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Prosegue il viaggio da Marsala verso sud in direzione di Mazara del Vallo e poi della costa meridionale della Sicilia, verso Menfi, Sciacca e Agrigento. Questo tratto del viaggio è slow, per gustare il percorso al pari della meta da raggiungere.
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Prosegue il viaggio da Marsala verso sud (qui trovate l’articolo sulla Costa Occidentale e qui quello su Palermo), spingendosi in direzione di Mazara del Vallo e poi della costa meridionale della Sicilia, verso Menfi, Sciacca e Agrigento. Questo tratto del viaggio è slow, per usare un termine che omaggi al viaggiare lentamente, gustandosi il percorso al pari della meta da raggiungere.
Questo angolo a sud ovest della Sicilia è di una bellezza non gridata, che si scopre curva dopo curva, paese dopo paese. Da Marsala a Mazara del Vallo prendete la strada che devia leggermente verso l’interno e che attraversa campi arati e coltivati. L’ingresso di Mazara non è dei più scenografici, bisogna lasciare la macchina al limitare del centro storico ed entrare passeggiando nel cuore della città per scoprirne la bellezza nascosta. Famosa per essere uno dei più attrezzati porti pescherecci d’Italia, la cittadina conserva un’affascinante Casbah, il cui impianto arabo è ancora molto ben conservato (Mazara era una città chiave della Sicilia saracena) abbellito da palazzi barocchi e normanni.
Ci si muove in spazi raccolti e due ore sono più che abbondanti per visitare i maggiori siti d’interesse, a cominciare dal Museo del Satiro, in Piazza Plebiscito, allestito all’interno della Chiesa di S.Egidio. La statua greca bronzea del Satiro danzante, molto bella ed espressiva, è stata rivenuta nel tratto di mare che separa Pantelleria dall’Africa, perché una sua gamba (poi staccatasi) era rimasta impigliata nelle reti di un peschereccio. Proprio di fronte al Museo si trova il Collegio dei Gesuiti ingentilito da una scenografica facciata barocca, al cui interno si trovano degli interessanti reperti archeologici, lo scheletro di una balena preistorica e due sale dedicate alle opere di Pietro Consagra, artista e scultore di origini Mazaresi.
Pochi metri e si raggiunge Piazza della Repubblica, cuore barocco della città chiusa da un lato dalla bellissima Cattedrale, che merita una visita al suo interno per lo sfarzo delle decorazioni.
Da qui il viaggio prosegue verso Selinunte, un altro straordinario parco archeologico, una delle esperienze più emozionanti della Sicilia, che somma la magia delle rovine affacciate sul mare con la foltissima macchia mediterranea di ulivi, pini e fioriture spontanee che circondano i templi. Conosciuta dai greci con il nome di Selinos, era la colonia greca più occidentale e contava, ai tempi d’oro, quasi centomila abitanti. Fu alleata di Cartagine e poi passò sotto la protezione siracusana, quando Cartagine fu sconfitta da Gelone di Siracusa nel 480 a.C. Pagò il tradimento quando venne distrutta a sua volta da Segesta, accanita e irriducibile nemica, che sconfisse Selinunte l’anno dopo, nel 409 a.C. con l’aiuto delle truppe cartaginesi capitanate da Annibale. Prendetevi un paio di ore per visitare con calma il parco archeologico, gustandovi gli scorci dei Templi con il mare a fare da sfondo.
Lasciandovi Selinunte alle spalle, proseguite verso Menfi e in particolare verso Contrada Passo di Gurra. Questa è la parte del viaggio che va assaporata, concedendosi il lusso di fermarsi per ricaricare le batterie e per dedicarsi anche ad attività ludiche e off-road. Circondata dalle colline vitate che degradano dolcemente verso il mare, si trova la Foresteria Planeta, Boutique Wine Resort della famiglia Planeta (www.planetaestate.it). Immerso nelle vigne, avvolto dai profumi delle erbe aromatiche che circondano la struttura, la Foresteria è un balsamo per lo spirito.
Qui potrete esplorare il territorio circostante con le biciclette messe a disposizione degli ospiti, percorrendo sentieri naturalistici che attraversano uliveti e vigneti; visitare la Riserva Naturale Integrata Foce del Belice o la Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa; mettervi alla prova con delle degustazioni alla cieca dei vini della famiglia Planeta, visitare durante il periodo della raccolta l’oliveto e il frantoio per un olive oil tasting, prendere parte ai corsi di cucina dello chef Angelo Pumilia, per imparare a conoscere la tradizione siciliana e gli ingredienti che il territorio, stagionalmente, regala. Potrete visitare la tenuta Planeta a Sambuca di Sicilia all’interno del baglio antico del 500, affacciata sul lago Arancio e fare una degustazione dei vini più importanti dell’azienda oppure passare una giornata in totale relax di fronte alla piscina a sfioro, con un bicchiere di vino in mano e lo sguardo che si perde tra la campagna e il mare. Caratterizza la Foresteria un’attenzione certosina ai dettagli, la calda eleganza delle 14 stanze (una diversa dall’altra) giocate su cromie tenui sui toni del rosa, ocra e arancione, impreziosite da tendaggi, sovracoperte e tessuti che provengono dai viaggi intorno al mondo della famiglia Planeta, dalle ceramiche di Caltagirone e dalla magnifica terrazza privata con vista sul mare.
Non perdetevi una cena alla Foresteria nel bellissimo e accogliente tavolo conviviale affacciato sui vigneti. In cucina c’è Angelo Pumilia, giovane e bravissimo chef che affianca la famiglia Planeta da molti anni e che orchestra e dirige il ristorante del Resort, aperto anche agli ospiti non residenti. Tecnica (è allievo di Moreno Cedroni, Chef marchigiano pluristellato), passione, forte legame con le eccellenze del territorio che trovano spazio nelle sue ricette, lo Chef Pumilia sorprende le papille gustative con piatti siciliani raffinati e contemporanei, che rimangono saldamente ancorati alle tradizioni dell’isola e all’eredità gastronomica della famiglia Planeta. Provate il menu ispirato alla famiglia e il menu stagionale (noi quello dedicato all’autunno) per una visione completa ed esaustiva della sua magnifica cucina e abbinateci i vini dell’azienda, per un’esperienza gourmet sinestetica.
Facendo tappa fissa alla Foresteria Planeta per due notti almeno, potrete godere sia del Resort che del territorio circostante, che coniuga molte delle esperienze imperdibili della Sicilia: l’archeologica, la natura, il mare, il cibo, la storia.
Da Contrada Passo di Gurra l’itinerario è tutto costiero e percorre la statale alla volta di molte bellezze poco note, sfiorando la costa punteggiata di spiagge sabbiose lunghe e selvagge, orlate di pini e macchia mediterranea, colline rotonde coltivate ordinatamente e tratti di campagna inviolata. Sciacca, affacciata sul mare con il suo grazioso porticciolo colorato, è famosa per le sue Spa e per il suo vistoso carnevale. Fondata nel quinto secolo a.C come meta termale per la vicina Selinunte, fiorì prima sotto gli Arabi (il nome deriva dalla parola araba Xacca, che significa acqua) poi sotto i Normanni. L’impianto medievale pressoché intatto che scivola verso il mare merita una visita, così come Corso Vittorio Emanuele, l’arteria principale scandita da bellissimi palazzi e Piazza Scandaliato, collegata al porto sottostante con una scalinata. Da non perdere anche Palazzo Steripinto, esempio imponente di architettura Gotico-Catalana, la Chiesa di Santa Margherita e l’incantevole Chiesa Madre in Piazza Duomo.
Lasciate Sciacca e proseguite verso Eraclea Minoa, sito archeologico suggestivo soprattutto per la strepitosa vista costiera che offre. Era un importante insediamento Greco e la leggenda vuole che fosse stata fondata dal Re cretese Minosse, quando raggiunse le sponde della Sicilia alla ricerca di Dedalo; le testimonianze storiche invece suggeriscono che la città fu fondata dai coloni Greci nel 6° secolo a.C. e che fiorì nei due secoli successivi. Oggi le tracce rimaste sono poche ma sono tutti concordi nell’affermare che la visita vale soprattutto per il panorama. Una volta visitato il parco archeologico, potete sempre dirigervi verso la spiaggia sottostante, bordata di alberi di eucalipto, cipressi e scogliere di gesso, per un tuffo rinfrescante.
Spingetevi ancora oltre e percorrete la costa meridionale finché non arrivate ad Agrigento, in poco più di un’ora d’auto. Una manciata di chilometri prima della città fermatevi sulla litoranea alla Scala dei Turchi, possibilmente uno dei punti più spettacolari della Sicilia e di tutto il Mediterraneo.
La Scala dei Turchi, già evocativa e descrittiva nel nome, è una maestosa e candida collina di gesso a forma di scala che si tuffa nel mare turchese, una meravigliosa scogliera modellata e scolpita dal vento e dal tempo, meta ambitissima in estate e frequentata anche in autunno, quando le temperature miti permettono ancora di prendere il sole e fare i bagni.
Una volta visitata la scala, arriverete all’ultima tappa del viaggio, la Valle dei Templi, sito archeologico per antonomasia. Patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco, è uno dei luoghi più magnifici e magici della Sicilia. Custodisce i più bei templi dorici del periodo greco fuori dall’Ellade ed attira oltre seicentomila visitatori l’anno. L’antica Agrigento (Akragas) fu fondata dai coloni di Gela e di Rodi nel 581 a.C. e divenne in poco tempo una delle grandi città del Mediterraneo, con una popolazione di duecentomila anime. Furono i Romani a rinominarla Agrigentum nel 210 a.C., ponendo le basi attraverso il commercio e l’agricoltura per farla diventare un importante fulcro commerciale, anche in epoca Bizantina. Prendetevi almeno quattro ore per visitare la Valle dei Templi con calma, perché il Parco Archeologico misura 13 km quadrati e, oltre ai magnifici templi, ingloba anche le rovine dell’antica città di Akragas. Gioiello del sito è il celebre Tempio della Concordia, uno dei templi del periodo greco meglio conservati al mondo. Cercate di essere lì per il tramonto, quando i raggi del sole obliqui illumineranno la valle tingendo tutto di arancione e trasformando il parco archeologico in un posto unico e incantato.
Come nelle prime parti del viaggio, la Guida Lonely Planet della Sicilia ha continuato a sostenerci e a farci da bussola, accompagnandoci in questo itinerario on the road alla scoperta dei tesori della costa meridionale.
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::autore_::di Clio Morichini::/autore_:: ::cck::1657::/cck::