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La popolazione degli Stati Uniti è tra le più armate dal mondo, grazie al secondo emendamento della costituzione e alla fortissima lobby dell’industria delle armi. A seguito delle pesanti conseguenze delle recenti sparatorie di Orlando, l’Archivio Disarmo rimette in discussione la eccesiva diffusione delle armi tra la popolazione.
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Negli Stati Uniti, nell’arco di 24 ore, sono avvenuti tre gravi episodi: la strage nel gay club di Orlando, in Florida; l’omicidio della ventiduenne cantante Christina Grimmie, star di YouTube, sempre a Orlando; l’arresto di James Howell, carico di armi ed esplosivi, a Santa Monica.
Le 50 vittime di Orlando stanno attirando l’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass media in quanto costituiscono il più pesante mass shooting della storia degli USA. C’è un dato comune che, però, non viene messo sufficientemente in rilievo: la disponibilità e la facilità con cui armi piccole e leggere anche da guerra (**) sono reperibili sul territorio nordamericano. Gli USA sono tra i paesi la cui popolazione è tra la più armata al mondo: vi sarebbero ben 89 armi ogni 100 abitanti su un totale di 270 milioni di armi in circolazione nel paese. Di fatto, è oltre il 40% maggiore rispetto a quello che si ha in Yemen, secondo solo agli Stati Uniti con 54,8 armi da fuoco ogni 100 abitanti.
Il mercato americano è il maggiore in assoluto, quello dove anche i narcotrafficanti latinoamericani si riforniscono oltrepassando la frontiera messicana in uno scambio di droga con armi. L’Archivio Disarmo ha realizzato una ricerca sul problema della diffusione di queste armi negli Stati Uniti, che evidenzia la forte riluttanza della popolazione ad un pur minimo controllo delle vendite nel settore, proposte avanzate in tal senso dallo stesso presidente Obama, incontrando diffuse resistenze anche bipartisan tra repubblicani e democratici. Il report di Maged Srour Gli Stati Uniti e le armi da fuoco mette in evidenza che negli Stati Uniti ogni anno oltre 30.000 persone rimangono uccise dalle armi da fuoco. Inoltre, la media giornaliera è di 30 vittime e la metà di loro sono giovani, di età compresa tra i 18 e i 35 anni; un terzo sono giovanissimi, di età sotto i 20 anni.
Il dibattito ora apertosi se i singoli episodi siano ascrivibili al terrorismo, all’omofobia, all’emarginazione sociale o alla follia appare tralasciare il quadro generale nell’ambito del quale la diffusione delle armi piccole e leggere solo nel 2015 ha provocato oltre 12.000 vittime e mass shooting in circa 100 aree metropolitane.
Ancora una volta si assiste agli ennesimi massacri in un paese dove sembra che l’unica risposta possibile sia quella di armarsi sempre più alla ricerca di una sicurezza che questi arsenali non sembrano garantire.
(*) Maurizio Simoncelli è Vicepresidente dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, Via Paolo Mercuri 8 – 00193 Roma
(**) Armi piccole: pistole, revolver, fucili, mitra, bombe a mano ecc.; Armi leggere: lanciarazzi portatili, bazooka, mortai fino al calibro 100 mm ecc.
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Nota della redazione di italiani.net: Il 20 maggio 2016 la National rifle association (Nra) ha ufficialmente appoggiato il candidato repubblicano Donald Trump. Trump ha promesso che se verrà eletto abrogherà le misure restrittive al possesso di armi prese dal presidente Obama e appoggiate da Hillary Clinton.
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::autore_::di Maurizio Simoncelli (*)::/autore_:: ::cck::1342::/cck::