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Si è concluso a Praga il Living Planet Symposium, ospitato dalla European Space Agency. La manifestazione si è riunita la comunità scientifica internazionale per la presentazione degli studi sull’ambiente terrestre e sui cambiamenti climatici in corso.
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Si è concluso da qualche giorno l’evento Living Planet Symposium, ospitato dalla European Space Agency a Praga. La manifestazione, tenutasi dal 9 al 13 maggio scorso nella capitale ceca, è stata organizzata in collaborazione con i Ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente, della Pubblica Istruzione, Gioventù e dello Sport della Repubblica Ceca con il supporto locale della Charles University di Praga.
Il Living Planet Symposium ha riunito la comunità scientifica internazionale per la presentazione degli studi sull’ambiente terrestre e sui cambiamenti climatici in corso.
Ad aprire i lavori è stato il direttore generale dell’Esa, Jan Woerner, che ha fatto il punto sui più recenti argomenti riguardanti lo spazio e le politiche continentali.
A fronte di 3300 partecipanti,il doppio dell’edizione passata, il Symposium rappresenta una delle più grandi conferenze sull’ambiente al mondo. I suoi obiettivi includono l’implementazione dell’Earth Observation strategy e il ruolo che quest’ultima ha nel mondo odierno con particolare rilevanza ad aree scientifiche come l’oceanografia, l’analisi di criosfera e atmosfera, clima e meteorologia, analisi del suolo terrestre, geodesia e Open Science 2.0.
Una sezione è stata dedicata ai programmi presenti e futuri dell’Agenzia Spaziale Europea compresi la Climate Change Initiative e altri progetti di cooperazione internazionale come il Programma Europeo di osservazione della terra Copernicus.
Spazio anche ad alcune considerazioni “extra ambientali” da parte del direttore generale Woerner che si è espresso riguardo la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea a un mese e mezzo dal referendum: «Spero che il popolo britannico decida di restare nell’Unione Europea, sono un forte sostenitore dell’Europa e non potrei dire altrimenti», la dichiarazione del numero uno dell’Agenzia.
Woerner ha anche espresso la volontà di non aumentare i costi della seconda parte di ExoMars, recentemente posticipata di due anni, affermando che «non sarebbe giusto privare altri progetti in corso dei fondi per dirottarli sulla missione esplorativa di Marte». A conclusione, Woerner ha ribadito l’assenza di rischi per il futuro di Vegaaffermando che «creare una società per la vendita del lanciatore non sarebbe una buona idea» e che «la soluzione migliore sarebbe l’offerta di un accordo equo ad Avio da parte di Arianespace».
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::autore_::di Giulia Iani::/autore_:: ::cck::1290::/cck::