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L’amore e la visione

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Amalfi, foto di Marco Predieri
Mentre si baciavano i loro occhi erano aperti, fissi gli uni negli altri, e quello che più colpiva Ferdinand erano la dolcezza e la delicatezza dei loro tocchi, si cercavano appassionatamente, ma nello stesso tempo avevano paura di ferire l’altro.

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A Ferdinand non piaceva, ovviamente, passare per un guardone, perché non lo era ma non riusciva a distogliere lo sguardo da loro. I suoi occhi erano fissi su di loro da almeno cinque minuti.
Minuti che stavano spendendo in baci appassionati, sdraiati l’uno sull’altra, su un lettino vicino al suo, sulla spiaggia di Amalfi, in pieno pomeriggio.
Mentre si baciavano i loro occhi erano aperti, fissi gli uni negli altri, e quello che più colpiva Ferdinand erano la dolcezza e la delicatezza dei loro tocchi, si cercavano appassionatamente, ma nello stesso tempo avevano paura di ferire l’altro.
Ma c’era altro, l’atteggiamento dei loro volti era a metà strada fra l’ammirazione ed il pianto.
Si il pianto.
I loro occhi erano umidi di lacrime.
Avete presente quando una cosa, un avvenimento vi colpisce nel profondo dei sentimenti fino a portarvi al pianto?
Così era quel pomeriggio su quella spiaggia, su quel lettino.
Ferdinand era così colpito e confuso nel vedere i loro volti trasfigurati, che perdevano quasi l’aspetto corporeo per sublimarsi nella sensazione di amore che spandevano intorno a loro.
E mentre lui era profondamente compreso in queste considerazioni, non riusciva a capire cosa stesse succedendo interno a quei giovani sul lettino.
Delle ombre sembravano staccarsi lentamente da loro e si levavano verso l’alto.
Ma cosa diavolo…
Le ombre, prima indistinte, cominciavano ad acquistare forma e colori.
L’aspetto esteriore rimandava a delle forme umane, i colori viravano fra il rosa ed il giallo.
Lentamente acquistavano la forma dei giovani sdraiati e si libravano nell’aria.
Quella del ragazzo stringeva con una mano il braccio dell’altra che però opponeva una debole resistenza.
Ferdinand non sapeva cosa pensare, forse aveva preso troppo sole e dava i numeri, ma ricordava anche che aveva avuto delle visioni, e se questa era una di quelle?
Mentre era preso da questi pensieri una carezza lo fece ritornare alla realtà.
Ferdinand, cosa hai? Stai bene?
La voce di Anita gli arrivava sfumata alle orecchie.
Ma no, sto bene, solo…
Solo cosa?
Mah, non so, mi sembra di avere avuto una strana visione.
E raccontò l’accaduto ad Anita.
Lei, esterrefatta, si girò a guardare i due giovani vicini che nel frattempo si erano alzati per andare a fare il bagno.
Niente della scena precedente.
Vieni Ferdinand, andiamo via, hai preso troppo sole!
Quando Anita parlava con quel tono di voce non c’era altro da fare che ubbidire, per cui raccattò le sue cose e si avviarono in albergo.
Eppure io li ho visti… non li ho sognati, pensava fra sé e sé, come é possibile…
I giorni seguenti passarono velocemente, come tutti i periodi di vacanze e venne il giorno del ritorno a casa.
Però aveva sempre in testa quella scena sulla spiaggia di Amalfi con le ombre di quei due giovani che si libravano in aria mano nella mano.
A chi posso chiedere una interpretazione di questo fenomeno, si chiedeva fra sé e sé.
L’astrologa loro amica non le sembrava la persona giusta, la psicologa forse, e mentre era assorto nei suoi pensieri si dovette fermare ad un incrocio per il troppo traffico.
Milano a settembre ricominciava a vivere tumultuosamente, ma lui ci era dovuto venire per organizzare per tempo i mercatini natalizi.
E mentre era fermo il suo sguardo cadde su una piccola insegna: Ospedale S. Raffaele – Libera Università della Scienza dello Spirito.
E fu così che si ricordò del dr Maurizio Canetti.
Lo aveva conosciuto anni addietro in una casa di salute ad indirizzo antroposofico ed erano diventati amici, anche se quando parlava della Antroposofia e di Rudolf Steiner a lui sembrava tutto ostrogoto, e si ricordò del suo sogno di aprire una scuola sulla scienza dello Spirito a Milano.
Che sia proprio lui?
A casa trovò il suo numero di telefono, lo chiamò e lo invitò per un drink in Galleria il pomeriggio successivo senza dirgli il motivo della sua chiamata.
Maurizio aveva molto tempo libero ed accettò con piacere.
In Galleria il giorno dopo si raccontarono gli ultimi sviluppi delle loro vite e dopo diversi Aperol Spritz, Ferdinand gli raccontò la visione di quei due innamorati sulla spiaggia di Amalfi che ad un certo punto si libravano come ombre in aria.
Ma certo!
Cosa è certo?
Che tu abbia visto, non so ancora come e perché, i loro corpi astrali salire in aria.
Cosa sono i corpi astrali?
Sono la parte spirituale che è in noi.
???
Allora ti spiego in poche parole, noi abbiamo un corpo materiale che è vivificato da un corpo eterico, e poi il corpo astrale che è quello spirituale.
Ma che dici? E che c’entra con le ombre che si alzano in aria?
Certo!
Loro erano talmente in estasi in quel momento che l’amore trascendeva il proprio essere fisico e si addentrava nella sfera spirituale, come succede agli Iniziati o a quelli che praticano la meditazione profonda che li porta fuori dai loro corpi.
E come mai solo io ho visto questo fenomeno fra tanta gente.
Forse perché tu hai i Fior di Loto.
Cosa???
Si, i Fior di Loto sono gli occhi che servono a vedere nel mondo spirituale, e li posseggono solo persone che hanno fatto un cammino speciale.
Lui pensava solo in quel momento di aver fatto un cammino inutile e, dopo aver salutato affettuosamente Maurizio, si avviò verso l’albergo dove Anita lo aspettava.
Finalmente! Dove sei stato tutto questo tempo!
Quando Anita era arrabbiata era ancora più bella e lui la amava ancora di più.
Vieni qui le disse, poggiando teneramente le sue labbra sulle sue, facciamo un volo insieme…
E tutto scomparve improvvisamente.
Solo aria, nuvole e luce, luce, luce, quasi divina…

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::autore_::di Mario Attanasio::/autore_:: ::cck::1488::/cck::

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