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Di nuovo sangue e terrore, di nuovo in Francia. Sembra non avere fine la spirale di morte che da un anno e mezzo avvolge la società francese alle prese con una serie di devastanti attacchi terroristici di matrice islamica che stanno destabilizzando il paese culla della democrazia.
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Di nuovo sangue e terrore, di nuovo in Francia.
Sembra non avere fine la spirale di morte che da un anno e mezzo avvolge la società francese alle prese con una serie di devastanti attacchi terroristici di matrice islamica che stanno destabilizzando il paese culla della democrazia.
Il camion assassino che ha travolto e straziato quasi cento persone sul lungomare di Nizza nella notte della festa nazionale del 14 luglio rappresenta un punto di non ritorno per la nazione che ha nel suo motto le parole Liberté, Égalité, Fraternité. È chiaro a tutti infatti che dopo la carneficina della Promenade des Anglais niente sarà più come prima. Il sogno di un paese capace d’integrare con i suoi valori popoli e culture diverse sembra destinato al fallimento.
D’altronde, in questi anni di violenza settaria ammantata da pretesti religiosi, la strada dell’integrazione si è fatta sempre più impervia, tanto che più di un commentatore ha formulato l’ipotesi che, in una società moderna, forse sarebbe meglio adottare la via della convivenza, dove le culture possano coesistere senza sovrapporsi. Un modello adottato in parte dalla Gran Bretagna che però non ha evitato alla società inglese violenze ed attacchi terroristici.
Tornando alla Francia, la notte di Nizza ci lascia un paese lacerato dove di giorno in giorno monta una rabbia profonda che potrebbe presto sfociare in scontri tra la comunità musulmana e le frange di estrema destra che invocano la tolleranza zero nei confronti dello straniero. Una situazione esplosiva che non si viveva dai tempi della guerra d’Algeria. All’epoca però le redini della nazione erano ben salde nelle mani del Presidente Charles de Gaulle, eroe della seconda guerra mondiale e mito inarrivabile. Ora invece la politica è debole, con un Presidente come Francois Hollande incapace di far coagulare intorno a sé lo spirito di una nazione e forse neppure in grado di arginare l’ondata di populismo rappresentata dal Fonte Nazionale di Marine Le Pen. Chissà se questo sconquasso sociale era proprio l’obiettivo di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il folle responsabile della strage di Nizza. Difficile a credersi, nonostante l’ISIS abbia prontamente rivendicato l’appartenenza del franco-tunisino tra le proprie fila.
Probabilmente sono state invece le frustrazioni personali ed un carattere estremamente fragile a spingere Bouhlel a commettere il folle gesto. Un’azione certo pianificata ma ben diversa dagli attacchi simultanei che hanno devastato Parigi lo scorso 13 novembre.
Nella capitale francese infatti sono entrati in azione commando perfettamente armati, dotati addirittura di cinture esplosive ed in grado di coordinarsi tra loro. A Nizza invece la strage è stata commessa da un individuo isolato che ha usato un camion per portare a termine il suo disegno di morte. Per questo la carneficina del 14 luglio è ancora più devastante, perché dimostra che un uomo qualunque può diventare un perfetto assassino, con buona pace dell’opera di prevenzione messa in atto dalle strutture d’intelligence.
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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::1431::/cck::