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Dopo un travagliato percorso, durante il fascismo, ma anche durante l’avvento della Repubblica: oggi single è sinonimo di libertà.
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Negli anni ’30, sotto il fascismo, Mussolini ebbe l’idea di mettere una tassa in più per gli scapoli, per far aumentare il numero degli italiani-balilla e, per incidere maggiormente su questa trovata, furono usati i mezzi di allora, il cinema e la stampa, che davano l’idea dello scapolo come un personaggio vanesio, inutile o poco raccomandabile, insomma, quanto bastava ad isolarlo dalla società.
Peggio ancora per le donne se rimanevano nubili. Per loro si usava dire ‘zitelle’ sinonimo di bruttezza e di una vita sfortunata.
Questo modello è rimasto anche dopo la caduta del regime e l’avvento della Repubblica: non sposarsi specialmente per un uomo era ancora sinonimo di poca serietà o, come si diceva allora, di sordidi peccati.
Oggi, nel terzo millennio, tutto questo è cambiato.
In Italia ormai molte persone vivono da sole o per scelta o per necessità, e come in altre nazioni del mondo, fuori dai vecchi schemi accennati, anche da noi il single è sinonimo di libertà, di chi è contro forme tradizionali e vuole vivere, finalmente, la sua vita per intero, senza i problemi di condivisione.
È una categoria che comincia, per il numero e possibilità di spesa, anche a far gola al mercato con cifre che si aggirano per diversi miliardi l’anno.
Secondo quanto emerge da una ricerca del 2016, realizzata dal portale per single, SpeedDate.it, basatosi sull’ultimo censimento Istat della popolazione e delle famiglie, in Italia questo esercito di scapoli uomini e donne, per scelta o per necessità, conta quasi 9 milioni, con un aumento record del 46% solo negli ultimi 10 anni, dando vita ad un’economia parallela, quella che si muove attorno alle loro vite.
Rappresentano un mercato virtualmente enorme (anche se ancora in parte ignoto) ma dall’altro sono ancora sottoposti a costi più alti in confronto di chi vive in coppia, a cominciare dalla spesa.
Facciamo qualche esempio: la spesa media per alimentari e bevande di un single è superiore del 45%, 274 euro al mese, a quella media di una famiglia tipo di 2 o 3 persone che è stimata dalla Coldiretti intorno ai 190 euro.
I motivi di costi più elevati sono dati dalla necessità per i single di acquistare, per la mancanza di formati adeguati, maggiori quantità di cibo, ma anche quando sono disponibili, risultano molto più costosi di quelli tradizionali, misteri del mercato!
Ma la vita non finisce al supermercato.
Bisogna fare i conti anche con le bollette; per chi vive in due i costi possono essere divisi, nonostante a fronte di un maggior consumo e non migliora la situazione se si cerca casa.
Gli appartamenti e le case più piccole hanno prezzi in proporzioni assai più costosi, per non parlare di altri servizi per questo sono nate iniziative per venire incontro alla categoria, come le lavanderie a gettoni adeguati per le loro esigenze di bucato, spesso assai limitato, per non parlare del servizio a domicilio sempre più diffuso dove i capi ritirati vengono restituiti in poco tempo lavati e stirati.
Si stanno diffondendo anche i delivery gourmet, posti che consegnano non solo pizza, ma anche ottimi piatti con cui mangiare senza stare in cucina.
Viaggiare da soli poi, oltre ad essere un business, è diventato un modo per incontrare altre persone o, cosa non da poco, risparmiare sulle camere d’albergo, che altrimenti prevedono purtroppo il supplemento ‘uso singola’. A Milano, servendosi dei siti appositi su internet, per un 4 stelle si può spendere 152 euro contro i 161 euro di una matrimoniale per due persone e non è poco.
Se poi non si ha voglia di rimanere single, si può sempre entrare nei siti realizzati proprio con questa finalità, sempre più numerosi secondo le varie esigenze.
Un’analisi commissionata da Meetic a Cebr, siti specializzati in materia di incontri, afferma che la spesa degli italiani per il cosiddetto dating (appuntamenti con varie finalità) solo nel 2014 è stata di 6,5 miliardi, dai locali, all’abbigliamento, passando per il trasporto.
Per non lasciare nulla al caso, anche i supermercati possono essere un luogo di incontro da prendere in considerazione per trovare, se non l’anima gemella, qualcuno con cui passare la serata e anche in questo caso troviamo gli onnipresenti blog e app specializzati.
Insomma, essere single oggi è certamente meno complicato di un tempo, sempre però che si sia giovani, in salute e con i soldi da spendere, come vuole la pubblicità.
Il discorso cambia per chi è vecchio, malato e con pochi soldi a disposizione. Difficilmente lo troverete nelle classifiche di potenziali acquirenti dedicate ai single.
Per loro non c’è mercato, ma spesso solo tanta autentica solitudine.
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::autore_::di Fabrizio Cerami::/autore_:: ::cck::1554::/cck::