica.

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La notizia potrebbe essere relegata tra le centinaia che purtroppo invadono le redazioni dei giornali sui dissesti della nostra sanità pubblica.
Il caso accaduto alla signora Santina Geusa di Lecce lo scorso febbraio lascia, a dir poco, sconcertati; non solo per la disfunzione del sistema delle prenotazioni, ma anche per l’ignoranza di non capire che la richiesta di una tac per una persona affetta da tumore ha una priorità assoluta e non certo si può fissare una prima visita per il 20 ottobre del 2017. Avete letto bene, la visita è stata prenotata tra ben 600 giorni.
Il caso riportato dal giornale La Repubblica ha scoperchiato un sistema allo sbando, un caso gravissimo sul quale indagherà la task force riunita dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Intanto, Carabinieri del Nas, esperti di Agenas e tecnici nominati da Ministero e Regione Puglia consulteranno tutti gli elementi denunciati dalla signora Santina Geusa che, bisogna proprio dirlo, solo dopo le sue proteste l’esame ‘miracolosamente‘ è stato fissato ed attuato lo scorso 8 marzo.
Questo, però, come recita una nota ministeriale ”non rende meno urgente un’istruttoria rigorosa che faccia piena luce sul caso”.
Se questa è la malasanità per fortuna ce anche quella buona è non è neanche così rara. Rimando nel Sud Italia abbiamo buone notizie sulla ricerca per il morbo di Alzheimer.
Come accade per le persone affette da diabete quelli affetti da questa grave patologia sviluppano una vera e propria resistenza all’insulina cerebrale, un fattore a rischio per lo sviluppo della malattia.
Lo studio, coordinato dall’Ibim – Cnr, realizzato in collaborazione con l’Ibf-Cnr e l’Università di Palermo, ora pubblicato su Biomaterials, conferma la creazione di un farmaco in grado di veicolare l’ormone dell’insulina direttamente al cervello attraverso uno spray nasale, per evitare l’ipoglicemia dovuta alla consueta modalità di somministrazione periferica di questo ormone.
L’insulina, indotta come terapia sperimentale, è in grado di migliorare le facoltà cognitive in soggetti con l’Alzheimer, inibendo la neuro degenerazione.
 “La consueta somministrazione periferica di insulina – spiega Marta Di Carlo dell’Ibim-Cnr – utilizzata nella terapia diabetica, è un rischio per l’insorgenza/aumento d’ipoglicemia e resistenza all’insulina. Abbiamo quindi creato dei nanogels capaci di incorporare, proteggere e veicolare l’insulina direttamente al cervello (NG-In)”.
“Il team di ricerca –
prosegue la ricercatrice – ha prodotto questo nano sistema per la preparazione di uno spray intranasale. Tale somministrazione è una strategia alternativa per superare la barriera emato encefalica (Bee) ed arrivare più velocemente al cervello, tramite la mucosa olfattoria e bypassando la periferia, dove potrebbe produrre effetti indesiderati”.
Secondo i ricercatori NG-In è un incoraggiante candidato per lo sviluppo di una terapia innovativa per l’Alzheimer.
Nota ancora la ricercatrice che: “I nanogels, piccolissime particelle polimeriche reticolate idrofile, sono stati prodotti attraverso un processo innovativo che fa ricorso alle radiazioni ionizzanti create da un acceleratore di elettroni, comunemente utilizzate per la sterilizzazione industriale di dispositivi biomedicali”.
Il nuovo prodotto della bioingegneria è stato sperimentato per la sua bio-compatibilità, per la sua emocompatibilità e la protezione dalle proteasi e, da non sottovalutare, anche assenza di tossicità, insieme ad altri elementi più specifici.
L’efficienza del NG-In nell’attraversare la ‘Bee’ è stata testata ‘in vitro’ tramite un dispositivo per colture cellulari, adesione-dipendenti, formato da inserti permeabili che mimano la barriera.
Ora vedremo cosa accadrà quando il prodotto sarà applicato su larga scala sui tanti pazienti affetti da Alkzaimer, per ora tutto sembra andare per il verso giusto che ognuno auspica in cuor suo: una vera buona sanità.

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::autore_::di Amedeo Feliciani::/autore_:: ::cck::1157::/cck::

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