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Una tragedia senza fine. Continua a salire il drammatico bilancio dei naufragi di migranti partiti dalle coste dell’Africa su imbarcazioni di fortuna per raggiungere l’Europa.
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Una tragedia senza fine. Continua a salire il drammatico bilancio dei naufragi di migranti partiti dalle coste dell’Africa su imbarcazioni di fortuna per raggiungere l’Europa. Solo la scorsa settimana sono perite in mare oltre 700 persone, di cui 40 bambini.
Una stima per difetto vista l’impossibilità di verificare con esattezza il numero esatto di coloro che hanno tentato la traversata del Canale di Sicilia. Quel che è certo sono le inumane condizioni a cui vengono sottoposti i migranti dalle organizzazioni di trafficanti che gestiscono la tratta del Mediterraneo centrale.
Navi quasi del tutto arrugginite stipate all’inverosimile oppure gommoni trainati da altre imbarcazioni che spesso si dileguano in mare aperto lasciando al loro destino gli sfortunati passeggeri. Dalle informazioni raccolte dagli investigatori nel corso degli interrogatori ai sopravvissuti della traversata ed ai pochi scafisti identificati, emergono poi particolari sempre più agghiaccianti sul cinismo dei trafficanti.
Le cosiddette navi della morte infatti non sono uguali per tutti. La tariffa per il passaggio può variare anche di qualche migliaia di euro. I più fortunati, quasi sempre migranti mediorientali, pagando un po’ di più possono garantirsi una sistemazione sul ponte della nave, mentre i poveri, quasi tutti provenienti dall’Africa subsahariana, sono assiepati all’inverosimile nella stiva, dove le condizioni di vita sono impossibili a causa dello scarso ossigeno e dei miasmi che arrivano dal motore delle imbarcazioni. Inutile dire che tra quest’ultimi il numero di decessi è molto più alto, soprattutto tra donne e bambini, come le recenti stragi hanno drammaticamente dimostrato.
Anche sul fronte dell’accoglienza la situazione si sta facendo di giorno in giorno più disperata. I porti siciliani e calabresi hanno accolto solo nell’ultima settimana oltre 12mila migranti, portando quasi al collasso i centri predisposti alle prime cure. Inoltre le imbarcazioni della nostra Marina Militare coadiuvate da altre navi messe a disposizione dalle organizzazioni umanitarie non sono più sufficienti a soccorrere il numero di navigli in balia delle onde. Urge senza indugio un vero piano Marshall per un’emergenza destinata ad aggravarsi, visto le situazioni geopolitiche che stanno spingendo un numero sempre maggiori di disperati a lasciare le proprie terre in cerca di fortuna in Europa. Invece proprio l’Unione a 28 in queste ore sta tentennando, pervasa da un miope egoismo, figlio della paura dell’altro.
Dalla barriera al valico del Brennero, alla repressione della polizia francese sulla frontiera di Ventimiglia, per non parlare del rifiuto di ogni ricollocamento di migranti annunciato da molti paesi dell’est. Atteggiamenti e decisioni prese da governi sia di destra sia di sinistra, tutti assecondanti l’ondata populista che sta montando inarrestabile in ogni singolo paese.
Neanche le parole di Papa Francesco che ha richiamato tutti al dovere dell’accoglienza, sembrano avere la forza di smuovere le coscienze di questi governanti, lasciando così una sensazione di vuoto e d’ignavia che rischia di far deflagrare il progetto di Unione Europea.
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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::1317::/cck::