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Ferdinand, dopo la crociera a Cuba ed il ritorno a Positano in estate, aveva avuto un inverno durissimo, culminato in un Natale molto impegnativo e faticoso…
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Ferdinand, dopo la crociera a Cuba ed il ritorno a Positano in estate, aveva avuto un inverno durissimo, culminato in un Natale molto impegnativo e faticoso, per cui aveva bisogno di una cosa straordinaria, fuori dal comune. E l’aveva trovata in una crociera spaziale, al di fuori dell’atmosfera terrestre. Erano infatti di gran moda questi viaggi in navette spaziali che facevano tante volte il giro della terra in una orbita fra i 200 e 300 km sopra l’atmosfera terrestre.
Anita, neanche a dirlo, era entusiasta; fu così che appena dopo l’Epifania volarono a Cape Canaveral da dove, insieme con altre due coppie, furono messi immediatamente in orbita.
Straordinario era lo spettacolo che si vedeva da lassù. I continenti sembravano grosse isole galleggianti, le montagne si distinguevano dal resto delle terre per le loro cime imbiancate e gli oceani, che ricoprivano la terra per la maggior parte, visti da lassù erano ancora più azzurri che mai.
Ancora più emozionante era l’alternarsi del giorno con la notte, durante la quale si potevano notare terre molto illuminate, che corrispondevano ai paesi più sviluppati, ad altre buie, ombre un po’ tristi, segno o di grandi disagi delle popolazioni che colà vivevano, o grandi estensioni desertiche. E mentre loro erano intenti a godersi questo spettacolo, improvvisamente uno scricchiolio sinistro iniziò a serpeggiare nella navicella spaziale. Il personale di bordo cercava di tranquillizzare i passeggeri ma si vedeva chiaramente che anche loro erano preoccupati. La voce del comandante, attraverso gli altoparlanti, disse che stavano attraversando una strana tempesta magnetica, ma che era tutto sotto controllo. Controllo che però sfuggì a tutti quando la navetta iniziò a vibrare fortemente ed entrò in una sfolgorante nube di luce bianca.
Fortunatamente i rumori cessarono completamente e la navicella continuò tranquillamente la sua navigazione in questa luce che pian piano si diradava. C’era però qualcosa di strano nell’ambiente circostante; dei guizzi rapidissimi, come dei lampi di luce, si susseguivano con rapidità impressionante, ed andavano in tutte le direzioni, così come venivano da tutte le direzioni possibili. Alcune sfioravano la loro navicella, altre la colpivano addirittura, ma senza provocare danni.
Ferdinand, fattosi coraggio, si incollò di nuovo al finestrino e cercò di capirci un po’. In effetti la terra c’era ancora sotto di loro ma ad una distanza molto più grande di prima. Non solo, vedeva anche molti altri corpi celesti che orbitavano come loro, ma che sembrava che si muovessero meglio, che potessero quasi navigare nello spazio come gli aerei nell’atmosfera terrestre. Uno di questi si stava infatti dirigendo verso di loro e Ferdinand ebbe modo di osservarlo meglio. Era come una grande sfera che portava sulla sua superficie tanti edifici da cui svettavano delle antenne di dimensioni mostruose e girava lentamente su sé stessa.
Un’enorme scritta cominciava lentamente a farsi vedere, una G, una O, una O, una G, poi una L ed un E.
GOOGLE !
???
Inutile dire che era anche dalle sue antenne che saettavano in tutte le direzioni molti di quei guizzi luminosi che attraversavano senza sosta lo spazio.
Subito dopo videro un’altra nave spaziale; questa volta a forma di una vera nave, quasi un incrociatore stellare, con anche lui una miriade di antenne sulla coperta che somigliavano a dei cannoni.
Sulla fiancata lentamente iniziarono a vedere una grande scritta, una Y, una A, una H, due O.
YAHOO !
E allora?
Allora venne la nave di Skype, poi quella di Amazon, poi quella di WhatsApp, quella di Apple, Microsoft, Netscape, iTunes e così via.
Tutte, dico tutte, le aziende che operavano nel Web erano presenti in quello spazio o in quella dimensione. Naturalmente tutte saettavano incessantemente dardi informatici che colpivano all’impazzata chiunque si trovasse sulla loro traiettoria. Quasi tutte le astronavi avevano uno speciale scudo stellare su cui si infrangevano quelle frecciate, nelle quali si trovavano a volte dei virus così virulenti che mettevano KO i sistemi di bordo.
Ma allora dove ci troviamo? Si chiedevano tutti.
Finalmente il comandante si fece vivo e disse: “Ascoltate tutti, per uno stranissimo fenomeno, mai verificatosi prima, siamo scivolati dallo spazio interstellare ad una dimensione virtuale, quella del Web, per cui possiamo assistere, unici al mondo, ad una rappresentazione reale di tutto il traffico informatico che normalmente non è visibile. Ora però i nostri tecnici stanno lavorando per riportarci nella nostra dimensione.”
Mentre diceva questo, uno scossone li colpì violentemente facendoli cadere tutti a terra.
“Calma! Calma!”. La voce del computer di bordo li rassicurava che tutto era ritornato normale ed avevano iniziato la discesa sulla terra.
Che me ne vada bene una! Almeno una, rimuginava Ferdinand nella sua testa cercando di ricordare senza riuscirci, l’ultimo viaggio intrapreso nel quale non aveva avuto inconvenienti.
“Dai Ferdinand”, intervenne a questo punto Anita, “in fondo è stato interessante, abbiamo avuto una visualizzazione del traffico nel Web. Quante persone oltre a noi possono dire di averlo visto? Praticamente nessuno!”
A queste argomentazioni, che provenivano dalla sua amata Anita, Ferdinand non seppe opporre resistenza. Anzi, si disse, in fondo in fondo questo Web ha pur sempre degli aspetti positivi. E fu così che iniziò a scrivere certe sue storielle strane che non aveva mai avuto il coraggio di mettere su carta. Ma qui, sul Web, chi ti conosce? Puoi firmarti anche con uno pseudonimo e pubblicare qualcosa. In fondo, non costa molto, anzi, quasi niente.
E fu così che anche lui iniziò a navigare, ma con una navicella piccola, talmente piccola, che non si vedeva quasi, anzi per niente…
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::autore_::di Mario Attanasio::/autore_:: ::cck::1209::/cck::