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Depardieu choc: «Non mi sono mai sentito un attore.»

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Foto di Francesco Curci. [Gerard Depardieu alla presentazione del suo nuovo libro “Innocente” a Roma]
Si è tenuta a Roma, presso la libreria Feltrinelli della Galleria Alberto Sordi, la presentazione – dai toni succinti – di “Innocente”, il nuovo libro di Gerard Depardieu.

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Foto di Francesco Curci. [Gerard Depardieu alla presentazione del suo nuovo libro “Innocente” a Roma]Giacca bianca, occhiali da sole e quei chili di troppo che negli anni ne hanno appesantito l’immagine. È così che è apparso al pubblico della Galleria Alberto Sordi di Roma Gerard Depardieu per la presentazione del suo nuovo libro “Innocente” (Edizioni Clichy), uscito già un anno fa in Francia.
Più di un’ora di attesa che ha causato non poche lamentele da parte dei presenti. Orde di fotografi che lo hanno letteralmente assalito al suo arrivo e dai quali si è ingiustificatamente defilato annunciando sin da subito che non gradiva la loro – come anche la nostra – presenza.
È infatti subito partito in quarta sparando a zero su giornalisti, politici e tv: «In tv è tutto pornografico, osceno, anche le news. La vita non ha bisogno dei politici, dei giornalisti, perché sono bugiardi.» Dichiarazioni, queste, che hanno trascinato sequenze di applausi.Foto di Francesco Curci. [Gerard Depardieu alla presentazione del suo nuovo libro “Innocente” a Roma]
È seguita poi una lunga e pedante contestazione – rigorosamente in francese e senza l’ausilio di un interprete – nei confronti della cultura contemporanea conclusasi con un esilarante «viviamo in un mondo di merda.»
Perché, ci teniamo a sottolineare, le uniche due parole italiane che Depardieu conosce bene sono “stronzo” e “cazzo”; la seconda, in particolare, ricorsa frequentemente fino ai limiti dell’inopportuno, provocando tuttavia sghignazzi da parte di un pubblico non propriamente colto.
Ripercorrendo poi quella che è stata la sua lunga carriera di attore, ha elargito non pochi apprezzamenti nei confronti dei grandi nomi del cinema italiano: da Tognazzi a Mastroianni, fino a Totò, capaci – a suo dire – di rimanere semplici.
«Quello dell’attore è un mestiere semplice. Io non mi sono mai sentito un attore. Non me ne frega nulla del cinema, fondamentalmente. È solo un mezzo per essere compresi.»
Affermazioni forti, volutamente provocatorie, come provocatorio è sempre stato sin dagli esordi per il suo temperamento e la sua congenita volgarità.
In chiusura si è poi lanciato su massime di agostiniana memoria: «La vita che viviamo è molto particolare. Bisogna guardarla senza pretendere troppo, apprezzando ciò che si ha.»
Strappa, infine, ancora qualche sorriso al pubblico, prima di concedersi per il rituale firma copie: «Non c’è bisogno per forza di ridere per essere felici. Buttate via i telefonini e cercate di seguire un altro rumore: quello della vita.»

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