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Un miracolo eucaristico nella terra di Wojtyla

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Legnica – Veduta. Foto di Taw presunto. Presunta opera propria (secondo quanto affermano i diritti d'autore)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=379591
Il 15 novembre scorso papa Bergoglio si è recato, come altri suoi predecessori, presso la comunità luterana di Roma, con una novità degna di lui.

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Il 15 novembre scorso papa Bergoglio si è recato, come altri suoi predecessori, presso la comunità luterana di Roma, con una novità degna di lui.
Rispondendo ad una signora protestante che voleva condividere la comunione con il marito cattolico, il papa ha risposto che in realtà, nonostante le evidenti differenze teologiche, protestanti o cattolici, tutti e due possono adorare ugualmente lo stesso Signore Gesù, (invito a leggere sul sito ufficiale del vaticano, vatican.va le dichiarazioni complete del papa ndr). È, in pratica un fatto interiore di coscienza, insomma un modo come un altro per relativizzare anche l’Eucarestia in epoca bergogliana.
Davanti a queste affermazioni non ho potuto non ricordare ciò che tre anni fa accadeva nella città mineraria di Legnica, nella Polonia orientale, il giorno di Natale nella parrocchia di san Giacomo.
Durante la messa, alla comunione dei fedeli, una particola cadde inavvertitamente in terra e così, seguendo la prassi canonica, l’ostia venne raccolta con devozione e riposta nel tabernacolo dentro un bicchiere d’acqua dove da li a pochi giorni si sarebbe dissolta seconda le leggi naturali. L’acqua consacrata dall’ostia, poteva essere usata in seguito per le benedizioni.
Ma le cose non sono andate come previsto, infatti, dieci dopo, riprendendo il bicchiere, sicuri dello scioglimento della particola, si sono accorti del miracolo.
Non solo l’ostia era rimasta intatta senza alcun cambiamento organico, ma all’interno di essa appariva, come ancora oggi, una macchia rosso sangue.
Come vuole la tradizione della Chiesa, prima di gridare al miracolo segue una serie di accertamenti, così il vescovo istituì, dopo qualche tempo, una commissione per indagare su questo fenomeno.
Nonostante la riservatezza, la notizia trapelò e per alcuni era solo un effetto casuale, per altri c’era “l’imbroglio dei preti” e per altri ancora forse eravamo davanti ad un miracolo eucaristico.
La risposta definitiva la dette il Dipartimento di medicina legale di Varsavia che, dopo lunghi e approfonditi esami clinici, affermò che, riporto testualmente: “Nell’indagine istopatologica si è scoperto che i frammenti di tessuto contengono parti frammentate di muscolo striato. L’insieme assomiglia al muscolo cardiaco con alterazioni che appaiono frequente durante l’agonia. Infine gli studi genetici indicano l’origine umana del tessuto”.
In data 17 aprile di quest’anno, dopo altre indagini degne dell’Fbi, la Congregazione per la dottrina della fede, (l’ex sant’Uffizio) dava l’autorizzazione al riconoscimento ufficiale del miracolo e l’esposizione della reliquia alla devozione popolare, come per i tanti altri prodigi come quelli italiani di Lanciano, di Bolsena o di Siena, ma cosa assai strabiliante che proprio in questi ultimi anni, pur tra l’indifferenza di una società laica, sono avvenuti numerosi prodigi come quello accaduto nel 2008, sempre in Polonia, a Sokolka, presso la chiesa di sant’Antonio.
Ciò che lascia ancora più stupefatti del miracolo di Legnica è che durante le analisi con microscopici elettronici si è visto chiaramente che i tessuti della particola sono inestricabilmente interconnessi con il tessuto cardiaco umano, tanto compenetrati che le particelle dell’ostia si trasformano senza alcuna logica scientifica in un tessuto cardiaco.
Una constatazione importante per liberare da qualsiasi idea di monopolizzazione fraudolenta del pezzetto di carne che, tra l’altro dovrebbe, per logica, appartenere ad un cadavere ed invece, cosa straordinaria, appartiene ad un essere vivo.
Questo prodigio, ci sembra poter affermare, sembra proprio una risposta al relativismo dell’attuale papa sull’Eucarestia e sulla messa.
Forse, non è un caso, che l’attuale papa Bergoglio negli anni novanta, quando era vescovo ausiliare nella capitale argentina, mise, come si usa dire, la sordina ad un miracolo eucaristico avvenuto nel 1992 a Buenos Aires presso la chiesa di santa Maria nell’Avenida La Plata con elementi simili al prodigio polacco con prove scientifiche che affermavano la validità dell’evento al di la di ogni dubbio.
Il prodigio commosse l’intera città, ma ciò nonostante l’evento, già di per se straordinario, venne di fatto relegato come un fatto secondario, solo in seguito fu posto all’adorazione dei fedeli, ma sempre con molta attenzione forse per non offendere ieri come oggi i non cattolici.
Comunque, per chi è semplicemente un credente, gli possono tacitare qualsiasi evento, anche miracoloso, ma la verità continuerà a gridare, come recita il Vangelo, sempre ed ovunque agli uomini di buona volontà.

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::autore_::di Antonello Cannarozzo::/autore_:: ::cck::1335::/cck::

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