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Milano e Brianza. Gennaio 2016. La stupenda clandestina ecuadoregna María è dovuta partire e non torna, Carlo Monterossi è triste e sempre più stufo del celebre programma ideato per la Grande Tivù Commerciale che gli dà fama e denaro.
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Milano e Brianza. Gennaio 2016. La stupenda clandestina ecuadoregna María è dovuta partire e non torna, Carlo Monterossi è triste e sempre più stufo del celebre programma ideato per la Grande Tivù Commerciale che gli dà fama e denaro. Va al ristorante con il giovane amministratore delegato capo supremo, a fine cena resta solo al bar, gli si avvicina Anna, una escort di lusso, escono insieme, vanno da lei, alticci, chiacchierano un poco, ascoltano Cohen e Björk, lei si addormenta e lui esce silenziosamente lasciando 400 euro senza averla toccata. Il giorno dopo lo chiama il Sovrintendente Carella dalla Questura, viene convocato perché Anna è stata torturata con un ferro da stiro e poi uccisa nel medesimo appartamento dove era stato. La pistola è la stessa usata per uccidere freddamente un concessionario di macchine di lusso mentre era in procinto di chiudere il salone d’esposizione; durante la fuga aveva provato a intervenire il vicesovrintendente Ghezzi (travestito da frate) e quasi ci aveva lasciato la pelle. Carlo è arrabbiato, pensa scioccamente che doveva chiudere meglio la porta di Anna, chiama a raccolta altri amici, c’è un tesoro di mezzo, aiuta a sbrogliare la matassa.
Terza avventura per un benestante portatore sano di autentici guai. Il giornalista e autore televisivo (anche con Crozza) Alessandro Robecchi (Milano, 1960) continua con sempre maggior spessore la carriera di satirico romanziere noir, in terza varia al presente. Il suo personaggio sta conquistando il cuore dei lettori, alla ricerca solo di persone vere scopre che Anna è uno pseudonimo e in gioventù aveva scritto una tesi sulla letteratura della Resistenza: poca retorica ma buona, utile a quelli che vengono dopo. Al contrario di ciò che impera perlopiù nelle cronache cartacee e nei programmi multimediali. S’intende di vino (Ribolla Gialla e Château d’Yqueme) e di whisky (solo Oban 14), apprezza le cucine altrui (la moldava Katrina prepara una grande cena russa), conosce a memoria tutto Dylan e chiunque l’abbia interpretato. Il titolo mette insieme il suo rancore montante e un inedito vento gelido, che colpiscono anche i vecchi e nuovi amici poliziotti (Ghezzi e Carella) e tuttofare (Oscar e Meseret). Aleggia un solo politicante, leghista di fatto, il Grande Moralizzatore regionale Giampiero Devoluti, che pur frequenta la bisca del Cane.
v.c.
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