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Ricetto di Candelo

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Case all'interno del ricetto. Foto di giorces. Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=278865
“Receptum” nel suo significato latino, mantenuto anche nel Medioevo, stava ad indicare un “rifugio” ed era proprio per questo fine che nacque Ricetto di Candelo…

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“Receptum” nel suo significato latino, mantenuto anche nel Medioevo, stava ad indicare un “rifugio” ed era proprio per questo fine che nacque Ricetto di Candelo, un borgo sulla valle delle Prealpi Biellesi a pochi chilometri da Biella.I caratteristici tetti rossi del Ricetto di Twice25 & Rinina25 - Fotografia autoprodotta, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2192079 Come tutti i “ricetti”, questo era utilizzato per accumulare e proteggere i beni del signorotto locale (vino, foraggio, granaglie in genere) e, talvolta, in caso di estremo pericolo, poteva accogliere anche la popolazione.
La struttura fu realizzata dalla comunità contadina su un territorio in origine dei nobili Vialardi di Villanova, riscattata poi dai Candelesi.
E’ a pianta pentagonale ed occupa una superficie di circa 13mila mq., cinta da mura costruite con ciottoli di torrente disposti a spina di pesce. Quattro torri rotonde ed una quadrata ne garantivano la difesa.
L’“unicità” del Ricetto di Candelo è da attribuire alla sua conservazione. Infatti analoghe costruzioni furono realizzate in Piemonte (circa 200 di cui 112 nel Biellese), ma gran parte sono scomparse o trasformate.Case all'interno del ricetto Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=278868 Fino a tempi molto recenti, Ricetto di Candelo è stato utilizzato esclusivamente per uso contadino (che era il motivo per cui  era nato) ed è stato mantenuto nella sua struttura originale, come si può evincere da antichi documenti notarili ancora esistenti.
Il borgo ha un perimetro di 470 metri ed è attraversato da 5 strade, definite, con evidente francesismo, rue in direzione est-ovest, intersecate da 2 trasversali. Nel lato meridionale nel 1819 fu costruito il palazzo comunale, in stile neo-classico, in stridente contrasto con l’architettura medievale. Il paese è costituito da circa 200 edifici chiamati cellule. Oggi solo alcune di queste sono abitate stabilmente, anche se ormai sono tutte private.La torre ovest. Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=278856  Al piano terra si trovano le cantine, per la maggior parte occupate da artisti: vediamo la pittrice tedesca che vive qui da circa 20 anni e sulla viuzza trova l’ispirazione per decorare le sue sete che espone sulla facciata di mattoni rossi della sua cellula; incontriamo il ristoratore che tutte le mattine percorre circa 3 chilometri a piedi per poter offrire alla limitata clientela del suo ristorantino, i prodotti a chilometro zero. “Non so cosa potrò trovare negli orti questa mattina, ma mi adatterò a cucinare ciò che mi propongono gli ortolani” ci confessa mentre con il sacchetto per la spesa si avvia verso la campagna. Ovviamente sulla tavola non può mancare la specialità del luogo la “paletta candelese”, un salame di scapola di suino, sgrassato, salato e massaggiato manualmente; più avanti, una bella signora di mezza età sta aprendo un portoncino di legno scuro. E’ una tessitrice che opera su antichi telai, cercando di trasmettere il mestiere a giovani volenterosi che intendono apprendere un’arte ormai quasi scomparsa. Uno strano suono ci guida in direzione di una stradina parallela e, appena svoltato l’angolo, vediamo un giovane che, seduto davanti ad una porta, armeggia con uno strano strumento: è una ghironda (strumento musicale a corde di origini antichissime). Orgoglioso ci mostra l’oggetto spiegando che ormai in Italia solo 5 persone lo costruiscono e, con altrettanto orgoglio, ci fa ascoltare un breve brano musicale.
Gallerie d’arte, piccoli poli museali, artigianato del vetro, ferro, ceramica, pittura, sono le attività che si svolgono nelle cellule di questo borgo che non ha mai ceduto alle lusinghe del progresso, lasciando inalterate le antiche bellezze.

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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::1497::/cck::

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