Guardare lo scenario politico in queste settimane dà l’impressione di trovarsi dinanzi ad un’immagine frattale, al ripetersi all’infinito di schemi e simboli che si ripetono all’infinito…
Guardare lo scenario politico in queste settimane dà l’impressione di trovarsi dinanzi ad un’immagine frattale, al ripetersi all’infinito di schemi e simboli che si ripetono all’infinito e che non hanno alcun riferimento alla linearità della geometria classica. La ripetizione ossessiva di questi schemi affascina e lascia la sensazione di un’infinità di possibilità, di possibilità, di possibilità!
Se dall’immagine geometrica pur inusuale ci volgiamo ad un altro ambito scientifico, la fisica, abbiamo al stessa sensazione e lo stesso smarrimento: sembra infatti che il fine ultimo dei nostri politici sia la scomposizione continua, inarrestabile e senza apparente ritorno di ciò che sono e fanno. Qualche decennio fa riferendosi alla fine dei blocchi e parlando dell’allora Dc, si disse che perduto il collante originario, si assisteva alla scissione continua di pezzi e componenti, sino ad inquadrare l’atto quasi ultimo (ma la fisica risponde che così non è) della scissione del neutrino. La scoperta e l’individuazione del bosone di Higgs e le successive ricerche per andare dentro di esso alla ricerca dell’ancor più inafferrabile senso delle cose e della materia, dimostra che la scomposizione potrebbe non avere mai fine!
Scendendo in strada, per così dire, lasciando cioè l’universo e le sue incredibili manifestazioni, i frattali e la scissione delle particelle neutriniche, ci aiutano però ad avere la sensazione precisa di quel che ci accade intorno, nello scenario politico. Le consultazioni amministrative in arrivo, l’importanza di alcune città in questa tornata ci segnalano la spaventosa, cosmica distanza tra la politica e la sua funzione.
Nessuno, anche di media intelligenza politica, è infatti in grado di comprendere che cosa accada ogni giorno nel dibattito politico, quali “idee” si muovano, quali “fini” si cerchino. E soprattutto non si riesce più a capire chi parla per cosa e per chi! In tempi difficili e di svolta comunque la si voglia chiamare, l’importante sarebbe trasmettere alcuni concetti e parole chiave, semplici, percepibili, rassicuranti. Nulla di tutto questo accade. Ma ogni giorni si sentono accuse, ci si scontra su ogni cosa ad ogni passo, senza proporre nulla. Di più tra le forze politiche o quel che di esse rimane sono in moto meccanismi che si fatica a definire sensati.
Il primus inter pares è certamente il Pd. Che la leadership renziana sia ancora forte ancorché non gradita alla sinistra interna è un dato di fatto, che pur di combattere il leader e premier i suoi oppositori siano pronti a far deflagrare la “ditta” di bersaniana memoria anche! A qual fine? Se si pensa a magnifiche sorti e progressive che ineluttabilmente, e dopo, si potrebbero aprire per il paese, cadono le braccia e si affaccia anche il sospetto che per qualcuno sarebbe opportuna una permanenza in qualche “tso”, ossia un trattamento sanitario obbligatorio per persone che manifestano sindromi psicologiche e soprattutto autolesionistiche! Naturalmente non è tutto rose e fiori per Renzi e il suo entourage. La prova del voto potrebbe dare qualche indicazione e spingere a correzioni di rotta. Tuttavia azioni come quelle di annunciare referendum su ogni cosa, legge o simili approvata in questi due anni, proporre autonomamente referendum di difficile comprensione come quelli avviati da alcuni governatori pd in contrasto con la linea del partito, indica che non è tanto un confronto duro tra posizioni divergenti, ma una questione più seria dove la tenuta e l’equilibrio del partito principale rimasto nel paese, viene considerata una variabile indipendente dalla logica e dalla opportunità politica.
Se frattali e neutrini trovano però plastica realizzazione è nel centro destra. In questo momento ad onta di ogni certezza berlusconiana, assistiamo alla presenza di almeno quattro o cinque possibili leader alternativi ma senza alternativa chiara e credibile da proporre! Ed è difficile comprendere che cosa possa unire le visioni della Lega di Salvini, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia sui tempi più importanti. Il motto sembra essere ognun per sé e Dio per tutti, pur lasciando in pace il Creatore e scusandoci per la citazione.
La sindrome scompositiva non risparmia neppure il nuovo che avanza, i cinque stelle! Ogni giorno assistiamo a distinguo, a delegittimazioni tra “centro” e periferia, tra guru e cittadini in giro per lo stivale. Un contro l’altro armati per affermare l’unica versione dell’idea: Qual essa sia non è più dato capirla. Unica cosa certa resta la spocchia con cui i capi e capetti apostrofano gli “altri”, gli avversari, senza timore del ridicolo!
Come spesso osserviamo, al di fuori delle nebbie e delle dispute frattali, delle scissioni dell’invisibile, resta il paese, il popolo italiano, i problemi giganteschi da affrontare, le soluzioni da trovare, la necessità di interventi rapidi, incisivi, risolutivi. Mentre il mondo, le sue contraddizioni, le emergenze ci premono da ogni lato e non ci fanno sconti!
di Roberto Mostarda