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La Quadriennale d’Arte si prepara per l’autunno romano ad essere capofila fra i tanti eventi culturali che costellano la città.
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La Quadriennale d’Arte si prepara per l’autunno romano ad essere capofila fra i tanti eventi culturali che costellano la città. La conferenza stampa nazionale di presentazione al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali il 6 Giugno ha lanciato numeri che presagiscono una grande edizione: undici, i curatori chiamati a partecipare; dieci, le tematiche scelte dai curatori e le sezioni espositive; novantanove, gli artisti coinvolti e centocinquanta, le opere protagoniste dell’evento.
Franco Bernabè, Presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma chiama a sé il meglio dell’arte contemporanea sotto l’egida del Comune di Roma e del MiBACT per tracciare un quadro chiaro dell’arte italiana degli ultimi decenni e per favorirne la conoscenza su ampia scala.
La 16a Quadriennale di Roma inaugurerà il 13 Ottobre 2016 raccogliendo sotto la sua sigla Q’ 16a eventi ed iniziative dislocate nella città; il Palazzo delle Esposizioni sarà infatti solamente il punto di partenza per la mostra istituzionale capitolina che coinvolgerà ventisei spazi espositivi del circuito Fuori Quadriennale che presenteranno a guisa mostre d’altrettanta importanza internazionale. Il concept scelto dagli undici curatori sotto l’insegna “Altri tempi, altri miti” vuole portare a riflessione sui cambiamenti in ambito artistico a seguito delle radicali trasformazioni post duemila.
Altri tempi ed altri eroi erano i protagonisti della Prima Quadriennale d’Arte Nazionale, inaugurata nel 1931 dalla coppia reale sabauda Vittorio Emanuele III e Elena del Montenegro. Fu Cipriano Efisio Oppo, pittore, critico e politico ad ideare l’esposizione istituzionale ad hoc per la capitale d’Italia, dopo la Biennale di Venezia, fondata nel 1895 e la Triennale di Milano, nata invece nel 1923. All’epoca c’era anche Benito Mussolini che partecipava agli eventi di presentazione della neonata manifestazione e rimane di lui una famosa dichiarazione riportata nell’Archivio Biblioteca Quadriennale di Roma (ArBiQ): “Dichiaro che è lungi da me l’idea di incoraggiare qualcosa che possa assomigliare all’arte di stato. L’arte rientra nella sfera dell’individuo. Lo Stato ha un solo dovere. Quello di non sabotarla, di dare condizioni umane agli artisti, di incoraggiarli dal punto di vista artistico e nazionale.” Contrariamente a quest’ultima dichiarazione lo Stato cominciò già entrare nelle scelte della III Quadriennale d’Arte Nazionale del 1939 quando, in seguito alla pubblicazione delle leggi razziali, si scelsero gli artisti in base alla scheda di “accertamento della razza”. Le difficoltà economiche dovute alla spesa bellica influenzarono nettamente l’andamento dell’edizione successiva del 1943, ritardata per mancanza di soldi per i riscaldamenti, ma che fu comunque palcoscenico delle due massime tendenze dell’epoca: quella figurativa e quella avanguardista, con i futuristi di Marinetti. Due modi di concepire l’arte diametralmente opposti anche nelle successive edizioni, come la VIIa del 1955, quando i tempi stanno volgendo al meglio. L’Italia esce dal trauma post bellico ed aumenta anche all’affluenza e la partecipazione (oltre 1100 artisti) tra cui fanno scalpore Lucio Fontana e Alberto Burri. Cresce la giovane Repubblica e con lei la IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma del 1965, che da il metro di benessere culturale con circa 3000 opere esposte, alcune delle quali d’arte cinetica, visuale, programmata e pop. La Dodicesima Quadriennale Italia 1950-1990. Profili Dialettica Situazioni vive nel 1992 un momento spartiacque nella storia mondiale ed italiana; solo poco prima il 26 Dicembre 1991 si sciolse l’URSS e l’Italia invece soffoca nelle vicende portate alla luce da uno dei più grandi processi contro la corruzione, sono infatti gli anni delle Mani Pulite. Il presidente Giuseppe Rossini con una commissione d’eccellenza formata da Ugo Attardi, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Rossana Bossaglia, Maurizio Calvesi, Antonio Del Guercio, Cesare Vivaldi invita solamente trentatré artisti per una mostra storico-critica che, attraverso poche personalità, racconta le grandi tendenze degli ultimi quarant’anni. Sono ormai lontane le prime edizioni e lo spirito che guida le ultime quadriennali segue la volontà di raccogliere quel che di buono è stato fatto negli anni precedenti, come nella recente 15a Quadriennale d’arte di Roma che, estendendo lo sguardo della XIV Quadriennale di Roma verso gli artisti degli anni 60-70 ancora viventi, arriva alle porte del III millennio.
Dal 1931 al 2015 sono molti gli eventi storici che hanno accompagnato la Quadriennale di Roma, tanto che raccontandoli si potrebbe notare un moto costante che percorre la storia con andamento ritmico e preciso; alcuni termini come “difficoltà economiche, razza, guerra, corruzione” non rimangono sordi per l’occhio di chi la storia la vede anche in azione. Ciò che rimane eterno è l’arte, che non ha mai smesso di esserci alla Quadriennale e che ci mostra la sua bellezza e complicatezza anche nella 16a edizione. Parlerà anche di Altri tempi, altri miti ma di certo ai posteri parlerà già del nostro tempo.
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::autore_::di Sara Esposito::/autore_:: ::cck::1486::/cck::